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Il Brivido della Caccia

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view post Posted on 11/2/2017, 21:50
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Ricordo a tutti i giocatori di iniziare la missione col piede giusto, rispolverando la Guida Comportamentale!

Questa è una missione di difficoltà Normale.

L'ordine dei turni dipenderà dall'ordine dei primi post di ogni giocatore. Potrà essere cambiato in caso di necessità, esterne come ruolistiche, previo avvertimento.

La fuga dai combattimenti sarà a volte impossibile.

Punti Master utilizzati: 0/4

ORDINE POST:
-Hephæst
-Medlar X
-Tempestar
-Shi no Tenshi





Non era una giornata diversa da miriadi di altre, al porto. Navi che andavano, navi che venivano, alcune dalle dimensioni impressionanti e altre molto più modeste. Persone di tutte le razze si affaccendavano; chi scaricava, chi caricava, chi salutava amici e parenti, chi comprava un passaggio e chi tentava di scroccarlo.
Tra tutte le navi, una spiccava in negativo. Non era rovinata, ma il legno sembrava così vecchio e secco da spezzarsi al minimo colpo d'aria. Davanti ad essa, marinai come se ne vedevano tanti si davano da fare, ma due figure in particolare attiravano l'attenzione dei passanti: un Argoniano vestito come un maggiordomo ed un Bretone che, invece, sembrava intento a partire per una battuta di caccia grossa. L'Argoniano sedeva su uno scatolone, mentre il Bretone stava in piedi davanti a lui, girando a destra e manca con l'espressione soddisfatta di chi ritiene che tutto stia andando esattamente come previsto. Si mise in punta di piedi, inclinandosi sui suoi evidentemente costosi stivali da cavallerizzo, annusando l'aria.
Senti questo odore, Jenkins?
Mi chiamo Jerr’ Khinz, signore...
Precisamente, Jenikins! Lo riconosci, non è così?

L'Argoniano scosse lievemente la testa. Lo conosco bene, signore, ma non è poi così strano trovarsi in un porto e sentire odore di pe-
È odore di AVVENTURA! Precisamente, amico mio! Ero certo che avresti capito! Partiamo con il benestare di Madre Natura stessa! Buon auspicio, ecco cos'è!

Un marinaio che stava fumando una sigaretta a pochi centimetri dall'ormai ribattezzato Jenkins aprì la bocca, forse per tentare di introdurre del buon senso nella conversazione, ma l'Argoniano lo fermò portandogli la mano davanti alla bocca, quindi scosse la testa. Ormai sapeva come funzionava, con Lord Bartlesby.
Oh, guarda quell'uomo! Deve essere un domatore di grande abilità! Forse potremmo richiedere i suoi servigi durante la spedizione?
Hmm... A chi si riferisce, signore?
Al gentiluomo che sta orinando fuori bordo or ora! Osserva con quale lealtà quegli animali lo seguono! Ispiratrice, oserei dire!
Io... Mi permetta di dissentire, signore. Temo non possa aiutarci.
Ma una tale abilità...
Temo che quelle mosche siano attirate solo dal suo livello d'igene, o mancanza dello stesso.

Lord Bartlesby alzò il dito, come per controbattere, ma si fermò. I suoi occhi spaziarono
per tutto il porto di Anvil. Oh, per gli Dei, pensò l'Argoniano.
E allora mi basterà -
Lo sconsiglio caldamente, sua signoria. MOLTO caldamente.
Ma se quell'uomo c'è riuscito senza nemmeno provarci, certamente io potrei attirare uno sciame ben più impressionante!
Ricordate cosa accadde con la sua signora quando decise di farsi crescere la barba?

Il Bretone si bloccò, quindi annuì con l'aspetto di chi preferirebbe scordare furiate del genere.
Temo che la signora si inalbererebbe anche di più.
... Tu dici?
Mi si concede di parlare liberamente?
Come sempre.
Sarebbe assolutamente furiosa.
... Furiosa da divano?
Furiosa da piatti.

Questa volta l'uomo rabbrividì vistosamente, distogliendo lo sguardo dal compagno squamato. Quei piatti gli erano costati una fortuna, non voleva decisamente vederli spalmati sul muro. O sul suo cranio.
Ah, come farei senza di te, Jenkins? La voce della ragione come sempre!
L'Argoniano fece per far notare che, voce della ragione no, non era riuscito a fermarlo da far partire questa assurda battuta di caccia basata su poco più che racconti di marinai ubriachi, ma si astenne. Non avrebbe ottenuto alcunchè comunque.
Molto bene, allora!
Lord Bartlesby aggiustò sulle sue spalle l'enorme balestra che portava sempre con se. Era ornata e doveva essergli costata una fortuna, oltre ad essere tanto grossa da essere a pochi centimetri dalla classificazione come arma d'assedio, ma, nonostante quanto si possa pensare di armi inutilmente grosse e decorate, era chiaro solo a vederla che, qualora si fosse trovato il tempo di caricare il dardo e far fuoco, avrebbe causato danni sbalorditivi.
Attenderemo che i prodi avventurieri che ho richiesto vengano da noi! Saranno qui a breve, ne sono certo!
Jerr’ Khinz fece una smorfia. Non era certo che qualcuno avrebbe risposto ad un annuncio così strampalato, ma lo sperava. Era meglio che imbarcarsi in quella follia senza protezione alcuna.

