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36 Lezioni di Vivec, sermoni 31-36

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view post Posted on 29/6/2006, 11:35
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Molti altri anni passarono a Resdaynia e gli alti sacerdoti dei Dwemer erano quasi pronti a fare guerra ai dominatori di Veloth. L'Hortator era diventato il marito di Ayem in quest'epoca e il primo santo della via Trina. Vivec si era stancato di combattere i suoi figli e figlie, così prese una tregua per provare e trovarli.



L'Hortator disse a sua moglie, 'Dov'è Vivec, il mio insegnante? L'amo ancora, anche se diventa freddo. Le sue lamentele, se posso chiamarle così, hanno cambiato la pelle dell'intero paese. E' difficilmente trovabile da qualsiasi parte di Veloth adesso. La gente diventa scura per questo.'



E Ayem ebbe pietà per i suoi mariti preoccupati e gli disse che la spada del Trino stava combattendo dei mostri minori risvegliati dai Dwemer mentre lavoravano sulle loro macchine d'assedio di ottone. Prese l'Hortator dentro di sé e gli mostrò dove era il suo maestro.

ALMSIVI, o almeno quell'aspetto che scelse di essere Vivec, era seduto nella Sala della Litania del Tempio del Falso Pensiero dopo la sua battaglia con gli Ogre Flauto-e-Tubo della Frattura Occidentale. Cominciò a scrivere, ancora, nel suo Libro delle Ore. Doveva indossare la sua Faccia d'Acqua prima. In quel modo poteva separare il bronzo del Vecchio Tempio dal blu del Nuovo e scrivere felicemente. Secondo, doveva prendere un'altra penna dalla Grande Luna, rendendola quindi morta. In quel modo avrebbe potuto scrivere sui mortali con verità. Terzo, ricordò il Banchetto di Pomegranate, dove fu forzato a sposare Molag Bal con scritture bagnate per cementare i suoi simili come Mephala e scrivere con mani nere. Scrisse:



L'ultima volta che sentì la sua voce, mostrando il più leggero segno di impazienza, imparai a controllarmi e a sottomettersi alla volontà degli altri. Dopo di questo, osai prendere il sacro fuoco e capì che non c'era equilibrio con gli ET'ADA. Erano bugiardi, radici perdute e il massimo che posso fare è essere un interprete nel razionale. Anche questo fallisce i bisogni della gente. Mi siedo sul seggio della pietà e passo il giudizio, lo stato che si sta svegliando e l'aspetto della frase del bisogno innato. Solo qui posso dubitare, in questo libro, scritto in acqua, allargato per includere il male.



Poi Vivec gettò il suo inchiostro su questo passaggio per coprirlo, (per il lettore laico) e scrisse invece:



Trovami nella carta annerita, senza armatura, nello scenario finale. La verità è come mio marito: istruito a rompere, riempito di procedure e rumore, martellante, importante, pesantezza fatti come schemi, lezioni imparate solo da una mazza. Lascia che questi mi sentano quando sono schiaffeggiati e lascia che alcuni muoiano nella polvere del colpo. Lascia che quelli che lo troveranno lo trovino assassinato dall'illuminazione, massacrato come una casata traditrice perché, se un'ora è dorata, allora io sono immortale e un codice segreto. Sono il consumatore del Tamburo del Destino, scelto tra quelli che vivono nel mondo centrale per indossare questa corona, che riverbera con la verità e sono il messia straziante.



La fine delle parole è ALMSIVI.




La Scrittura della Mazza, Primo:



'Il piacere dell'annichilazione è il piacere di sparire nell'irreale. Tutti quelli che vorrebbero sfidare il giorno dormente cercherebbero di entrare in questo movimento. Denuncio l'alienazione della Dualità Cloven con un martello.'



Secondo:



'Prendi da me le lezioni come una punizione per essere mortale. Essere fatti di polvere deve essere trattato in questo modo dai tuoi carcerieri. Questa è la chiave e la serratura del Daedra. Perché pensi che abbiano fuggito il compromesso?'



Terzo:



'Velothi, la tua pelle è diventata l'oscurità incinta. La mia stirpe ha portato avanti questo. Ricorda che Boethiah di ha chiesto di divenire il colore del livido. Come mostrare altrimenti alla gente dell'esodo la vita; col dolore?'



Quarto:



'Il saggio che non è un incudine: una frase convenzionale e niente di più. Con questo voglio dire morto, il quarto percorso.'



