Premetto che conosco la catena (Leotron, più che Mercatopoli, Mercatopoli è solo il nome di facciata di una delle sue sotto-catene) visto che ci sono svariati negozi anche da me... e non parliamo di un'azienda piccola, parliamo di qualcuno che ha SVARIATE DECINE di negozi affiliati che devono sottostare a dei requisiti non proprio alla portata di qualsiasi scemo che apre un locale e no, non se la passa malissimo, anzi, nei periodi "di magra" sono proprio i posti che vendono fuffa usata ma messa bene così come merce scadente in grande quantità a tirare meglio avanti la carretta.
Di fatto Leotron ha messo su un giro di negozi affiliati in franchising degno di altri famosi (e schifosi) MLM come Avon e Herbalife, con la differenza che in questo caso devi essere più del classico pompato dalla palestra o della mammina pancina che vende i trucchi alle amiche di quartiere, hai bisogno di un bel posticino che di fatto deve "sacrificare" buona parte del fatturato in cambio di aiuto, materiale, sostegno infrastrutturale e il nome Mercatopoli.
In pratica funziona così: io, Leotron, c'ho i soldi e metto su un giro di locali a me affiliati, che lego sotto un unico nome.
Il nome unico favorisce l'espansione, la facilità di riconoscimento e la buona impressione iniziale da parte del cliente di turno.
Un esempio lampante è Amazon. Chiunque compra roba su Amazon dice "l'ho preso su Amazon".
In realtà lo hai preso
tramite Amazon, perché spesso l'oggetto che acquisti è venduto da un venditore che usa solo Amazon come piattaforma: Amazon ti fornisce il sito, l'ambiente fatto bene, certe policies a tua protezione come venditore, un servizio assistenza clienti (che riesce a "non lavorare" grazie ai già enormi margini... perché perdere tempo a cambiare o riparare qualcosa di rotto quando posso direttamente buttarlo nel cesso e dartene uno nuovo? tanto chissene...).
Il tuo caricabatterie nuovo non lo hai preso da Amazon, lo hai comprato da Qong LingLong, mentre la cover del tuo telefono la vende MikiDildoRosa... il telefono no, è già un bene premium e te lo vende direttamente qualcuno come Samsung, Motorola o Huawei.
Però tu, di fatto, hai comprato tutte e tre le cose da Amazon, e sei apposto così.
Mercatopoli (Leotron) funziona allo stesso modo: ogni mercatopoli è semplicemente il Qong LingLong, MikiDildoRosa o Samsung di turno... alle volte parliamo di un negozio figo e fatto bene, altre volte è la fiera del ribasso sia dei prezzi che della qualità. Tutti però rispondono alla società in cima, Leotron, la quale semplicemente avrà una richiesta semplice ma alquanto incisiva in stile "non me ne frega un cavolo secco di cosa vendi, con chi e di come hai intenzione di fare soldi, io ti passo Nome, insegne, divise, know-how e assistenza e tu in cambio mi dai il 65% dei tuoi ricavi. Il resto è tuo e sono affari tuoi di come ti gestisci, ricorda solo che
la merce è a carico tuo, così come il resto delle spese".
Ciò che sei crea è, di fatto, il classico mercatino cinese, pieno di roba di ogni tipo a prezzi bassissimi con i cinesi che ti seguono per i reparti, con la sola differenza che il negozio affiliato di turno può ridursi a fare la stessa cosa ma con nome, ambiente, stile e staff italiano.
Il tipico cliente babbo morto entra nel locale "China Market" e pensa chiaramente "va sto posto di cinesi di merda, come cazzo fanno a tenere i prezzi così lo sanno solo loro"... però ehi, è un negozio di cinesi, che schifo. E poi son cinesi, c'è la mafia sotto, sicuro. Chissà quanta roba targata C E che è finta... ma davvero ci sono persone che comprano questi dinosauri giocattolo fatti di scarti di plastica ai propri bambini? E le vernici tossiche? E vogliamo parlare di come è tutto made in China con titoli e immagini chiaramente copiate o ritoccate al computer di oggetti originali?