Edited by Signora Scan AKA Tinebra - 31/5/2017, 14:33
 
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Hephæst
view post Posted on 12/2/2017, 23:28




Era ancora buio quando Nilya si ritrovò a gironzolare per le strade cittadine, costantemente sorvegliate dall'occhio vigile delle guardie in armatura. Il cielo era di un profondo colore blu scuro e la luce delle miriadi di stelle sulla volta celeste iniziavano lentamente ad affievolirsi, segnale che il giorno era ormai alle porte.
La giovane evocatrice raggiunse la piazza del Mercato al sorgere del sole e subito le saltarono agli occhi due guardie con delle torce in mano, appostate di fianco ad un enorme tabellone, su cui erano affissi diversi papiri di diverse forme e dimensione. Si avvicinò a passo lento alla bacheca degli incarichi e, sollevandosi leggermente il cappuccio dal volto, esaminò accuratamente le informazioni stese su ogni papiro. Nilya ignorò ogni incarico risalente ai giorni antecedenti al giorno odierno e si concentrò alle missioni più recenti. Alcune erano molto impegnative e richiedevano diversi giorni di viaggio, troppi per un misero pagamento, mentre altre erano di gran lunga sopra le sue capacità e le sue attuali conoscenze, nonostante il compenso fosse estremante ricco.
“Uhm … La disponibilità di missioni è molto scarsa …” pensò Nilya e sospirò con una nota di delusione. Una delle guardie, la più vicina alla giovane, fece luce sul suo volto nascosto nell'ombra del suo cappuccio e poggiò il suo indice su un foglio posto vicino all'angolo del tabellone.
“Ragazza, questo è stato affisso poco prima del tuo arrivo! Non ciondolarti troppo e leggi in fretta!” disse la guardia osservandola attentamente. Nilya fu leggermente scossa dal tono della guardia e diede una rapida occhiata a ciò che vi era scritto. Doveva pensare velocemente.
“Trecento Septim … Una battuta di caccia …” disse Nilya a bassa voce fra sé e sé, concludendo la lettura delle informazioni trascritte sul papiro.
“Non sono una cacciatrice, però … Credo che i miei servigi da guaritrice ed evocatrice potrebbero essere richiesti …” pensò e fece annotare il suo nome sul papiro dalla guardia.
“La ringrazio per l'aiuto …”
“E’ il mio lavoro, ed ora fuori dai piedi!” rispose la guardia e ritornò al suo posto, con lo sguardo vigile sul posto, senza distogliere lo sguardo dall’esile figura incappucciata che diveniva sempre più lontana.

Appena fuori città, Nilya si diresse alle stalle, alla ricerca di qualcuno disposto ad offrirle un passaggio sino alla contea di Anvil, in cambio di alcune monete d'oro. Vide in lontananza un carro sparire nel sentiero lungo i boschi … Nilya, con una forte delusione nel petto, andò a sedersi all'ombra della piccola casetta in legno e pietra dello stalliere, osservando alcuni khajiit levare le tende dal loro piccolo accampamento. Due giovani khajiit dal manto chiaro, caricavano la loro merce su un carro molto spazioso, mentre la femmina del gruppo, equipaggiata con una corazza di ferro e una spada di acciaio sul fianco destro, spegneva il fuoco buttandoci della terra sopra. Vi era un ultimo felino, dall'aspetto più invecchiato, con un braccio avvolto in fasce di lino. Aveva l'aria sofferente e ogni suo tentativo di aiutare i suoi compagni sembrava vano. Il povero khajiit non era in grado di stringere nella mancina alcun oggetto fosse più pesante di una mela. Nilya osservò quei tristi occhi gialli da gatto e provò in forte desiderio di aiutarlo. La ragazza si alzò in piedi e si avvicinò al vecchio khajiit, il che fece attirare l'attenzione degli altri su di sé.
“È venuta per comprare o per insultare questo vecchio khajiit?” domandò schivo il vecchio felino, benché fosse in vero una richiesta d'aiuto.
“Se mi è concesso sapere … Cosa è accaduto al suo braccio?” chiese la ragazza e come risposta ottenne una sorta di grugnito strozzato dal vecchio khajiit.
“Un orso,” rispose al suo posto la felina in armatura. “Ha attaccato la carovana dei khajiit e Raash Dar è stato ferito al braccio.”
“Posso risanare la sua ferita se acconsente …” spiego Nilya e fece per afferrarli delicatamente il braccio, ma venne scansata dal vecchio felino testardo.
“Questo khajiit starà bene anche senza il suo aiuto!” ruggì Raash Dar e si allontanò dalla ragazza frettolosamente, salendo sul carro e nascondendosi dietro il telo. Nilya sbuffò e si scoprì il volto, nel tentativo di instaurare un po' di fiducia con il felino ferito e gli altri membri del gruppo.
“Pratico l'arte della Scuola del Recupero …” insistette la ragazza e cercò il consenso dei khajiit, che non le negarono di salire sul carro e aiutare il loro compagno. “Mi creda … Posso guarirla!”
Raash Dar osservava con aria titubante la giovane e nascondeva il braccio sotto la veste. Nilya si sedette di fronte a lui e portò le mani davanti, senza insistere, lasciando fosse l'anziano felino a mostrarle la ferita.
“Posso aiutarla …”
La sincerità della giovane e il suo tono affettuoso, convinsero il khajiit a fidarsi della sua parola data. Le porse il braccio fasciato e Nilya gli sorrise, mentre con soave tatto spostava la sua mano sulle fasce di lino. Raash Dar grugniva dal dolore e la sua bocca era tremolante. Nilya gli tolse le bende e vide la ferita infetta provocata dal terribile graffio dell'orso. Era la prima volta che doveva guarire qualcuno con la magia e sperava di riuscire nell'intento.
Le mani di Nilya iniziarono a brillare di un intensa luce gialla dorata e diverse bolle di luce andarono a penetrare il braccio del felino. La ferita si stava chiudendo rapidamente, fino a non lasciare più alcuna traccia. Raash Dar osservò incredulo il suo braccio e solo poi realizzò di poter di nuovo stringere con vigono il pugno.
“Raash Dar non sa come ringraziare la fanciulla … Raash Dar può continuare a lavorare sodo per i suoi compagni!” disse il vecchio khajiit, stringendo fra le sue pelose zampe le piccole mani della giovane che l'aveva guarito da quel dolore infernale.
“Come ripaga Raash Dar?”
“Potete darmi un passaggio? Vi prego …”
“Raash Dar conduce la fanciulla dove vuole!”
La giovane evocatrice venne ripagata con un passaggio sino alla contea di Anvil; raggiunse la città prima che il sole fosse alto nel cielo e ringraziò i khajiit per l'aiuto che le fu dato.
“Spero solo di arrivare in tempo …”

