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I misteri di El’meimirel, Un tentativo di creare qualcosa.

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view post Posted on 22/3/2019, 20:59
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I misteri di El’meimirel




prima di iniziare con la storia, vorrei precisare che non so per quanto questo progetto andrà avanti.
Essendo il primo, vero tentativo di creare qualcosa dal nulla, senza essere legato (al massimo lontanamente ispirato) a qualcosa di già esistente, la qualità potrebbe non essere il massimo in certi punti.
In oltre, vorrei precisare che alcuni personaggi useranno, a tratti, un linguaggio scurrile (non sempre).
Detto questo, la storia che segue è la prima di (spero) alcune storie ambientate nel mondo di Sal'taron.
Buona lettura.


Capitolo 1

Le grida degli spettri del mare soffiavano nel vento salmastro, che con la furia degli inferi agitava le torbide, nere acque.
Le onde, infrangendosi sugli scogli bianchi come ossa, echeggiavano roboanti come naufragi lontani. Il cielo non era da meno, nero come stormi di malauguranti corvi, con qualche sprazzo di nuvole illuminate dal sole.

Su quelle coste fredde, vi era un piccolo accampamento costruito con i rimasugli delle navi che sono approdate negli ultimi anni, un insediamento di cacciatori di fortune e insaziabili archeologi, tutti con un unico sogno: fama e denaro.
《 Dov'è il vecchio ?》
《 Diceva che l'avremmo trovato alla locanda .》
《 Hah, vecchio umano specificato no.》
Era il trio meno armonico che fosse mai stato creato dal caso, solo descriverli era già la premessa di una qualche battuta di pessimo gusto: un elfo scorbutico, un'orchessa dai tratti nobiliari e un ghoul vestito di stracci e penne di corvo.
La tratta era stata lunga, e la pazienza della ciurma con cui si erano uniti ancora di più. I locali non erano molto felici di vederli, e il vociferare aspro e competitivo.
L’elfo, dalla pelle pallida e i vestiti pregiati, era chiaramente infastidito e non nascondeva le emozioni contrastanti, tanto da voler sfoggiare l'attitudine altezzosa caratteriale della razza, tenendo lo sguardo fisso all’orizzonte, ma quell'atteggiamento stava più facendo ridere i locali.

《Buzzurri. Non saprebbero distinguere un diamante da uno zircone neanche se glieli mostrassero, 》la voce nasale dell’elfo era a dir poco irritante, più dello stridere delle unghie su una lavagna. 《Almeno voi due non siete a disagio… oh, povero me, costretto a dovermi imbarcare in questa “magica avventura” per quattro spic-》
Come dicevano i detti: mai tenere lo sguardo all’orizzonte quando si passa sotto una finestra la mattina.
Stranamente, quell'acqua era tiepida e non molto aromatica, e tutt'intorno i locali si erano messi a ridere e applaudire alla corposa donna affacciata con in mano un catino sopra l’elfo.
《Ma dico… ehi, questi vestiti costano più di te, fa più attenzione con quell'acqua !》
《Bello, se chiami il piscio acqua non so cosa chiami merda.》
《P… pi… cos…》Il terrore e disgusto freddo dell’elfo traspariva dagli occhi sbaragliati e la bocca torta in un'espressione di raccapriccio, mentre se ne stava lì, paralizzato tra lo sgomento e le risate. In silenzio, l’elfo cominciò a girare i tacchi e affrettarsi a tornare indietro, ma venne fermato dai suoi non proprio stimati compagni di viaggio. 《Oh no, io un altro passo non li faccio in quel letamaio non c'è lo faccio, non se ne parla !》
《E invece muovi quelle chiappette secche che ti ritrovi. Sono due mesi che ti sopporto…》
Il ghoul fece un verso gracchiante, mentre agitava in modo confuso le braccia.
《... giusto, che ti sopportiamo. A Netè’tal sapevi a cosa andavi in contro, ora stringi i denti e andiamo a quella dannata locanda! 》
《 Mi hanno appena lanciato del piscio addosso ! A me !》
《Vorrà dire che la prossima volta guarderai dove vai, ora o ti muovi e fai buon viso a cattivo gioco o ti trascino fino a là .》

L’elfo era sbalordito dal tono dell’orchessa, da quanto spavalda e convincente fosse. L’unica cosa che poteva fare era restarsene in silenzio, e arrivare a pochi metri dalla locanda.
Ma la sua lingua si mosse senza pensare.
《Tu ci sei abituata a vivere in mezzo alla merda, stupida troia pelleverde…》
Così come rapidamente sputò quelle orribili parole, l’elfo realizzò la grande idiozia che aveva fatto, e cominciò a sentirsi, giustamente, teso.
Senza una parola, l’orchessa cominciò a girarsi, e sembrava quasi che tutto scorresse lentamente, mentre caricava con tutta la sua rabbia un pugno con quelle sue grosse, forti mani.
《Oh porca me-》

Tutto sommato, non era una brutta locanda.
Certo, era una catapecchia come poche, tenuta insieme da chiodi arrugginiti e assi marce e incrostate, l'odore dava a desiderare e la gente ubriaca e chiassosa era un motivo ulteriore a girare i tacchi, ma non per il trio.
Ancora infuriata, l’orchessa entrò velocemente sbuffando e mormorando qualcosa a se, mentre dietro di lei l’elfo entrò barcollante e ricoperto di sangue proveniente dal suo naso, con il ghoul che cercava di non farlo cadere a terra, dandogli delle bastonate sugli stinchi e dei colpi sul torace.
In quella bolgia, non fu difficile trovare la persona che gli aveva assoldati: se ne stava lì, con la mano alta a fare cenno di raggiungerli, e lo sguardo più torvo tra tutti quegli allegri ubriaconi. Aveva dei vestiti ricamati di giallo e blu, e sulla testa una coroncina d'oro con una gemma verdastra incastonata in in essa. L’orchessa deglutì poco prima di sedersi al tavolo dell'uomo.