Passa la voglia, no?
"Dai cinesi ci vado solo quando non trovo una cosa in particolare" ti dice il cliente babbo morto "perché sennò non ci andrei mai, che schifo. E poi tutti sti cinesi del cazzo che ci rubano il lavoro...". Ma stranamente questi posti han sempre gente dentro, magari non tantissima ma il viavai è interminabile. E no, la gente che entra dentro non è cinese, è italiana (o comunque di qualsiasi tipo).
Lo stesso cliente babbo morto, indignato, entra quindi in "Mercatopoli".
"Sembra proprio un nome italianissimo di una catena che esiste da una vita" pensa tutto felice il cliente babbo morto "Mi ricorda proprio i magnifici anni 80. Allora sì che si stava bene, e non c'erano tutti sti cinesi di merda". Mercatopoli ha molto il sapore di made in Italy, che è universalmente visto come sinonimo di alta qualità, mica come quella paccotiglia cinese. E lo staff non è composto solo da cinesi che ti seguono nei vari reparti convinti di essere più invisibili dei fantasmi.
"Fanno lavorare gli italiani, se proprio devo comprare qualcosa vengo qui".
Poi il fatto che il 99,9% sia la stessa roba venduta da China Market poco importa, perché quasi nessuno si fila più il "made in China" sotto le scatole quando entri in un negozio così italiano nel nome e nello stile. No, qui rievochiamo i ben più italiani Upim, Marino fa mercato, Grande Migliore. E soprattutto non ci sono cinesi, senza contare che con un nome del genere ti puoi tranquillamente infilare nei soliti agglomerati di capannoni industriali adibiti a catene come Unieuro, Trony, Mediaworld e centri commerciali vari senza sfigurare o sembrare un "negozio di cinesi di merda che hanno talmente tanti soldi ormai che si comprano pure i capannoni".
Facendo di fatto leva sull'italianismo evocato da nomi e da ambienti, chi si affida a Leotron riesce di fatto a trasformare il suo China Market Italiano (fallimentare) in un
China Market Italiano (con aspetto di successo), guadagnandoci un botto in clientela sul piano dei numeri.
Resta però quel dannatissimo problema del fatto che Leotron prende 2/3 dei ricavi... questo lascia poco scampo: nessuno vende roba di alta qualità a Mercatopoli, c'è solo roba in grosse quantità, ma è tutto materiale scadente. Proprio come un China Market. E le spese? Le spese sono elevate accidenti, gli italiani vogliono il welfare, lo stipendio alto, il CCNL, i sindacati, il cesto di Natale, mica come i cinesi a cui basta avere un lavoro. Ma sei un China Market camuffato da Market Italiano, devi agire in maniera cinese ma con modalità italiane, quindi assumi solo da cooperative di dubbia gestione alla maniera terronica (applicata anche al nord) che riescono in qualche modo a mantenersi sul filo della legalità pur adottando metodi da caporalato, tanto basta fare leva su queste categorie, sempre ricche di persone da cui attingere per rimpinguare i propri ranghi:
- giovani inesperti, ansiosi e/o alla prima esperienza (il tuo caso)
- giovani che "non trovo lavoro manc po cazz"
- gente fallita che non assumerebbe nessuno sano di mente
- vecchi inutili, e non intendo inutili perché vecchi...
- gente senza sogni né futuro
- gente che non ha mai avuto voglia di impegnarsi un minimo
Entri a lavorare da me? Nessun problema, c'è quanto lavoro vuoi e tutto il resto, finalmente puoi smettere di sentirti un disoccupato, ma siccome devo tenere bassi i costi per rientrare al meglio nei margini ecco che ti becchi la paga da China Market. Se ti va bene ottimo, benvenuto a bordo, zitto e lavora alle mie condizioni, se ti spremi troppo ti lascio a casa che tanto è pieno di disperati. Non ti va bene? Chissene, torna tra i disperati, il mondo è pieno di limoni da spremere e i limoni costano comunque poco.