Nilya era in un turbinio di pensieri e continuò a camminare a passo spedito sino al porto di Anvil, alla ricerca del vascello noto come “La Balena Sculettante” e del suo proprietario, il richiedente dell'incarico. Chiese indicazioni alle guardie addette al controllo del porto, e raggiunse rapidamente lo scalo dove era ancorata l'imbarcazione che cercava. La nave appariva mal ridotta, il legno sembrava marcio, quasi sul punto di spezzarsi da un momento all'altro, mentre gli uomini a bordo si mostravano rozzi e sudici.
Cautamente, con il cappuccio calato sul volto, si avvicinò alla passerella, dove due uomini, un argoniano con indosso abiti formali da sovrintendente della servitù, seduto sopra una cassa di legno, e un uomo in piedi, in abiti da caccia di ottima fattura, allietavano la lunga attesa discutendo di questioni personali.
A giudicare dal vestiario di qualità e dalla possente balestra ornata e finemente decorata dell'uomo, Nilya intuì che egli era il richiedente scritto nell'annuncio in bacheca.
“Lord Edward Bartelsby …” disse Nilya avvicinandosi all'uomo in piedi di fronte all'argoniano, salutando entrambi con un inchino. “Perdoniate la mia molestia … Sono qui per fornirvi i miei servigi come usuaria delle arti della Scuola del Recupero e della Distruzione.”

Ho aggiunto il viaggio verso Anvil. Spero sia coerente.

Scusate ... ho scritto Livya invece di Nilya nella prima riga. Ho modificato il post per evitare altri equivoci.