《Uh… è lei Sigismund…》
《Siete in ritardo.》 Le dure parole dell'uomo erano abbastanza da zittire la giovane pelleverde. 《Dovevo immaginarlo, quando ho letto le vostre credenziali. Se non altro, non siete morti…》
L’uomo si sporse leggermente a vedere gli altri due, rimanendo abbattuto dalla visione. 《... ma potreste esserlo presto. Se non altro, questo incarico non è difficile, e con me sopravviverete almeno un altro giorno. Avanti, partiamo con le solite presentazioni.》
L’orchessa strattonò i suoi due compagni d’avventura al tavolo, sbuffando e guardandoli innervosita.
《 Va bene… io sono Ra’lag, e… uh…》non aveva neanche cominciato, che calò un silenzio imbarazzante calò tra i quattro. Era la prima volta che faceva una presentazione, e durante l'addestramento sembrava molto più facile. 《... sono… ai suoi servigi ?》
《...sì, già lo sapevo, cominciamo bene. Tu, orecchie a punta, dimmi qualcosa di te.》
《Ah, finalmenpe. Io sono Je’fe, mastto acciere di…》
《Fermo così…》muovendo le mani, e puntando le dita verso il naso dell’elfo, l'uomo pervase la testa del menomato in un'aura tiepida e dorata, una meravigliosa sensazione di benessere si fece strada nel corpo di Je’fe… per poi trasformarsi in dolore quando l'uomo gli sistemò il naso. 《Bene, piacere di conoscerti.》
《Gorbashe io è.》e con quelle parole quasi ruttate, le presentazioni finirono.
《Bene, e ora… andiamo.》
《Aspetti… credevamo di poterci fermare ancora un po !》
《Certo… se foste arrivati prima ci saremmo scolati pure una birra, ma siete in ritardi, e con questo anche io sulla mia tabella di marcia. Forza, non vorrete mica che vi prenda per mano.》
《Bah, tipica accoglienza dei maghi.》


Passarono poche ore, che il quartetto si ritrovò nel bel mezzo di quella foresta, a seguire il mago dai capelli d'argento, senza dire quasi nulla. Per essere il primo incarico della sua vita, l’orchessa non si aspettava tutta questa calma, tanto meno ora che la guerra era finita. Nella boscaglia, si sentivano solo i canti degli uccelli e si poteva scorgere qualche animale, ma tutto sommato era tranquillo.
《Va bene, siamo quasi arrivati, almeno avete un passo più veloce di quelli di prima.》
《Aspetta, che ?》l’orchessa si fermò di colpo, facendo sbattere il ghoul contro di lei. 《Questo non c’era nelle domande per l'accettazione. 》
《Ma di che parli, ora ?》
《Non ha letto le domande alla fine del contratto? 》
《Ah, sì… non era di rilevanza. Ora procediamo prima che…》
《Non se ne parla. Se dobbiamo continuare, prima ci deve dire di più su quello che è successo a chi è venuto con lei.》
Negli occhi del mago si accese una strana luce sinistra, mentre le mani venivano avvolte da un'aura bluastro e scoppiettante. Con passi lenti, L’uomo si avvicinò alla giovane avventuriera.
《Vuoi proprio saperlo? Bene: erano molto più bravi di voi, veterani della guerra, combattenti delle legioni di Titos. Ma come voi, gli mancava…》con un gesto, il mago allargò le braccia, e lanciò un fascio di luce sul terreno, circondano il gruppo è innalzando così una barriera magica. Appena eretta, un manipolo di esseri si avventarono su di loro, armati di spade rovinate dal tempo, vestiti di stracci e pezzi di armatura corrosi, e i loro volti erano, così come i loro corpi, in decomposizione.《la furbizia di fare attenzione a ciò che gli stava intorno.》
《Merda secca ! Chi… che diavolo sono ?》
《Orecchie a punta, sei forse cieco ? Sono non morti. O meglio, sono i vostri predecessori più qualche idiota che si è perso sull'isola. 》il mago fece un sorriso beffardo, mentre si passava la mano sulla barba. 《Sapete che c’è? Non ho mai creduto a ciò che veniva scritto sulla carta.》con uno schiocco di dita, la barriera cominciò a restringersi, sempre di più. 《Sono sempre stato il tipo di persona che ama vedere i fatti. Fareste meglio a prepararvi, fatemi vedere cosa sapete fare .》
《Ehi, no, aspetta, aspetta!》gli occhi dell’orchessa cominciarono a farsi seriamente preoccupati.
《Vecchio, giuro sui Cinque Divini che ti ficco ogni mia freccia in corpo se ci fai affrontare quei… cosi.》la voce dell’elfo era ancora più tesa.
《Gorbashe aspetta. Puzzoni spaventa no. Gorbashe abituato evocare loro già.》il ghoul sembrava calmo e sicuro di sé.