Quinto:



'Un'adeguata comprensione delle virtù: inscenate e da assassinare.'



Sesto:



'Alla fine, gioisci come un ostaggio salvato dal tormento battente ma che assapora la sua ferita. Il tamburo si rompe e trovi che era un nido di calabroni, che è come dire: il tuo sonno e finito.'



Settimo:



'Il sospettoso è spettacolo e la bugia è solo un'ispirazione teorica.'



Ottavo:



'Ma allora perché, chiedi, i Daedra vogliono interferire con l'Aurbis? E' perché sono i critici radicali, essenziali come tutti i martiri. Quelli sono più malvagi di altri non in un'illusione. O almeno, è un'illusione necessaria.'



La fine delle parole è ALMSIVI.




Quindi Vivec lasciò la Sala delle Litanie del Tempio del Falso Pensiero, dove era rimasto per così tanto per creare la scrittura della luce battente e tornò allo spazio che non era uno spazio. Dalla Casa Provvisionale guardò nel mondo centrale per trovare il settimo mostro, chiamato Roccia della Menzogna.



Roccia della Menzogna era nato dalla Seconda Apertura di Vivec e fu buttato fuori dal Banchetto dei Melograni da un membro delle Scope, un'altra gilda dimenticata. Le Scope non lo presero per il mostro che era e non si aspettarono che volasse dalle loro mani nei cieli.



'Sono nato da saggezza dorata e da poteri che dovrebbero essere stati diversi per sempre! Con questa natura sono invitato nel Cielo Nascosto!'



Con questo voleva dire la Coltre Squamata, fatta di non-stelle, il cui numero è tredici. Roccia della Menzogna divenne pieno di follia, discutendo col Fantasma del Vuoto che si nasconde nelle religioni di tutti gli uomini. Il Fantasma del Vuoto disse:



'Stai con me cento anni e ti darò un potere a cui nessuna divinità oserà disobbedire.'



Ma prima che passassero i cento anni, Vivec stava già cercando la Roccia della Menzogna e lo trovò.



'Stupida pietra,' disse Vivec. 'Nascondersi nella Coltre Squamata è come lasciare un segno sul nulla. I suoi affari sono solo per i re dominanti!'



Così Vivec mandò l'Hortator nei cieli per aprire la Roccia della Menzogna con l'ascia con un nome. Nerevar fece pace con la stella del polo sud del furto e con la stella del polo nord dei guerrieri e la terza stella polare, che esisteva solo nell'etere, che era governata dall'apprendista di Magnus il sole. Gli diedero il permesso di vagare tra le loro cariche e gli diedero una vista rossa con cui trovare la Roccia della Menzogna nel Cielo Nascosto.



Per caso, Nerevar incontrò prima il Fantasma del Vuoto, che gli disse che era nel posto sbagliato e a cui l'Hortator disse, 'Io o te?' e il Fantasma del Vuoto disse entrambi. Questo sermone non dice cos'altro fu detto tra questi maestri.



Roccia della Menzogna, comunque, usò la confusione per lanciare il suo attacco sulla città-dio, Vivec. Era accelerato da tutti i tre guardiani neri che lo volevano morto rapidamente, anche se non volevano ostilità col signore dell'aria centrale.



La cittadinanza di Vivec urlò mentre vedevano una stella cadente scendere dal buco del cielo come da un casello infernale. Ma Vivec semplicemente sollevò la sua mano e congelò Roccia della Menzogna proprio sopra la città e poi perforò il mostro con Muatra.



(La pratica di perforare la Seconda Apertura è ora proibita.)



Quando Nerevar tornò, vide la cometa congelata sopra la città del suo signore. Chiese a Vivec se la volesse togliere o meno.



'L'avrei fatto da solo se lo volevo, stupido Hortator. Lo terrò qui con la sua ultima intenzione intatta, così che se l'amore della gente di questa città per me dovesse sparire, così farà il potere che impedisce la loro distruzione.'



Nerevar disse, 'L'Amore è solo sotto la tua volontà.'



Vivec sorrise e disse all'Hortator che era divenuto un Ministro della Verità.



La fine delle parole è ALMSIVI.




Quindi Vivec lasciò il Ministero della Verità e tornò allo spazio che non era uno spazio. Dalla Casa Provvisoria guardò nel mondo di mezzo per trovare l'ottavo e ultimo e più forte mostro, chiamato GULGA MOR JIL e altro. Il saggio deve cercare da qualche altra parte questo nome di potere.