Veniamo a noi: uno degli obbiettivi che ognuno dovrebbe avere nella propria vita, secondo me, è proprio quello di evitare di essere i limoni di turno, a meno che non ci sia un effettivo tornaconto o che l'esperienza ti sia in qualche modo d'aiuto.
Senza girarci troppo intorno... 500 euro per il ritmo che ti viene chiesto di mantenere, aldilà di quanto la mansione possa richiedere da un punto di vista di conoscenze o di abilità, è uno sputo e sinceramente è pure lesivo per la tua dignità.
E prima che arrivi il genio a dire "eh ma in India ci sono ingegneri aerospaziali che fanno un lavoro della madonna e prendono solo 100 dollari al mese, che ti lamenti tu che prendi 500 euro?" rispondo: cretino, è il costo della vita e il rapporto tra stipendio e spese a permettere la classificazione tra ricchi e poveri, non la quantità di soldi ricevuti in sé. Sennò è come con gli americani, hanno sì gli stipendioni ma ogni cosa è a carico loro, pure se prendi 100k $ l'anno diventi un barbone pezzente anche solo nel momento in cui ti rompi un dito e non hai qualche assicurazione sotto al sedere.
D'altro canto però io stesso ho lavorato per 350 euro/mese, ma intanto che lavoravo ero comunque: A. nel mio settore d'interesse e B. attorniato da persone decisamente più esperte di me in quel settore da cui potevo attingere conoscenze ed esperienze.
Potevo vedere il mio lavoro non come uno sfruttamento bello e buono, ma come una specie di "scuola dove però sto giro mi pagano anche se poco", e finché si è giovani e agli inizi ti dico sì, vai, buttatici a capofitto ed escine vincitore, perché solo così puoi crescere professionalmente e meglio degli altri... è tutto carburante per il tuo viaggio nel futuro, qualcosa che ti garantirà non solo solidità del tuo lavoro (è difficile licenziare qualcuno bravo, perché costa e arreca danni a qualsiasi azienda che se lo gioca), ma anche facilità nei colloqui e negli ingressi, facilità dell'esperienza lavorativa in sé (chi arranca si ritrova a dover inseguire sempre tutto e tutti, e non serve dire che stanca presso... stanchezza = stress = salute che se ne va, umore brutto e ingrigimento della propria vita).
Ma ritrovarti sfruttato "come un cinese" solo perché devi fare un favore a qualcuno che deve rientrare in determinate barriere di costo, beh, regalagli un bel fanculo perché
chi ci sta rimettendo veramente sei tu, non lui/lei, perché prima di tutto devi ragionare bene e capire se quei 500€ che perdi valgono la fatica, il tempo non dedicato allo studio (o al riposo, perché studio + lavoro è massacrante e quasi inevitabilmente finisci col fare male uno o entrambi a meno che tu non sia l'ennesimo malato di lavoro che ha come scopo nella vita quello di farsi sfruttare e fare straordinari che lo fanno sentire pieno e soddisfatto come il pollo che è), o se quell'esperienza lavorativa è in grado di lasciarti qualcosa che migliori il tuo carattere, te come persona o che ti dia una mano con l'apprendere meglio nozioni del tuo settore d'interesse per gli studi (in questo caso Psicologia).
Se già sei così in crisi significa che il tuo corpo ha comunicato alla tua mente che qualcosa non va e che non vuole continuare a stare lì. Il blocco del licenziamento è qualcosa su cui moltissimi fanno leva, coadiuvati da "eh ma c'è crisi, eh ma non c'è lavoro, eh ma se vai via da qui dove finisci" ecc.ecc., quando alla fine io ti dico semplicemente di guardarti intorno, bene o male han tutti un lavoro, bene o male tutti vanno avanti e bene o male chi si è impegnato ha successo (chi non lo ha solitamente è perché ha fatto scelte col culo in fatto di compagnie, droghe, gioco d'azzardo, bevute, non tanto per "sfiga") mentre chi non ha fatto niente nella vita ha concluso, appunto, niente.