Ormai la barriera era sottilissima, i non morti cominciavano a prepararsi, così come i tre avventurieri. La tensione era palpabile, così come la preoccupazione.
《Se fate un buon lavoro, vi pago un extra quì e ora.》
《Vuoi scherzare ? Non è molto d’aiu…》
《Fatevi sotto, schifosi ammassi di merda marcia !》
E così, i tre furono fuori.
E il loro primo scontro in assoluto stava per iniziare.

il piè di pagina.
Dopo quasi 400 anni di schiavitù e pregiudizi, e la guerra tra Titos e Windernonth, le razze orchesche e ghoul sono state pienamente inserite nelle comunità umane ed elfiche (anche se i Ghoul tendono ancora a vivere isolati nelle paludi o nelle montagne del Nord di Windernonth).
Tuttavia, questi ultimi tendono ancora a mantenere pregiudizi e aspri rapporti, soprattutto ora che le grandi casate sono in declino e sempre più elfi si ritrovano a dover lavorare, se non come soldati o mercenari, anche come contadini.


Edited by Loremongrel - 3/6/2019, 21:33
 
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view post Posted on 28/3/2019, 11:07
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Capitolo 2:

《Je’fe, che stai facendo !?》
《Tu pensa agli affari tuoi, pelleverde.》Con leggiadra maestria, l’elfo scoccata frecce in ogni dove, contro i putridi avversari e a momenti centrando anche i suoi compagni.《Io intanto mi guadagno la paga!》
《Fai come ti pare, idiota ! Gorbashe, come st-》
Le risate gracchianti del ghoul erano una risposta adeguata, insieme alle saette che lanciava dal suo crudo bastone tribale fulminante tutto ciò che si trovava sulla sua linea di tiro.
Tutto sommato, combattere dei redivivi del genere non era inusuale, soprattutto se c’era un negromante da qualche parte, e quei boschi erano l'ideale per i reietti degli ordini magici della vicina Windernonth. L’elfo e il ghoul si stavano dimostrando efficaci macchine da battaglia, ma in quanto ad efficienti c'erano seri dubbi: più e più volte, Je’fe e Gorbashe stavano rischiando seriamente di ferirsi gravemente, e Ra’lag sembrava l’unica a combattere seguendo i codici e gli addestramenti, colpendo e fendendo non morti a destra e a manca, ma con una certa ansia palpabile nei suoi occhi.
《Forza, voi tre, siamo fermi già da dieci minuti.》il mago, Sigismund, era nettamente scocciato da dietro la sua impenetrabile barriera magica.《Davvero non vi hanno insegnato niente sui non morti ?》
《Umano tace, Gorbashe stacca lingua sennò!》dopo essersi appigliato sopra la testa di uno degli avversari, il ghoul cominciò a lanciare grida incomprensibili mentre l'aria si faceva… elettrica.
《Non di nuovo… 》gli occhi dell’orchessa valevano più di mille parole. 《Je’fe, al riparo ! Gorbashe lo sta rifacendo!》
《Oh per Arnaesh, per i Cinque, non voglio friggere di nuovo !》
《Qualcuno mi può dare una spiegazione ? Odio non sapere qualcosa, per la pazienza di Magnussen !》

Velocemente, i due si fecero largo tra i putridi nemici, e si gettarono dietro una roccia, mentre il ghoul finiva di gridare da sopra la sua inusuale cavalcatura e il cielo sopra di lui cambiava colore, ancora più tempestoso di quanto già non fosse.
Con un ultimo, gracchiante grido, dal cielo piombarono roboanti fulmini oscuri, che polverizzavano qualsiasi cosa colpissero con ferocia, senza un vero bersaglio, selvaggi come il loro invocatore.
《Per la barba di Magnussen…》da dietro la sua barriera magica, Sigismund rimase colpito da tanta potenza. Per quanto ne sapeva, i maghi ghoul erano potenti nelle magie oscure, non elementali.
Da dietro la roccia, Je’fe e Ra’lag stavano pregando per la loro salvezza, mentre pezzi di redivivi volavano via, spazzati dalla stessa potenza del loro goffo compagno di viaggio. Quando i redivivi furono spazzati via, Gorbashe battè le mani in un singolo applauso, e il cielo tornò del suo solito, grigio colore.

Il campo di battaglia passò dall'essere un verde prato circondato da una fitta boscaglia ad un ammasso di sfrigolanti sterpaglie carbonizzate, con pezzi di non morti sparpagliati in ogni angolo ancora fumanti. Come spettacolo, era di sicuro il migliore che Sigismund avesse mai visto in anni, e lui ne aveva visto di magie spettacolari.
《Per i Cinque, piccoletto, non so dove hai imparato quell'incantesimo, ma dannazione è stato sbalorditivo.》
il ghoul fece una piccola risata, ponendo il pollice verso l'alto.
《In quanto a voi due…》Il mago tornò nettamente serio, aggrottando la fronte mentre gli altri due spuntavano da dietro la loro roccia. 《... fareste meglio a smetterla di giocare. Soprattutto te, giovincella.》
L’orchessa si sentì profondamente offesa nel suo onore, ma per quanto ci provasse non riusciva a esprimersi, sentendosi proprio per quello che era: una semplice Scaldapassi, un'avventuriera alle prime armi, ancora troppo legata alle fantasie.
《Giocare… giocare, dici !?》Tuttavia non si poteva dire del suo isterico compagno .《Tu smettila, vecchio bastardo buono a nulla, mago da strapazzo! Sono ore che camminiamo in questo stupido bosco, e si dia il caso che io non stavo giocando… a differenza di altri due certi accompagnatori… ho sorretto questo manipolo di buoni a nulla con tutto me stesso, mentre tu te ne stavi nella tua maledetta bolla di me-》