Edited by Hephæst - 14/2/2017, 02:43
 
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view post Posted on 13/2/2017, 03:19
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Stava per sorgere il sole da dietro le colline quando Torbjörn si incamminò verso il molo. Era il momento della giornata che amava di più: la profonda oscurità della notte stava lentamente lasciando spazio ai vividi colori animati dal tiepido riflesso del sole, il mare iniziava a brillare e il brusio dei passanti si sarebbe fatto sempre più forte a discapito del dolce sciabordio dell'acqua. Il Bosmer amava passeggiare a quell'ora ed ammirare come il mondo prendesse vita, prima di partire per la foresta alla ricerca di selvaggina da riportare agli orfani dell'orfanotrofio.
Le ombre si allungavano sul terreno lasciando agli occhi dell'elfo una piacevole sensazione di contrapposizione tra le zone ancora scure e quelle dolcemente illuminate dai primi raggi del sole.
Come tutte le mattine si avvicinò al tabellone delle inserzioni.
"Ancora il turno di notte, eh?" disse rivolto a una delle due guardie che fiancheggiavano il tabellone. La guardia di destra sussultò dallo spavento. Torbjörn sapeva essere piuttosto furtivo all'evenienza.
Non era chiaro se i due grossi uomini fossero lì a controllare la bacheca o quest'ultima fosse lì a sostenere le larghe spalle delle guardie che vi ci si appoggiavano senza ritegno.
"Eh si Tob." rispose la guardia che non aveva battuto neanche un ciglio quando Tobjorn era sbucato al tabellone.
"Non riuscirò mai a coglierti di sorpresa eh?" mormorò Torbjörn con una lieve nota di delusione mista a ironia mentre tirò un'occhiata fugace alla guardia che aveva sussultato per la paura.
Tornò alle inserzioni. Gli occhi dell'elfo scorrevano veloci sulle stranamente poche pergamene appese recanti lavori dei più disparati.
"Ti conosco da quando eri un moccioso all'orfanotrofio Tob. Rinuncia." rispose con ironia l'omone armato alla sinistra della bacheca "Parti per la tua solita battuta di caccia?"
"Si. Ma penso che oggi non sarò solo ..." gli occhi di Tob, come lo chiamavano i pochi amici che aveva, si erano soffermati su una particolare pergamena che recitava qualcosa a proposito di una battuta di caccia.
"Caccia e per di più remunerata. Chissà se ..."
"Ehi" disse il Bosmir rivolto alla guardia "Che tu abbia visto, qualcuno era interessato a questo annuncio?"
"No"
Nel volto leggermente appuntito dell'elfo dei boschi apparve un leggero sorriso che venne bruscamente troncato sul nascere dalle successive parole della guardia
"Scusa Torbjörn ma ora che ci penso c'è stata una giovane donna incappucciata. Dovrebbe aver fatto segnare il suo nome sulla pergamena
I veloci occhi dell'elfo che danzavano tra le richieste di protezione si soffermarono per scrutare meglio quella insolita richiesta ed effettivamente notarono all'angolo del foglio giallastro uno scarabocchio che somigliava ad un nome.
Nilya, eh? Chissà che tipo è ...
L'elfo boschivo continuò a fantasticare sul carattere e sulle fattezze della donna che lo avrebbe accompagnato in questa battuta di caccia mentre, dopo aver salutato il suo vecchio amico in armatura, si incamminava sulla strada per Anvil. Conosceva quella strada benissimo, anche se l'aveva fatta solo una volta: il grande tempo passato a caccia nei boschi aveva costretto il piccolo elfo a sviluppare un ottimo senso dell'orientamento e una grande memoria per i percorsi.
Giunse al molo di Anvil dopo che anche l'ultima congettura sulle fattezze e sulla personalità della famigerata Nilya aveva sfiorato la sua mente.
Iniziò a chiedere informazioni a proposito della nave denominata Balena Sculettante ad una guardia che incontrò al molo.
la Balena Sculettante, eh? Dovrebbe essere quella là." il dito del soldato indicò una grossa e possente nave ormeggiata sul pontile. Guardò bene la barca e vide che, trasportata dalle delicate onde marine, stava lasciando il molo.
Riuscì appena a frmulare un fugace "Grazie!" prima di gettarsi all'inseguimento dell'enorme imbarcazione.
Nonostante il ragazzo fosse indiscutibilmente agile e veloce nulla poté contro la velocità dell'imbarcazione che lo staccò in pochissimo tempo e gli lasciò intravedere nient'altro che il mare e una piccola nave mal ridotta. Aveva una scritta rovinata e poco visibile sulla fiancata; Torbjörn si sforzò di leggere quello che riusciva dalla sua angolazione mentre urlava all'enorme nave in movimento di fermarsi. Avvicinandosi sempre più al molo riuscì finalmente a mettere a fuoco una parola della malconcia scritta sulla malridotta nave e l'urlo gli si fermò in gola. Recitava "...a Sculettante".
Smise di correre.
Si avvicinò al naviglio e cercò di squadrarlo: era malridotto, deteriorato dal tempo e da chissà quali altre sventure, il suo legno sembrava marcio, pronto a spezzarsi alla minima perturbazione; dal piccolo ponticello sulla sua fiancata non passavano altro che marinai rozzi, grossi, molti dei quali erano curati quanto l'imbarcazione intorno alla quale ronzavano, chiaro segno della loro lunga militanza.
Più si avvicinava, più riusciva a mettere a fuoco i segni di deterioramento da tempo che affliggevano la nave e i marinai stessi ... sentiva già di amare quel posto.
Alzò lo sguardo in cerca di quello che sarebbe dovuto essere Lord Edward Bartelsby Montgomery Lipton Le Fanu Shillelagh di Camlorn e incrociò lo sguardo di un bretone armato di una sfarzosa balestra, affiancato da una figura incappucciata.
"Fantastico la famigerata Nilya."
L'elfo dei boschi si avvicinò alle due figure e piano piano si accorse che c'era un terzo uomo seduto su uno scatolone, la figura incappucciata non gli aveva permesso di vederlo; il neo-apparso figuro era un argoniano con un vestiario da "damerino di corte" come Tob amava definirli.
"Ottimo, il Lord argoniano e la sua guardia del corpo. Meno male uno dei due ha un'arma degna di tale nome! Il damerino non mi da certo l'idea di essere uno esperto di caccia"
Dopo aver ben squadrato l'intera scena Torbjörn accelerò il passo e si avvicinò al gruppetto di persone rivolgendosi per primo all'argoniano.
"Salve, sono qui per l'annuncio della battuta di caccia. Lei dovrebbe essere Lord qualcosa, giusto? Scusi ma non godo di ottima memoria, in particolare per i nomi lunghi come i suoi." disse, e dopodiché si girò verso la figura incappucciata che si mostrò essere una giovane ragazza bretone. L'elfo nano si soffermò a guardare l'incantevole donna e restò ammaliato da quei suoi deliziosi e profondi occhi verdi, i capelli di un rosso strano lo lasciarono basito: non aveva mai visto un colore così particolare e ipnotico.
"Ciao, io sono Torbjörn, anche tu sei qui per la caccia?" furono le uniche parole che l'elfo riuscì a pronunciare.

