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2920, Fuoco del Camino, Nono libro

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view post Posted on 29/6/2006, 11:55
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Fuoco del Camino

Nono Libro di

2920, L'Ultimo Anno della Prima Era

di Carlovac Townway



2 Fuoco del Camino, 2920

Gideon, Black Marsh



L'Imperatrice Tavia era sul suo letto, non poteva sentire un caldo vento tardo estivo che colpiva le porte della sua cella e andare avanti e indietro contro le sbarre di ferro. La sua gola era come in fiamme ma continuava a sospirare, senza controllo, piegando il suo ultimo arazzo tra le mani. Il suo lamento riecheggiava attraverso le sale vuote del Castello Giovese, fermando le cameriere che stavano pulendo e le guardie che parlavano. Una delle donne salì per le scale strette per vedere la sua padrona ma il capo delle sue guardie Zuuk stava davanti alla porta e scosse il capo.



"Ha appena saputo che suo figlio è morto," disse tranquillamente.



5 Fuoco del Camino, 2920

La Città Imperiale, Cyrodiil



"Sua Maestà Imperiale," disse il Principe Versidue-Shaie attraverso la porta. "Potete aprire la porta. Ve l'assicuro, siete assolutamente al sicuro. Nessuno vuole uccidervi.."



"Il sangue di Mara!" la voce dell'Imperatore Reman III arrivò, attutita, isterica, con una punta di follia. "Qualcuno ha assassinato il Principe e stava usando il mio scudo! Possono aver pensato che sia stato io!"



"Ha sicuramente ragione, sua Maestà Imperiale," rispose il Principe, togliendo ogni punta ironica dalla sua voce mentre i suoi occhi neri giravano in modo sprezzante. "E dobbiamo trovare e punire i malvagi responsabili per la morte di suo figlio. Ma non possiamo farlo senza di te. Devi essere coraggioso per il tuo Impero."



Non ci fu risposta.



"Almeno, esci e firma l'ordine per l'esecuzione di Lady Rijja," chiamò il Principe. "Lascia che ci liberiamo del traditore e assassino che conosciamo."



Una breve pausa, poi il suono dei mobili spostati attraverso il pavimento. Reman aprì solo un pezzo di porta, ma il Principe poteva vedere il suo volto irato e spaventoso e il terribile mucchio di tessuto strappato che fu il suo occhio destro. Nonostante i migliori guaritori del Tempio era comunque un ricordo spettrale del lavoro di Lady Rijja nella Fortezza Thurzo.



"Dammi l'ordine," ringhiò l'Imperatore. "Lo firmerò con piacere."



6 Fuoco del Camino, 2920

Gideon, Cyrodiil



Lo strano bagliore blu dei fuochi fatui, una combinazione, le era stato detto, di gas di palude ed energia spirituale e aveva sempre spaventato Tavia mentre guardava fuori dalla finestra. Ora sembrava stranamente confortante. Oltre la distesa paludosa giaceva la città di Gideon. Era divertente, pensò, che non avesse mai messo piede nelle sue strade, anche se l'aveva vista ogni giorno per diciassette anni.



"Puoi pensare a qualcosa che ho dimenticato?" chiese, girandosi per guardare verso il leale Kothringi Zuuk.



"So esattamente cosa fare," disse semplicemente. Sembrò sorridere ma l'Imperatrice capì che era solo la sua faccia riflessa nella pelle argentata. Stava sorridendo e non se ne era neanche accorta.



"Assicurati di non essere seguito," avvisò. "Non voglio che mio marito sappia dove ho nascosto il mio oro per tutti questi anni. E prendi la tua parte. Sei stato un buon amico."



L'Imperatrice Tavia fece un passo avanti e uscì dalla vista nelle nebbie. Zuuk sostituì le sbarre sulla finestra della torre e buttò un lenzuolo su dei cuscini sul suo letto. Se avevano fortuna, potevano non scoprire il suo corpo sul prato fino al mattino, tempo per cui sperava di essere a metà strada verso Morrowind.



9 Fuoco del Camino, 2920

Phrygias, Alta Roccia



Gli strani alberi su tutti i lati ricordavano pile nodose incoronate da grandi spruzzi di rosso, giallo e arancio, come tane d'insetti incendiate. Le montagne Wrothgarian stavano scomparendo nel pomeriggio nebbioso. Turala si meravigliò per il panorama, così aliena, così diverso da Morrowind, e spinse avanti il cavallo verso un prato aperto. Dietro di lei, con la testa che penzolava sul petto, Cassyr dormiva, cullando Bosriel. Per un attimo, Turala pensò di saltare la recinzione bassa che attraversava il campo ma poi ci ripensò. Lascia dormire Cassyr per qualche altra ora prima di dargli i regni.