Con la potenza che solo un vero mago può manifestare, Sigismund aprì il palmo della sua mano e distese il braccio verso Je’fe, paralizzandolo e ricoprendolo con un aura verdastra. 《Mago da strapazzo ?》Le parole tonanti e furenti del mago paralizzarono il resto del gruppo, mentre lanciava in aria l’elfo, che si mise a gridare di terrore mentre cadeva e veniva lanciato nuovamente più e più volte.《Tu neanche sei riuscito a fare fuori un gruppo di redivivi! E osi definirmi mago da strapazzo? 》
《No, no, non intendevo… non volevo… per Leeran e Arnaesh, non mi uccida, mi dispiace !》
Con un ultimo urlo mentre piombava da sopra gli alberi, l’elfo venne risparmiato dal mago, che sbuffò prima di ricomporsi.
《Faresti meglio a tenere a freno la lingua, orecchie a spillo. Potrebbe risparmiarti qualche seccatura. Adesso, muoviamoci, il campo non è lontano.》
Ra’lag e Gorbashe rimasero silenti per tutto quello spettacolo, con un'espressione tra il divertito e l’alibito. Quando l’elfo venne lasciato cadere a terra da pochi centimetri dal terreno in preda al terrore, i due si divertirono a ripagargli pan per focaccia.
《Andiamo, zuccone, non vorrai rimanere con… con la testa tra le nuvole !》
《Elfo stupido, Mago cacato ti ha sotto !》
L’elfo non disse nulla. Era ancora spaventato e imbarazzato da com'era stato trattato: lui, un Elfo Reale, un elfo proveniente dalle migliori famiglie di Windernonth.

Da dietro le nuvole terse, il sole era alto come gli occhi del suo signore. Nella boscaglia i quattro avevano incontrato solo qualche animale ad ostacolarli, nulla che non avessero mai affrontato e sicuramente molto più semplici da combattere di esseri non morti, soprattutto se in gruppo.
Je’fe era rimasto in silenzio, anche nell'affrontare una grossa tigre; ancora gli rodeva per il fatto di qualche ora prima, tra le risate dei suoi compagni. Sigismund non era tanto soddisfatto, sperava che l’elfo rompesse il silenzio ma l'espressione torva su quel volto appuntito poteva presagire dei problemi.
《Dai, orecchie a spillo, non dirmi che ancora ti girano.》
Je’fe grugnì sottovoce, corrugando la fronte e storcendo la bocca.
《Io non ti consiglio di tenerti del rancore dentro. Guarda che finisci per diventare come il Ghoul.》
All’idea di potersi ridurre come Gorbashe, il volto di Je’fe assunse tutta un'altra espressione, di disgusto e raccapriccio.

Ra’lag invece era soddisfatta di come stava andando, ora che sembrava non ci fossero più problemi.
Camminava sicura, con le braccia sopra la testa e canticchiando qualche motivetto allegro mentre si godeva la camminata. Se non era per i non morti, quella sarebbe stata più un escursione.
《Oh, la nostra guerriera canta già la sua canzone ?》Le parole del mago erano piuttosto sarcastiche. 《Cosa c’è, pensi di tornare a casa nella gloria dopo aver ammazzato due lupi ?》
《No. Ma non vedo perché si debba rimanere immusoniti per tutto il giorno senza aver fatto nulla.》Quella frecciatina fu più precisa delle freccie di Je’fe. 《Piuttosto, è strano vedere dei redivivi spuntare dal nulla. Poi, così precisamente, dopo essere arrivati in uno spiazzo…》
Gli altri due guardarono sospettosi Sigismund, mentre sul volto dell’orchessa si stava formando un largo sorriso zannuto.
《Ammetto che dovevano essere solo cinque…》
《Beccato…》
《Ma ancora non…》
Per poco una saettata non colpì il mago, mentre l'arco teso dell’elfo preparava una freccia incantata per il vecchio mago.
《Sapevo che nascondevi qualcosa, vecchio bastardo.》
《Abbassa quello stecchino, orecchie a spillo, prima che ti lanci da…》
《Mi hai fatto fare la figura dell’idiota. Ho dovuto fare compromessi per riuscire ad entrare nella Compagnia, e fare parte di questo gruppo è stato un sacrificio sufficiente. Sai che c'è, prima io e Gorb ti facciamo il culo…》
《Gorbashe ama no segreti… segreti stupidi.》
《Poi me ne torno a casa, e mi faccio una carriera come si deve. Senza vecchi bacucchi. 》
La tensione era palpabile. Il bastone di Gorbashe sfrizzava di piccole saette bluastre, a Je’fe bastava un movimento e avrebbe scoccato la freccia e le mani di Sigismund erano circondati da un aura fumosa verdastra.

《Va bene, basta così…》Le pesanti mani di Ra’lag piombarono come meteore sulle teste dei suoi compagni, stendendoli a terra inconsci e finendo le schermaglie. 《... ci si uccide un altro giorno. È quasi l'ora di pranzo.》
《Sei proprio una scassa feste, giovinastra.》
《Non è tempo di discussioni. E non penso voglia vedermi affamata.》
《No… non voglio mettermi a litigare con un orco affamato.》Sul volto del mago, si formò l'espressione più vicina ad un sorriso, ma così come apparì si tramutò in un volto beffardo.《 Ma se non la smetti col darmi del lei ti faccio volare sul monte dell'isola. 》
L’orchessa ridacchiò, mentre si caricava sulle spalle i suoi compagni d’avventura. Essere il membro più forzuto del gruppo aveva dei bei vantaggi. 《Piuttosto… cosa stava… stavi dicendo sui redivivi ?》
《Ah, giusto… non so che ci facessero almeno il doppio di essi. E di sicuro non erano i miei, erano ridotti troppo male.》
《Quindi… ci può essere un altro mago sull'isola? 》
《Sicuro, ma non mi piace com'erano ridotti quegli zombie. Come forze e numero erano il lavoro di una mano esperta, ma le condizioni erano quelle di un dilettante.》
《Già… ad ogni modo…》con un po di fatica, Ra’lag prese da una delle sue sacche agganciate alla cintura un foglietto bruciacchiato che diede a Sigismund. 《Dopo che Gorbashe ha fritto i redivivi mi sono trovata questo sotto lo stivale. Non so se è di aiuto, ma la scritta non mi sembra di Windernonth.》
il mago prese subito quel pezzo di carta e lo analizzò per cercare delle tracce di magia, facendo qualche scoperta. 《La magia è debole… questo è un sigillo preparato apposta come tramite per un incantamento… è come il mio catalizzatore, la coroncina che porto… ma molto più debole.》
《Magia di Titos, forse ? Dei disertori di Herisos, o forse Kalanter data la scarsità di magia ?
《No…》un sospiro pesante fece calare un breve silenzio sulla conversazione, dopo che il mago lesse i simboli esotici sul foglio. 《... temo che dovremo batterci con avversari ben più pericolosi di quattro ossa marce.》
Mentre parlavano, i due (e l'altra coppietta incosciente) arrivarono in un buon posto dove fermarsi, non troppo in vista o esposto ad attacchi, abbastanza nascosto dalla vegetazione. Per ora, era meglio prendere un lungo respiro, e sperare che i Cinque fossero ďi buon umore.