Edited by Lollo' 97 - 14/2/2017, 14:39
 
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view post Posted on 13/2/2017, 09:49
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L'avevo scritto in Riflessioni degli Avventurieri, ma lo ripeto qui per sicurezza: avevo scritto Città Imperiale per sbaglio, sul Tabellone. Intendevo Anvil, che è da dove effettivamente parte la missione. L'arrivo dei vostri PG ad Anvil è puramente narrativo, e purchè abbia senso potete farlo avvenire come preferite: la maniera usata da Hephæst, per esempio, va benissimo.
 
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view post Posted on 13/2/2017, 11:40
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La missione era chiara, una battuta di caccia. Eurus non era troppo sicuro che per la giovane Annette sarebbe stata una buona idea, ma chi era lui per dissentire? Nemmeno lui era un mastro cacciatore... Tranne quando il suo demone veniva fuori, e allora sì, allora il sangue scorreva e le fauci schioccavano... Ma questo, il Lord di Stagranchiappa non lo doveva sapere.
Dalla sordida taverna da cui erano usciti chiesero indicazioni per Anvil. Eurus c'era stato una volta, ma dal lato del mare, per cui non sapeva come arrivare al porto usando le proprie gambe. Per fortuna non fu troppo complicato; tra i sorrisi della ragazzina e la sua voce da cantore, furono in grado di trovare qualcuno che non solo diede loro indicazioni, ma ci stava pure andando... E su un carretto! Una coppia di mercanti di tessuti diede loro un passaggio, e si fecero un viaggio che Eurus si divertì a definire "Da signori".

«Giovane Annette, non potete certo dire che non vi faccio viaggiare comoda... Quante donne possono vantarsi di essere trasportate fra sete e velluti?»

Il suo fondoschiena era appiattito e le ginocchia anchilosate nel momento in cui dovettero alzarsi, ma questo certo non lo disse. Scese dal carro con un balzo, e porse la mano ad Annette per aiutarla a scendere, casomai ne avesse avuto bisogno.

"Dunque... Un Lord, dal nome direi un Bretone ma non mi devo basare troppo sui nomi... Però il porto è questo, quindi cerchiamo il nome della nave... Che razza di nome, chissà a che chiatta sarà stato affibbiato..."

Gli mancava la sua Lucky Bastard, così come gli mancava la vita in mare. Parte di lui aveva scelto di proporsi per quel lavoro solo per avere una scusa per tornare sopra le onde.
Si passò una mano tra i lunghi capelli bruni, assicurò meglio la spada alla cintola -il pugnale era nello stivale- e allungò il passo verso un piccolo capannello di persone che si era già radunato di fronte alla "Balena Sculettante".

«Madamigella, penso siano loro i nostri compagni d'avventura.»
Li esaminò brevemente. Un Bretone, che dalle vesti doveva essere il committente, poi un Argoniano -e un brivido gli scese lungo il collo-, un'altra Bretone a cui sorrise immediatamente, e un Bosmer incredibilmente piccolo, forse un bambino.

«Signorina, signori, i miei omaggi» salutò con un breve inchino e un cenno della mano «Ho l'onore di trovarmi al cospetto di Lord Edward Bartelsby Montgomery Lipton Le Fanu Shillelagh di Camlorn?» sciorinò, guardando il Bretone dall'aspetto ricco negli occhi con un sorriso cordiale.

"Che tutti i Divini benedicano la Maestra per avermi fatto allenare la memoria così bene"

«Il mio nome è Eurus, valente marinaio e bardo dall'ampio repertorio. Abbiamo visto il vostro annuncio e ci chiedevamo se i nostri servigi potessero essere d'aiuto alla causa.»

Lasciò ad Annette il compito di presentarsi da sola. Di solito lo faceva lui per la propria ciurma... Ma la ragazzina gli aveva dato l'idea di voler sembrare una donna forte e indipendente. Già il fatto che viaggiasse da sola poteva confermarlo.
Dunque, non voleva rischiare di offenderla parlando anche per lei.
 