Vivec chiamò a fianco a se l'Hortator e questa fu la prima volta in cui Nerevar stette alla Casa Provvisoria. Ebbe la stessa visione che aveva avuto Vivec molti anni prima: quella del re dominatore a due teste.



'Chi è quello?' si domandò.



Vivec disse, ' Il gioiello rosso della conquista.'



Nerevar, forse perché era spaventato s'irrito della risposta del suo signore.
'Perché sei sempre così elusivo?'



Vivec disse all'Hortator che essere altrimenti avrebbe tradito la sua natura.



Insieme si spostarono nel regno di mezzo verso un villaggio vicino dove Vivec era stato trovato da Ayem e Seth. L'ottavo mostro era lì, ma non agiva come un mostro. Era seduto con le sue gambe nell'oceano e uno sguardo preoccupato sulla sua faccia. Quando vedette il suo padre-madre, chiese perché lui avrebbe dovuto morire e ritornare nell'oblio.



Vivec disse all'ottavo mostro che altrimenti avrebbe tradito la sua natura. Poiché questo non sembrò soddisfare il mostro e Vivec era ancora in contatto con la pietà di Ayem disse:



'Il fuoco è mio: permettigli di consumarti,



E crea una porta segreta



per l'altare di Padhome,



Nella Casa di Boet-hi-Ah



Dove diventeremo sicuri



E controllati.'





Il mostro accettò il Muatra con uno sguardo pacifico e le sue ossa divennero le fondamenta della Città dei Morti, Narsis.



Nerevar mise via la sua ascia, che aveva preparato e rimase deluso.



'Perché,' disse, ' mi hai chiesto di venire se sapevi che l'ottavo mostro si sarebbe arreso così facilmente?'



Vivec guardò l'Hortator per molto tempo.



Nerevar capì. 'Non tradire la tua natura. Chiedi quello che vuoi.'



Vivec disse, 'ti ho portato qui perché sapevo che il più grande dei miei problemi avrebbe ceduto al Muatra senza lamentarsi, se solo gli avessi dato prima la consolazione,'



Nerevar guardò Vivec a lungo.



Vivec capì. 'Dì le tue parole, Hortator.'



Nerevar disse, 'Ora sono il più grande dei tuoi figli.'



Sia questo sermone di consolazione per coloro che lo leggono in quanto sono destinati a morire.



La fine delle parole è ALMSIVI.




'Le formule della magia propria Velothi continuano nell'antica tradizione, ma quella virilità è morta, con ciò voglio dire almeno sostituita. La verità deve la sua natura medica allo stabilirsi del mito della giustizia. Le sue proprietà curative allo stesso modo devono al concetto di sacrificio. Principi, capi e angeli tutti si sottomettono alla stessa nozione. Questa è una visione basata primariamente su un'abolizione prolifica di una profanità implicata, vista nelle cerimonie, nelle lotte coi pugnali, nella caccia e nell'esplorazione della poetica. Nel rituale delle occasioni, che viene a noi dai giorni della luce nella caverna, non posso dire più che rilasciare la tua equazione degli umori rispetto alla moneta lunare. Più tardi, e con ciò voglio dire molto, molto più tardi, il mio regno sarà visto come un atto di amore elevato, che è un ritorno dal destino astrale e dai matrimoni che stanno in mezzo. Con questo voglio dire le catastrofi, che verranno da tutti e cinque gli angoli. Successive sono le revisioni, differenziate tra speranze e sconvolgimenti, situazioni che sono solo richieste dalla morte periodica dell'immutabile. Il tempo cosmico è ripetuto: ho scritto questo in una vita precedente. Un'imitazione della sommersione è la premonizione dell'amore, la sua follia nell'aldilà, ossia il giorno in cui leggerai fuori di te in un'età d'oro. Perché in quel giorno, che è un ombra del concetto sacrificale, tutta la storia è obbligata a vedermi per quello che sei: innamorato del male. Per tenere i propri poteri intatti a questo livello è permettere l'esistenza di ciò che può essere solo chiamato uno spirito continuo. Rendi il tuo amore una difesa contro l'orizzonte. L'esistenza pura è garantita solo al santo, che viene in una miriade di forme, metà delle quali sono spaventosi e l'altra metà divise in parti uguali senza scopo e assicurate. L'amante che arriva a questo in qualunque altro percorso che non sia il quinto, che è il numero del limite di questo mondo, è in ritardo. L'amante è il più alto paese e una serie di credenze. E' la città sacra privata di un doppio. La terra non coltivata dei mostri è la regola. Questo è chiaramente affermato da ANU e dal suo doppio, il cui amore sa che nulla è mai veramente successo. Similmente, tutti gli altri simboli della realtà assoluta sono antiche idee pronte per la tomba, o almeno l'essenza di questi. Questa scrittura è ordinata direttamente dai codici di Mephala, l'origine del sesso e dell'omicidio, sconfitti solo da quelli che prendono queste idee senza il mio intervento. L'elite religiosa non è una tendenza o una correlazione. Sono dogmi complementati dall'influenza del mare non degno di fiducia e del governo delle stelle, dominate al centro dalla spada, che è nulla senza una vittima da abbattere. Questo è l'amore di Dio e come dovrebbe mostrartene di più: predatorio ma allo stesso tempo strumentale alla volontà della mietitura critica, uno scenario per cui uno diventa come è, maschio e femmina, il magico ermafrodita. Segna le norme della violenza e le registra a malapena, sospeso com'è dai trattati scritti tra gli spiriti originali. Questo dovrebbe essere visto come un'opportunità e in nessun modo tedioso, anche se alcuni daranno questo perché è più facile baciare l'amante piuttosto che diventarlo. Le regioni inferiori pullulano di queste anime, caverne di tesori profondi, che si incontrano in luoghi per testimoniare per modo e estensione, quando l'amore è soddisfatto solo da uno sforzo considerevole (incalcolabile).'