Il piè di pagina.
La magia di Sal'taron è un mistero persino per i migliori e saggi tra i maghi. Espressa come un Flusso di energie arcane, solo Windernonth e la regione di Herisos, a Titos, sono pervase da un eccesso di magia, mentre il resto del mondo ha concentrazioni minori via via che ci si allontana.
La magia si concentra in posti carichi di speciali gemme incolore, calde al tatto e capaci di conferire la capacità di manipolare la magia per chi non possiede un legame naturale con il flusso... o armonizzare e tenere sotto controllo chi nasce con poteri magici naturali.


Edited by Loremongrel - 3/6/2019, 21:33
 
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view post Posted on 3/6/2019, 20:31
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Capitolo 3

Ancora non si erano svegliati dal loro “pisolino”.
Ra’lag stava cominciando a pensare di aver esagerato con la forza, e la preoccupazione la facevano agire come una specie di mamma preoccupata, controllando costantemente come gli altri due stavano, una scenetta divertente per Sigismund.
Non potendo continuare, il quartetto si era dovuto fermare da qualche parte nella foresta, e i due ancora svegli si erano creati un bel bivacco. Il sole doveva essere ancora alto, ma era difficile a dirsi, tra le fitte fronde degli alberi e le nuvole nere come la notte.
《Certo che c’è un tempaccio, da queste parti. Tu… sei quì da molto, giusto ?》
In risposta, il mago sbuffò, tirando una mano dietro la testa e ripetendo il gesto un paio di volte.
《Quelli prima di noi…》La voce dell’orchessa cambiò, diventando flebile e con un tono timoroso.《...erano veramente migliori di noi ?》
《Molto, sì.》La risposta fu secca come al solito, ma stranamente meno dura. Poi, Sigismund si mise a ridacchiare mentre faceva levigare verso di lui un grosso pezzo di carne da cuocere sul fuoco davanti ai due. 《Ma è stata quella la loro sfortuna.》
Ra’lag era confusa; rimase in silenzio, guardando il mago e piegandosi verso di lui come per ascoltare meglio le sue parole.
《Erano i migliori figli di buona donna del Blackberg, facevano parte delle Lame Corvine e un paio di loro erano pure dei maghi da combattimento. Li avevo testati, anche se con un altro… metodo, e non avevo visto pecche se non la loro bramosia e l’egocentrismo di un paio di loro. Poi, siamo quasi arrivati alla base della montagna e …》Sigismund si zittì, corrugò la fronte e sbuffò nuovamente.《... sono morti come allocchi perché non hanno fatto attenzione. E così quelli prima di loro. Nessuno fa attenzione, mai. Ma tu mi sembri una tipa sveglia, me l'hai dimostrato prima.》
La giovane orchessa arrossì e si mise a sorridere, finalmente qualcuno si era complimentato della sua arguzia.

La carne faceva un ottimo profumo, tanto da mettere l'acquolina in bocca al l’orchessa. In breve, grazie anche alla magia del mago, la carne fu pronta, peccato però che Je’fe è Gorbashe ancora dormivano profondamente.
《Dannazione, spero di non averli ammazzati.》
《Giovane, per essere un orchessa ti preoccupi di quei due come fossero fratelli tuoi. 》
《Dopo tre mesi passati in mare e altrettanti per passare il Fihra’dun, un po' lo sono diventati.》L’orchessa guardò ancora i due tramortiti compagni con occhi tristi.《 Sono gli unici testardi figli di buona donna che ho. Farei di tutto per loro, anche… uccidere.》
《Proprio non vi capisco, voi orchi. Siete stati schiavizzati per secoli, trattati come feccia e usati come carne da macello in battaglia per anni, eppure non vi siete mai vendicati.》
《Non siamo dei selvaggi.》Lo sguardo e il tono dell’orchessa divennero seri e alla pari del mago.《Ci siamo liberati, abbiamo sofferto e patito. Ma non ha senso vendicarsi su altri che non fossero Yhezin. L’unica cosa che potevamo fare allora e adesso è dimostrare che siamo come tutti gli abitanti di Sal'taron. Se qualche imbecille vuole vendicarsi per sfogare la rabbia, che si accomodi, saremo pronti a punirlo.》
Sigismund sorrise, mentre addentava vorace la sua parte di carne, e Ra’lag tornava ad essere quella di poco fa.
《Però non puoi dirmi che l’elfo sia un signor simpatia…》
《Je’fe può essere stressante, ma si sta ancora abituando ad una vita da cittadino comune, considerando come si trovano gli elfi reali. E poi, c’è qualcosa che mi sfugge, di lui…》Negli occhi dell’orchessa si potè scorgere un barlume di rimembranza, che durò relativamente poco. 《Ad ogni modo, saranno passate almeno tre o quattro ore da quando siamo partiti.》Ra’lag si alzò per andare verso la vegetazione. 《Vado e torno, tempo cinque minuti.》