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view post Posted on 13/2/2017, 20:02
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Avventura, già! Avventura! Non so perché questo strano prurito mi ha preso tutto di colpo, in quella dannata locanda maleodorante, ma la presenza di questo strano individuo con cui ora viaggio mi ha ispirato automaticamente questo desiderio, che devo ammetterlo, supera la fame di gran lunga, specialmente adesso. La nuova strana città, forse. O forse ancora semplicemente l'essere così lontana da tutto ciò che ho conosciuto, che mi fa desiderare di conoscere ancora. Fatto sta che non ho protestato, minimamente, quando Eurus mi ha proposto una missione in mare. Tanto sole, il sole non si può di certo dire che mi piaccia, ma comunque avrei mitigato la cosa.

Ora mi interessa solo proseguire. Sì, che l'avventura abbia inizio!

Condotta dal mio compagno, mi sono trovata di fronte a questi soggetti a dir poco assurdi. Accidenti, un argoniano non l'avevo mai visto e non riesco proprio a staccarci gli occhi di dosso. La sua pelle liscia e squamosa riflette la luce, è così strano. Singolare, sì sì, ecco quale è la parola. Il sole che ho per forza di cose preso mi indebolisce leggermente, so di avere la fronte imperlata e mi fa forzo anche respirare normalmente. Devo sembrare esausta, spero solo che i presenti non mi mal giudico. Una giovane giumenta insieme ad un ragazzone così? Diamine, i cattivi pensieri possono galoppare più delle mie gambe da giumenta, per l'appunto

« Salve a tutti » - faccio semplicemente, sorridendo con sforzo. Non perché mi sforzi a sorridere, ma sempre per la luce presa. Sollevo la mano, accompagnando il tutto, per poi presentarmi a mia volta. No, non riesco a capire se devo prestare particolari attenzioni come ha fatto Eurus, ma sinceramente non mi interessa. « Io sono Annette. Annette Pagliasecca. »

E che altro posso dire? Mh... Poco, direi. Presentarmi come una "contadina" non mi sembra proprio che possa solleticare l'attenzione di qualcuno, anzi, al massimo può farmi cacciare dalla nave. Non è di certo una "contadina" che si vuole durante una battuta di caccia. Meglio appellarsi a qualcos'altro... Mh... « Ehm... Sì, sono la mozza di quest'altro qui. » faccio, indicando Eurus. Sì, dovrebbe andare bene.

 
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view post Posted on 13/2/2017, 21:23
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Jer stava mettendosi a posto la manica, quando una giovane Bretone raggiunse Lord Bartlesby. Stava arrivando qualcuno? Sul serio? Qualcuno aveva accettato il lavoro?
Non solo erano arrivati, in effetti, in quattro, ma uno di loro si era in qualche modo convinto che il Lord fosse lui. Imbarazzato, l'Argoniano agitò la mano destra davanti al suo volto, quindi indicò il Bretone armato di grossa balestra davanti a lui, mormorando un tenue Sta cercando lui, mister che uscì come un borbottio a malapena udibile da orecchio umano o elfico che fosse.
Osservò il gruppo. Una Bretone che probabilmente avrebbe potuto essere figlia del suo signore, un Bosmer ancora più basso della media, una ragazzina che sembrava non aver nemmeno raggiunto del tutto la pubertà... L'Imperiale era quello che ispirava più fiducia, e, onestamente, non gliene ispirava tanta comunque. Possibilissimo che si rivelasse un potente combattente, sia chiaro, ma sperava più in uomini in armatura pesante che in bardi. Senza contare che, sentendo le parole sue e della sua giovane compagna (Jer era dell'idea che uno se le poteva scegliere come gli pareva, ma per la miseria, almeno farle uscire prima dalla culla), non pareva aver compreso che la battuta di caccia li avrebbe anche fatti scendere dalla nave.