Mentre il cavallo stava passando nel campo, Turala vide la piccola casa verde sulla collina successiva, mezza nascosta nella foresta. L'immagine era così pittoresca che si sentì cullare in uno stato piacevole di dormiveglia. Il suono di un corno la riportò improvvisamente nella realtà. Cassyr aprì gli occhi.



"Dove siamo?" sibilò.



"Non lo so," balbettò Turala, ad occhi aperti. "Cos'è questo suono?"



"Orchi," sussurrò. "Un gruppo di cacciatori. Dirigiti in fretta verso la boscaglia."



Turala fece trottare il cavallo in un piccolo gruppo di alberi. Cassyr le diede il bambino e smontò. Cominciò a togliere le borse, buttandole nei cespugli. Allora cominciò un suono, un rumore di passi che cresceva e si avvicinava. Turala scese con cautela e aiutò Cassyr a scaricare il cavallo. Improvvisamente, Bosriel guardava con gli occhi spalancati. Turala si preoccupava qualche volta che il suo bambino non piangesse mai. Ora era grata per questo. Quando fu tolto l'ultimo bagaglio, Cassyr batté la schiena del cavallo, mandandolo al galoppo nel campo. Prendendo Turala per mano, scese nei cespugli.



"Se siamo fortunati," mormorò. "Penseranno che sia selvaggio o della fattoria e non cercheranno il cavaliere."



Mentre parlava, un'orda di orchi emerse nel campo, suonando i loro corni. Turala aveva visto prima degli orchi ma mai in un tale numero, mai con questa confidenza bestiale. Mentre stavano ruggendo deliranti al cavallo e al suo stato confuso, accelerarono oltre i legni dove Cassyr, Turala e Bosriel erano nascosti. I fiori volarono in aria per la loro carica, impregnando l'aria coi semi. Turala tentò di trattenere uno starnuto e pensò che ce l'avesse fatta. Uno degli orchi sentì comunque qualcosa e portò un altro con sé per investigare.



Cassyr sfoderò silenziosamente la sua spada, ostentando tutta la sicurezza possibile. La sua abilità, così com'erano, erano per spiare, non per combattere ma aveva giurato di proteggere. Forse avrebbe ucciso questi due, ragionò, ma non prima che chiamassero aiuto e avessero portato il resto dell'orda.



Improvvisamente, qualcosa di invisibile soffiò tra i cespugli come un vento. Gli orchi volarono indietro, cadendo morti sulla schiena. Turala si girò e vide una donna rugosa con capelli rossi luminosi che emergevano da un cespuglio vicino.



"Pensavo che voleste portarli proprio a me," sussurrò, sorridendo. "Meglio che veniate con me."



I tre seguirono la vecchia attraverso un profondo crepaccio di rovi che correvano attraverso il campo verso la casa sulla collina. Appena emersero dall'altro lato, la donna si girò per guardare gli orchi che infierivano sui resti del cavallo, un'orgia sanguinaria scandita dal ritmo di corni multipli.



"Quel cavallo è vostro?" chiese. Quando Cassyr annuì, rise sonoramente. "E' carne ricca. Quei mostri avranno mal di stomaco e flatulenza durante la mattinata. Gli sta bene."



"Non dovremmo continuare a muoverci?" sussurrò Turala, innervosita dalle risate della donna.



"Non verranno quassù," disse ghignando, guardando Bosriel che sorrise a sua volta. "Hanno troppa paura di noi."



Turala si girò verso Cassyr che scosse la testa. "Streghe. Ho ragione nel credere che questo è la Fattoria del Vecchio Barbyn, casa del Conclave di Skeffington?"



"Hai ragione, bestiola," la vecchia ghignava in modo infantile, compiaciuta di essere così famigerata. "Sono Mynista Skeffington."



"Cosa hai fatto a quegli orchi?" chiese Turala. "La nei cespugli?"



"Spirito prima lato destro della testa," disse Mynista, continuando a scalare la collina. Davanti a loro c'erano i campi della fattoria, un pozzo, una stia, un laghetto, donne di tutte l'età che cantavano, le risate di bambini che giocavano. La vecchia si girò e vide che Turala non aveva capito. "Non avete le streghe da dove vieni, bambina?"