Trovare un buon punto dove scaricare un po' di peso si stava rivelando un impresa titanica. C'erano insetti da tutte le parti, e l'erba era troppo alta, non valeva la pena di tentare la sorte e ritrovarsi con qualche zampettante bestiaccia addosso.
Ra’lag continuò a camminare per diversi metri chiedendo un po' di misericordia, quando nella lontananza della vegetazione scrutò qualcosa. Sembrava una luce fredda, bianca come le nuvole colpite dal sole che, ora, erano diventate nere come la pece.
Come una falena attratta da una lampada, Ra’lag si mise a camminare verso quella luce, e più si avvicinava più diventava quasi accecante, fino a farle chiudere gli occhi.
《Ah, una nuova cliente. È da molto che non vedevo qualcuno da queste parti.》
Davanti all’orchessa si parò qualcosa di peculiare da trovare su quell'isola, soprattutto così all’interno: un commerciante.
《Avanti, avvicinati, non mordo mica.》Sembrava una persona alquanto vivace, e anche se si fosse rivelato tutt'altro che ben intenzionato, era troppo mingherlino ed esile per avere una speranza. Chiunque fosse, quello sconosciuto assomigliava più a un osso che a un uomo, e il suo esile corpo era coperto da una toga nera che gli copriva parzialmente il volto scavato e aguzzo all'altezza degli occhi. Se ne stava lì seduto con le gambe incrociate, tutto ricurvo sotto a dei ruderi antichi circondato da cianfrusaglie. 《Benvenuta, giovincella, benvenuta.》
《Cosa… cos’è questo posto ? Chi… chi è lei ?》
《Lei chi ? Ci siamo solo io e te.》L’uomo continuava a guardarsi intorno ridacchiando, lasciando un senso di ridicolezza addosso all’orchessa. 《Oh, intendevi me ? Ma certo. Mi chiamo… Febar. Per quanto riguarda l'altra domanda… la risposta è molto più particolare, ma sappi che ci troviamo… su un isola !》
Era ufficiale, quel tizio era pazzo.
《Va bene, basta, me ne…》
《Aspetta. Almeno senti cosa voglio offrirti.》La voce rauca di quel tizio aveva lo stesso effetto di una sirena. L'uomo si allungò e prese per mano Ra'lag portandola a sedersi proprio davanti a lui. L'orchessa era visibilmente perplessa, ma non poteva fare niente se ascoltare il vecchio.
《Perdonami. Non mi sono spiegato bene, prima: questo posto, questa… isola lontana da tutti, è come questo piccolo angolo nella foresta. Uno spettro della sua gloria passata, i resti marcescenti della culla del mondo.》
《Amico… fidati, non riesco a capire molto di quello che dici.》Febar capì la perplessità della ragazza. 《Voglio dire… potresti essere più chiaro ? Non so quante persone hai incontrato, ma… non penso che ti abbiano capito.》
《 Beh, non hai tutti i torti, cara… e va bene, lasciamo stare le storie su questo posto per ora, è ancora troppo presto. Ascolta, voglio aiutare te e il tuo piccolo gruppo di scalmanati, quindi ecco a te.》

L’uomo allungò un vecchio pezzo di carta con strane rune o scritte sopra, risalenti a tempi molto antichi… troppo antichi. Sul sigillo che teneva chiuso il pezzo di carta c’era, però, un simbolo ben conosciuto dalla giovane orchessa, e probabilmente anche dal resto del suo gruppo: un cerchio, con quattro punte intorno, una che puntava verso l’altro, una in basso e le ultime due ai lati, parallele alla precedente. Il marchio dei Divini, ma era a dir poco fuori luogo.
《 Uh… grazie… Febar, sembra utile, suppongo… Ehi, aspetta, ma io non ti ho detto che c’era altra gente con me.》L’orchessa cominciava ad insospettirsi. Un altra volta.
《Ah, allora il mio sesto senso ha colpito ancora. Non preoccuparti, e rilassati, c’è molta strada da fare ancora. Quindi, forza, ora vai, torna dai tuoi amici, ti staranno aspettando.》
《Dubito. Loro sono solo… l’orchessa sembrava perplessa, mentre pensava a cosa rispondere. 《... sono solo degli ingrati piantagrane.》
《Oh, piccola Ra’lag. Ti assicuro che ben presto cambierai idea.》