Non che avrebbe detto cose del genere ad anima viva, sia chiaro. Il volto di un Argoniano è sempre arduo da leggere per chiunque non sia della stessa razza, e Jer aveva imparato da tempo a tenere per se i suoi pensieri, abbastanza da nasconderli persino a sua madre. Chi gli diceva che non si sbagliasse, dopotutto? Non davano la migliore delle impressioni, ma forse si sarebbero rivelati combattenti abilissimi. No, non avrebbe detto loro nulla. Che ci si credesse o meno, per folle che fosse Lord Bartlesby era la cosa più vicina ad un amico che Jer avesse mai avuto, e si sarebbe guardato bene dall'allontanare chi voleva aiutare il Bretone. Quanto al non dire qualcosa a suddetto Lord... L'Argoniano dubitava che avrebbe sortito comunque alcun effetto.
Come a conferma dei suoi dubbi, Lord Bartlesby si illuminò come bambino nel vedere i quattro arrivati ad aiutarlo.
Ah, dei prodi viaggiatori! Cercatori di avventura! Guerrieri senza requie o timore! Vi facevo più alti. Oh, ma permettetemi di presentarmi come si deve! Io sono Lord Edward Bartelsby Montgomery Lipton Le Fanu Shillelagh, visconte della meravigliosa città di Camlon, e sono qui per offrirvi una possibilità più unica che rara, compagni, ma che dico, amici miei! Questo possente battello disse, indicando la nave sulla quale uno dei marinai era intento nell'arduo compito di grattarsi il deretano e digerire a volume abbastanza alto da spaventare uno stormo di gabbiani ci condurra in una piccola isola ad ovest di Valenwood. È talmente poco esplorata che non appare su quasi nessuna mappa, e solo i locali ne conoscono il nome, MA! Viaggiatori di mille porti mi hanno rivelato che in quel piccolo angolo di paradiso si cela una creatura unica al mondo, un essere mai visto prima! È mostro dovere morale, ma che dico dovere, PIACERE assistere l'avanzamento culturale di Tamriel tutta rintracciando questa creatura e infilandogli un dardo in fronte. Per la SCIENZA! Ah, ma le parole sono tante ed il tempo sempre poco, quindi mettiamoci in marcia, che dite? A bordo, miei prodi! Oh, e prima che me lo dimentichi! Mi rendo conto che il nome possa essere un tantino eccessivo, ma non preoccupatevi! Chiamatemi pure Lord Edward Bartelsby Montgomery Lipton Le Fanu.
Ciò detto, si avviò fischiettando sulla passerella, che scricchiolò in maniera molto poco simpatica. L'Argoniano si affrettò dietro di lui, salvo poi fermarsi a metà strada, con l'intenzione di non far credere ai quattro che la situazione fosse tanto fuori controllo quanto sembrava.
Uhm... Vogliate scusare Lord Bartlesby - oh, e chiamatelo pure solo Lord Bartlesby, per l'amor deil'Hist, nemmeno sua moglie ricorda mai il suo nome completo - ma è... Facile all'eccitazione. Eccentrico, se volete. Vi posso assicurare, tuttavia, che lo stato di questo battello non deve preoccuparvi! Lord Bartlesby è assolutamente in grado di pagare la cifra pattuita, e saremmo stati ben lieti di servirci di una nave più degna del suo stato, ma quell'isola non ha la migliore delle reputazioni, e ben poche imbarcazioni vogliono fermarcisi. Sono lieto che abbiate deciso di accompagnarci.
Lord Bartlesby, nel mentre, si stava rivolgendo al capitano della Balena, un uomo che sembrava essersi mangiato metà della ciurma.
Signor capitano, ho buone novelle!
CHE CAZZO C'È ORA?
Siamo pronti a partire al suo comando, messere!
ERA ORA, PORCA PUTTANA! NON SIAMO MICA QUI A GRATTARCI LE PALLE!