La fine delle parole è ALMSIVI.




Perché questi erano i giorni di Resdaynia, quando i Chimer e i Dwemer vivevano sotto la saggia e benevola regola dell'ALMSIVI e il loro campione era l'Hortator, anche se i Dwemer erano divenuti folli e avevano sfidato i loro padroni.



Uscirono dalle loro fortezze con balliste dorate che camminavano e grandi atronach e cose che sputavano fiamme e cose che suonavano canzoni assassine. Il loro re era Dumac Nano-Orco, ma il loro alto sacerdote era Kagrenac il portatore di Blight.



Sotto e sopra le montagne infuriò la guerra coi Dwemer e poi vennero gli uomini del nord per aiutare Kagrenac e portarono ancora Ysmir.



Alla guida degli eserciti dei Chimer c'era lo schiavo che non sarebbe perito, l'Hortator Nerevar che aveva scambiato la sua ascia per il Pugnale di Ethos. Uccise Dumac alla Montagna Rossa e vide l'osso cuore per la prima volta.



Uomini d'ottone distrussero gli undici cancelli della Stiva Luttuosa e dietro di loro venero gli architetti dei toni Dwemer. Ayem gettò il suo mantello e divenne la Regina Faccia-di-Serpente dei Tre in Uno. Quelli che la guardavano erano sopraffatti dai significati delle stelle.



Sotto il mare, Seth mescolava e portava l'esercito su cui stava lavorando nei castelli di vetro e corallo. Dreugh ad orologeria, imitazioni delle macchine da guerra Dwemer, emersero dal mare e portarono sotto le loro controparti, dove furono per sempre ingoiati dal mare.



La Montagna Rossa esplodeva mentre l'Hortator entrava troppo, cercando lo Sharmat.



L'alto sacerdote Dwemer Kagrenac rivelò poi che aveva costruito l'immagine di Vivec. Era una stella che camminava, che bruciava gli eserciti dei Triuni e distrusse il cuore dei Veloth, creando il Mare Interno.



Tutti gli aspetti dell'ALMSIVI si alzarono insieme, combinandosi come uno solo e mostrarono al mondo il sesto percorso. Ayem prese dalla stella il suo fuoco, Seth prese da essa il suo mistero e Vehk prese da esso i suoi piedi, che erano stati costruiti prima del dono di Molag Bal e distrutti nel modo della verità: con un grande martellamento. Quando l'anima dei Dwemer non poté più camminare, furono rimossi da questo mondo.



Resdaynia non esisteva più. Era stata redenta di tutte le iniquità degli sciocchi. L'ALMSIVI trasse delle reti dal Posto Iniziale e catturò la cenere della Montagna Rossa, che sapevano essere il Blight dei Dwemer e che sarebbe servito solo per infettare tutto il mondo centrale e la mangiarono. ALTADOON DUNMERI!



L'inizio delle parole è ALMSIVI. Ti do questo come Vivec.

 
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