《 E svegliati, maledizione !》La voce di Sigismund fece aprire gli occhi della ragazza, che si ritrovò a terra, indolenzita e con la gola secca. 《 Oh, per Magnussen, grazie al cielo stai bene. Oi, mi senti ? Cos… cos’è quella faccia, sembra che stai guardando un estraneo.》
Ra’lag si tirò su di soprassalto, come un animale colto di sorpresa, e cominciò a guardarsi intorno: era sempre quel posto, ma non c’era niente della presenza di Febar… se c’era mai stato.
Anche il cielo era diverso: era notte, e le fitte nuvole avevano lasciato brevemente spazio alla Luna di presentarsi. Per quanto era rimasta lì ?
Che diavolo le era successo ?
Gli altri due suoi compagni di viaggio si erano spaventati nel vederla scattare in quel modo, e si allontanarono un po', per sicurezza. Je’fe, però, aveva il suo arco pronto, e il suo sguardo non presagiva nulla di buono. Era successo qualcosa, e Ra’lag non sapeva nemmeno cosa.
“Va bene… va bene, respira, non… non andare nel panico.” i pensieri della giovane orchessa erano confusi e pieni di timori, mentre il mago si avvicinava, parlandole calmo. 《 Va bene… ora, calmati, non c’è nulla da temere, ci siamo qua noi.》La situazione si stava finalmente stabilizzando, ma ciò che l’orchessa non capiva era perché quei tre erano così spaventati… e che diavolo aveva nelle mani ?
Con uno sguardo, Ra’lag vide che nella mano sinistra aveva la sua spada, sguainata e smussata, eppure l’aveva affilata poche ore fa, ma nell’altra… no, non poteva che essere un miraggio, non poteva essere altrimenti.
Con un tonfo, la spada cadde a terra, e con in volto pieno di confusione la giovane orchessa non sapeva cosa dire: cosa diamine ci faceva nella sua mano quella mappa ?
Ehi… non è che adesso si rimette a delirare, vero ?》
Taci, stupido damerino. Giovane, ascoltami bene, non devi avere paura, ora noi aspettiamo qua gli altri, mentre vanno a prendere il resto dell’attrezzatura e ci accampiamo qua, ma devi raccontarmi cos’è successo e soprattutto dove hai trovato quella pergamena.》
La ragazza si sentì indebolita, ma dopo aver fatto un respiro profondo si mise a raccontare, mentre i suoi compagni di viaggio tornavano indietro a raccogliere il resto dell’attrezzatura.

Gorbashe, nel suo farfugliante parlottare, stava comunque manifestando i dubbi sull’intera campagna, con stupore di Je’fe che si vide concordo al discorso.
《Ra’lag no piace me come reagito. Gorbashe no piace.》
《Neanche a me, mio tozzo accompagnatore.》un lungo sospiro dell’elfo portò solo a snervanti pensieri nella testa di sublime bellezza ma poca tempra. 《Voglio dire, tutta quella sceneggiata, quei… versi, avevo letto che in passato non era proprio stata bene, ma non pensavo… fermo.》
Quelle straordinariamente grandi orecchie captarono qualcosa, un suono distante, proveniente dal campo. Je’fe fece cenno al ghoul di abbassarsi, mentre si avvicinavano, e di andare in silenzio: c’era uno strano rumore di passi, profondi, e voci che parlavano una lingua straniera, incomprensibile.
La luce del fuoco da campo stagliava ombre di figure per niente umane o elfiche, figure dai lunghi musi aguzzi, dentate, e con larghi cappelli.
I due avventurieri ben presto arrivarono abbastanza vicino da spiare chi fossero le strane figure, e rimasero stupiti e terrificati: di tutte le creature del mondo, i Draconiti erano l’ultima delle cose che potevano aspettarsi di vedere così a Sud. Dalle orientali armature di acciaio e legno, e gli ornamenti rossi, era chiaro che non erano semplici reietti dei grandi Casati.
《Non possiamo affrontarli tutti. Ne vedo cinque intorno al fuoco, ma sono sicuro che ci sono altri arcieri appostati sugli alberi. Dobbiamo tornare indietro, non possiamo rimanere quì.》i sussurri dell’elfo non sembravano nemmeno pronunciati dalla stessa persona, e vedere il volto di Je’fe così serie non presagiva nulla di buono. 《Odio doverlo ammettere, ma ci serve il mago. 》
Gorbashe rispose con un'occhiata sdegnata, ma la risposta dell’elfo fu sensata: in due, potevano forse ammazzarne un paio, forse anche qualcuno di più, ma dei guerrieri come quelli erano qualcosa di troppo per loro, e se c’erano veramente degli arcieri, nemmeno Je’fe poteva fare qualcosa.

A piccoli passi, quanto più in silenzio potevano, i due cominciarono ad allontanarsi pregando qualsiasi divinità fosse in ascolto di non farli scoprire, e più si allontanavano dal campo più si sentivano al sicuro. Dopo qualche minuto, nella boscaglia, si fermarono a controllare che nessuno li avesse seguiti: nulla da verso il campo, nessun movimento sugli alberi, nulla.
《Per un pelo. Beh, sembra che non ci abbiano… opporca-》se qualche divinità era in ascolto, aveva recepito male il messaggio. Una freccia colpì la spalla dell’elfo, conficcandosi poco sotto la resistente corazza verdognola, e seguirono altre in rapida successione che mancarono di poco Gorbashe, che rispose rapidamente con una saetta verso alcuni alberi. Je’fe urlò di dolore e imprecò in modi piuttosto blasfemi, mentre il loro assalitore si spostava con grandi balzi da un albero all’altro, e il ghoul lanciava saette imprecise e alla cieca.
《Là su ! incendia quell’albero !》al comando dell’elfo, il ghoul caricò una potente palla di fuoco che esplose roboante, infuocando le verdi foglie dell’albero e facendo cadere a terra il loro assalitore in preda a dolori atroci. Con tutta la rabbia in corpo, Je’fe si alzò e diede un calcio dritto in faccia al draconita, facendolo svenire. Il volto era ustionato all’altezza dell’occhio sinistro, e il braccio sullo stesso lato non era ridotto tanto meglio, e una delle corna si era persino spezzata, ma ora non era il momento di approfondire con l’ispezione: l’albero avrebbe sicuramente attirato il resto del gruppo di guerrieri d'Oriente verso di loro, e se non volevano trovarsi a fronteggiare uno squadrone di esseri dalla pelle dura, dovevano sbrigarsi. 《Aiutami a prendere questo bastardo.》
《Elfo scemo ?》
《Tu sei scemo. Lo interrogheremo una volta arrivati dagli altri, o lo useremo come merce di scambio per tornare verso la baia. Fidati, ho… una certa esperienza in questo ambito.》
A fatica, i due caricarono il draconita, con il ghoul a guidare, ma per fortuna non c’era molta strada da fare, se non c’era qualche altro intoppo, ovvio.