"Nessuna che conosca," disse.



"Ci sono molti tipi di utilizzatori di magia su Tamriel," spiegò. "Gli Psijic studiano la magia come dovere doloroso. I maghi guerrieri nell'esercito sul piatto opposto della bilancia lanciano magie come frecce. Noi streghe comunichiamo e invochiamo e celebriamo. Per uccidere quegli orchi, ho solo sussurrato agli spiriti dell'aria, Amaro, Pina, Tallatha, le dita di Kynareth e il fiato del mondo, coi quali ho una conoscenza intima, per far morire quei bastardi. Capisci, l'invocazione non è solo forza o risolvere indovinelli o morire su vecchie pergamene muschiose. E' intrattenere relazioni. Essere amichevoli, potresti dire."



"Beh, apprezziamo certamente il tuo essere amichevole verso di noi," disse Cassyr.



"Così come dovresti," tossì Mynista. "La vostra razza ha distrutto la patria degli orchi duemila anni fa. Prima di allora, non erano mai arrivati fin qua e non ci avevano annoiato. Ora lasciatevi mettere in ordine e nutrire."



Detto ciò, Mynista li condusse nella fattoria e Turala incontrò la famiglia del Conclave di Skeffington.



11 Fuoco del Camino, 2920

La Città Imperiale, Cyrodiil



Rijja non aveva neanche provato a dormire la notte precedente e trovò che la musica tetra suonata durante la sua esecuzione avesse un effetto soporifero. Era come se volesse rendersi incosciente prima del colpo dell'ascia. I suoi occhi erano bendati così che non potesse vedere il suo ex amante, l'Imperatore, seduto davanti a lei, che la fulminava col suo occhio buono. Non poteva vedere il Principe Versidue-Shae, colla spira arrotolata sotto di lui e uno sguardo di trionfo nel volto dorato. Poteva sentire, intorpidita, la mano del boia che toccava la sua schiena per fermarla. Si ritirò come un sognatore che provasse a svegliarsi..



Il primo colpo prese il retro della sua testa e lei urlò. Il secondo passò attraverso il suo collo ed era morta.



L'Imperatore si girò stancamente verso il Principe. "Ora è finita. Hai detto che aveva una bella sorella in Hammerfell di nome Corda?"



18 Fuoco del Camino, 2920

Dwynnen, Alta Roccia



Il cavallo che gli era stato venduto dalle streghe non era buono come il suo vecchio, pensò Cassyr. L'adorazione degli spiriti e i sacrifici e la sorellanza potevano andare bene per invocare gli spiriti ma tendeva a rovinare le bestie da soma. Comunque, c'era poco da lamentarsi. Senza la donna Dunmer e il suo bambino, ci aveva messo un tempo eccellente. Davanti c'erano i muri che circondavano la città della sua patria. Quasi subito, fu accolto dai suoi vecchi amici e familiari.



"Com'è andata la guerra?" gridò suo cugino, correndo nella strada. "E' vero che Vivec ha firmato una pace col Principe, ma l'Imperatore si rifiuta di onorarla?"



"Non è così, vero?" chiese un amico, unendosi a loro. "Ho sentito che i Dunmer hanno fatto uccidere il Principe e poi hanno messo in piedi la storia di un trattato ma non c'è prova di esso."



"Non succede nulla d'interessante qui?" disse Cassyr ridendo. "Non ho il minimo interesse di discutere della guerra o di Vivec."



"Hai perso la processione di Lady Corda," disse il suo amico. "E' venuta dalla baia con la compagnia completa ed è andata ad est verso la Città Imperiale."



"Ma questo non è nulla. Com'è Vivec?" chiese suo cugino appassionatamente. "Dovrebbe essere un dio vivente."



"Se Sheogorath si dimettesse e avessero bisogno di un altro Dio della Follia, sarebbe lui," disse altezzosamente Cassyr.



"E le donne?" Chiese il ragazzo, che aveva visto delle donne Dunmer solo in poche occasioni.



Cassyr quasi sorrise. Turala Skeffington balzò nella sua mente per un attimo prima di scomparire. Sarebbe stata felice nel conclave e suo figlio sarebbe stato ben curato. Ma erano parti del passato, ormai, un luogo e una guerra che voleva dimenticare per sempre. Scendendo dal cavallo, entrò nella città, parlando di chiacchiere triviali della vita nella Baia Iliac.




 
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