Personalmente ti consiglio di presentarti di fronte ai tuoi genitori (entrambi, non solo tua mamma) e di parlarne con loro di questa storia, chiedendo loro se sei di peso. Te lo dico perché è corretto che tu comprenda bene sia il loro punto di vista che il loro attuale stato, perché magari si stanno sacrificando un bel po' per mandarti a studiare e vederti operoso con qualche soldo in tasca sarebbe un sollievo... così come ti potrebbero dire "guarda, ti preferisco riposato e studioso perché sì, ci costi un poco ma possiamo sostenerti nel tuo cammino fino a che non sarai in grado di andartene fuori dalle palle con la tua laurea".
Per le dimissioni invece nessun problema, lo stato italiano è finalmente riuscito a combinarne una decente e sinceramente è comodissimo, ti bastano lo SPID e un accesso al sito INPS (o ancora meglio, puoi usare l'app IO sul telefono) per lasciare le tue dimissioni. Selezioni la data e confermi, nel tuo caso è facile che non debba nemmeno lasciare un preavviso né farti vedere da nessuno a lavoro
Prendi con la dovuta cura quest'informazione, consulta i termini del tuo contratto e quelli previsti dall'inquadramento CCNL prima di buttarti a muzzo in giro, almeno hai le idee chiare sulle tempistiche da rispettare.
Tieni a mente che:
1. Sei nel pieno diritto di NON dare spiegazioni sul perché te ne vai
2. Sei nel pieno diritto di andartene, sempre
3. Hai il dovere di non sentirti un cattivo ad andartene. Tu sei lì perché ti piace fare soldi e comprarti le minchiate, a loro fai comodo perché frutti soldi. Siamo tutti mercenari, siamo tutti prostitute e ognuno bada al suo.
4. Se in un posto di lavoro non ti senti ok, non fa per te. Se non pensi alla tua salute e al tuo benessere, non lo farà nessuno al posto tuo, nemmeno i tuoi genitori (che, ti ricordo, non sono eterni, quindi meglio imparare presto).
5. Tutto il tempo che perdi dietro a cose inutili, tra cui orgoglio e vergogna, è tutto tempo che stai togliendo al te futuro, alla tua futura compagna (o compagno, o compagnoa
devo essere actual ormai
) e alla tua famiglia. Spesso ti penalizza anche come soldi, il che ritarderà un sacco di cose interessanti e importanti come acquisti di mezzi e case, spese per eventi, risparmi & spese per imprevisti e via dicendo.
Infine, esperienza personale fatta anche licenziandosi da alcuni posti, sul lavoro difficilmente ci sono "veri amici".
Ci sono facce da culo, NPC inutili, colleghi amichevoli e colleghi amichevoli, disponibili e collaborativi (quelli che un po' ti vengono incontro o con cui puoi fare cose come cambi turni), ma davvero raramente "amici".
Il fatto che qualcuno ti faccia dei favori come l'aiutarti con gli spostamenti in auto o chissà cos'altro, è spesso roba eseguita da persone che han bisogno o che comunque hanno un loro comodo nell'averti lì vicino e a disposizione... sai com'è, "non si trovano tanti bravi ragazzi come te in giro". Di solito le persone che non sono mai il capo o, ancora meglio, chi ci mette (o rimette) davvero i soldi, perché quelli sono sempre a debita distanza da te soprattutto se sei il garzone lvl 1.
Non essere il bravo ragazzo a lavoro, sii la persona giusta e corretta ma mai il "bravo ragazzo".
I bravi ragazzi, nel lavoro come con le donne, finiscono ultimi. Infatti la figa la vedono sempre col binocolo, o se la ritrovano scassata quando è il loro turno, però ehi, "vantiamoci di questo"
Sti concetti del bravo ragazzo buttali fuori dalla testa, sei lì a lavorare per far girare bene IL TUO mondo, e così facendo farai girare bene anche il mondo di qualcun altro così siamo tutti felici. Come vedi il pensiero "eh ma sono un bravo ragazzo" non sta facendo altro che penalizzarti anche adesso, tenendoti nell'ansia. Liberatene
EDIT: un paio di correzioni di roba scritta male
Edited by Scandisk - 12/11/2021, 01:02