《Un… vecchio.》Sigismund era chiaramente perplesso, non solo nel tono di voce, ma anche in quella espressione accigliata e la smorfia imbarazzata. 《Qui. Nel bel mezzo del nulla. Va bene, diciamo che tu hai… avuto una conversazione con questo tizio. E quel foglio ?》
《Io… non lo so. Non ricordo nulla, solo… di essere arrivata qua e aver parlato con quel vecchio pazzo, poi mi ha dato questa in regalo e… e...》le mani dell’orchessa tremavano di nervosismo, mentre la testa gli esplodeva da tutto quel pensare. Sigismund gli aveva raccontato tutto, poco dopo che gli altri due se ne andassero, di come l’avessero trovata solo perché aveva inciso qualcosa su una vecchia rovina mezza sepolta nel terreno, e anche delle strane parole che si era messa a sussurrare, ma questo non era stato di alcun aiuto, se non a causarle un attacco d’ansia. 《Va bene, per Magnussen… ho conosciuto molti orchi, ma mai uno che soffrisse di attacchi di panico. Dai, vediamo di aprire questa pergamena. 》

Appena la giovane orchessa consegnò a Sigismund la pergamena, un fruscio attirò la loro attenzione.
Il mago si mise subito in posizione d’attacco, con le mani rivolte verso la boscaglia, sfrigolanti ed emananti una luce bluastra, ma Ra’lag sembrava rallentata, mentre impugnava la spada ormai ridotta ad un pezzo di ferraglia, ma non appena sentirono le maledicenti e blasfeme parole di Je’fe capirono che non c’era nulla da temere… finché non videro cosa quei due si stavano portando dietro.
《Voi… siete forse impazziti ?》
《Sì, sì, va bene, saltiamo le formalità e scappiamo, per i Quattro ? Abbiamo un intero squadrone di draconiti alle calcagna !》
《E allora perché avete… un dannato ostaggio ?》la voce di Ra’lag era snervata e si lasciò scappare persino un acuto, mentre gli tornavano gli attacchi di panico. 《Non… non ce la posso fare, prima le visioni, poi questo…》
Il draocnita cominciò a svegliarsi, in preda ai dolori più atroci. I quattro si guardarono brevemente negli occhi, e fu chiaro che adesso dovevano badare anche a quello, di problema. Chinandosi, Sigismund iniziò a concentrarsi, mentre un aura dorata avvolgeva il draconita, e le ferite si rimarginavano lentamente, ma gli spasmi rendevano difficile tenerlo a bada, e le grida di dolore… erano parecchio acute e stridule.
《 Avanti, voi, rendetevi utili, dannazione !》 Al comando, i tre tenerono fermo quel loro indesiderato ospite, mentre la magia dello stregone faceva effetto, e dopo un agognata ora, le ferite si erano rimarginate, anche se, sicuramente, non sarebbero mai più potute sparire. 《E’ fatta, per il momento. Ora… ora dobbiamo…》 Le forze di Sigismund vennero meno, e ora i tre avevano due sacchi di patate da dover trascinare via, prima che il gruppo di draconiti si accorgesse della loro posizione. Ra’lag fece dei respiri profondi, e si mise a pensare a cosa fare, ma la risposta giaceva ai suoi piedi. 《Avanti, non possiamo aspettare oltre.》
《E dove pensi di voler andare ? Se il tuo piano è quello di farci perdere nella foresta, vai avanti, non ti fermerò.》 in tutta risposta, Gorbashe diede una sonora bastonata sugli stinchi dell’elfo. La giovane orchessa prese la pergamena, e la cominciò a srotolare.
Ra’lag non sapeva se il suo era stato veramente un sogno, ma sicuramente la fortuna gli stava sorridendo: una mappa, verso la montagna. Non sembrava un viaggio lungo, ma c’era un iscrizione, vicino a dov’era segnato un lago… o uno stagno, non era proprio molto chiaro.
《 Se non andiamo ora, non penso che finiremo questo incarico nel migliore dei modi… e sicuramente quei draconiti non saranno molto felice di vedere il loro amico…》 Lo sguardo dell’orchessa si soffermò sulla forma delle corna del loro rettiliano ostaggio. Era ben noto che la forma delle corna aiutava a distinguere il sesso dei draconiti. 《… la loro amica in questo stato. Ora, prendetela e andiamo, io mi occupo del vecchio.》
I due presero nuovamente la draconita, questa volta cercando di evitare certe… parti. 《Ora spiegato Gorbashe perché soffice petto era…》
《Oh… taci, tu, non rendere questo… ulteriormente imbarazzante.》

Il piè di pagina
Natii delle terre orientali di Draconia, o "Terra di sacri Dragoni celestiali", i Draconiti sono una razza di impareggiabili guerrieri, strateghi e regnanti. Divisi in cinque casate maggiori e una ventina più piccole, distribuite sulle isole sotto il loro comando, i draconiti hanno passato un periodo travagliato, che ha portato alla nascita di una nuova casata e l'allontanamento delle precedenti, considerate "corrotte".
I draconiti ammirano l'onore e le tradizioni, e raramente infrangono dei patti stretti con i loro alleati, a meno che non vada contro i loro ferrei comandamenti.
 
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