Bartlesby ridacchiò, affermando tra se e se che i marinai del luogo erano certamente tipi interessanti, mentre Jer, realizzando di essersi dimenticato un particolare importante, si voltava nuovamente verso i quattro avventurieri.
Oh, vogliate scusarmi, nella confusione non mi sono presentato... Sono il maggiordomo personale di Lord Bartlesby, e il mio nome è Jerr’ Khinz.
Jenkins! Forza e coraggio, non facciamo ritardare ulteriormente i nostri gentili ospiti! All'avventura, alfine! All'avventura!
L'Argoniano chiuse gli occhi ed emise un leggero sospiro di rassegnazione. Non fateci caso. Come dicevo prima: eccentrico. Oh, ma perdonate il mio ostacolo. Prego, salite.
Salì del tutto sulla nave, quindi, con un signorile gesto del braccio e un leggero inchino, fece segno ai quattro nuovi arrivati di salire.

L'ordine dei turni è:
-Hephæst
-Lollo' 97
-gaeshi
-Zen Humor


Edited by The Timestreamer - 14/2/2017, 11:19
 
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Hephæst
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Al concludere la sua presentazione, sul pontile si presentò un piccolo uomo dagli intensi occhi verdi, le cui sembianze, se non per la sua esigua altezza, ricordavano indubbiamente l'aspetto di un elfo dei boschi. Indossava abiti da caccia e portava sulla schiena un enorme arco di ferro.
L'elfo, come la giovane praticante delle arti arcane, affermò di essere giunto sino ad Anvil annunciando la sua partecipazione alla battuta di caccia, credendo fosse il sovrintendente della servitù argoniano il vero Lord Edward Bartelsby. Nilya sorrise a tale equivoco e spostò il capo dall'altra parte, dirigendo forzatamente i suoi pensieri altrove per non mancare di rispetto ad alcuno. Solo poi, Nilya orientò il suo sguardo sul piccolo elfo, quando egli si presentò a lei con il nome di Torbjörn, domandandole se anche lei fosse giunta ad Anvil per il medesimo motivo. Ella annuì timidamente.
L'attenzione della ragazza fu catturata in seguito da una voce maschile, poco distante da dove erano loro, presentandosi al mondo intero come Eurus, un abile bardo ed esperto marinaio. Nilya deviò lentamente lo sguardo sulla figura maschile alle sue spalle, accorgendosi della presenza di una giovane fanciulla dalla pelle trasparente e dai capelli di un colore biondo spento, al fianco di quell'uomo dalla pelle abbronzata. Quella ragazzina, che rispondeva al nome di Annette Pagliasecca, catturò l'attenzione di Nilya per un breve istante. Al mostrare di quel suo sorriso forzato, quasi sofferente; la ragazza non lo diede a vedere e, celando il suo interesse e le sue domande dietro al suo volto imperturbabile e misterioso, riportò la sua concentrazione sui dettagli della missione da intraprendere.
Dovevano raggiungere un'isola misteriosa, situata ad ovest di Valenwood, la terra di origine degli elfi dei boschi. La preda leggendaria restava un'incognita; presto o tardi Nilya avrebbe dovuto conoscere per elaborare un piano contro la bestia da cacciare. La ragazza non fece ulteriori domande all'eccentrico Lord Edward Bartlesby, poiché era certa di non riuscire a ricavarne nulla di certo, in grado di dare risposta alle sue molteplici domande.
Nilya rimase deliziata e stupita nell’ascoltare le raffinate parole fluire dalla figura grande e possente dell’argoniano. riusciva a spiegarsi come una creatura dai modi così gentili e signorili potesse stare sotto le dipendenze di un tale egocentrico come Lord Edward Bartlesby. Non mostrava i segni di chi avesse mai affrontato una simile avventura e tanto meno dava l'aria di essere un uomo valoroso, che avrebbe dato la vita per difendere un suo suddito. L'ipotesi di Nilya, era che il Lord fosse nient'altro che un ciarlatano, ma l'argoniano fu pronto a distogliere dalla sua mente quell’ idea così negativa che albergava nella sua mente.
Nilya scelse di fidarsi della parola data dell'argoniano: secondo l'accordo preso ognuno di loro avrebbe riscosso la somma pattuita nell'annuncio a caccia ultimata. La nave sembrava voler abbandonare i suoi passeggeri in ogni momento. Era madida, il legno fradicio e rovinato. Tutto ispirava fuorché un viaggio sicuro. Ma ciò non dipendeva da nessuno, semmai dalle circostanze, poiché nessuno era così folle da approdare su quell'isola, dimora di tale orribile e maestosa creatura.
Nilya tentò un approcciò amichevole con il sovrintendente, ma una voce chiassosa e grassa le risuonò alle orecchie, dissuadendola nel proferire parola alcuna. Era il capitano della nave, rozzo e lurido, privo di eleganza e dalla barba scura intrisa di grasso e residui di cibo. La sua voce la irritava e così come i suoi volgari approcci, che divertivano il Lord. Nel frattempo l'argoniano riprese la parola e si presentò a loro con il nome di Jerr' Khinz, cui nome venne storpiato in Jenkins dal Lord Edward Bartlesby. Li invitò a salire a bordo della nave e Nilya, con lo stesso garbo, acconsentì. La fanciulla attese di trovare un momento libero da ogni molestia per parlare con il sovrintendente della servitù dalle squame verdi brillanti.
"Mi perdoni Jerr' Khinz ... Avrei alcune domande da porle, se non le causo disturbo ..." disse Nilya e cortesemente invitò l'argoniano a prendere le distanze dagli altri uomini dell'equipaggio, senza impedire ai suoi futuri compagni di ascoltare la conversazione, a patto che restasse fra loro. "Quale è la natura di quella creatura che tanto Lord Edward Bartlesby desidera cacciare?"
 
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view post Posted on 15/2/2017, 20:36
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"Speriamo sia la prima ed ultima figuraccia che faccio" fu l'elfico pensiero che accopagnò il delicato gesto della mano dell'argoniano.
Il minuto elfo riuscì a distogliere lo sguardo dalla giovane candida Bretone solo quando fu distratto da una profonda voce maschile. Si girò e riuscì a vedere un uomo muscoloso e abbronazato che con la sua possente figura copriva quella di un'esile ragazza che suscitò particolarmente l'attenzione di Torbjörn: il suo intero corpo era di un candore e di una trasparenza tali da permettere quasi di vedere quello che la pelle copriva, ansimava e si muoveva a fatica. I capelli, di un biondo luminoso, erano lasciati selvaggi e sembrava quasi che fossero impolverati. L'elfo non riusciva a capire cosa ci fosse di strano in quella giovanissima ragazza finchè i loro occhi non si incrociarono: quelli della ragazza erano di una strana tonalità scarlatta, la cornea stava perdendo la sua normale colorazione bianca per lasciare spazio a delle grandi e irritate vene rosse.
Ci volle meno di un secondo perchè Tob svelasse l'arcano: "Una vampira!"
I pensieri dell'elfo furono accompagnati da un piccolo brivido che lo percosse dalla parte bassa della schiena fino all'estremità delle dita, i suoi muscoli si contrassero simultaneamente e riuscì appena a fare un piccolo impercettibile sussulto nella direzione opposta alla giovane "mozza", come si era definita.
Tob ascoltò attentamente i due nuovi individui presentarsi prestando sempre la massima attenzione a quella che scoprì chiamarsi Annette Pagliasecca. Non riusciva a distoglierle gli occhi di dosso. I suoi sensi erano all'erta, come durante una delle sue battute di caccia: osservava la ragazza con un misto di sgomento e curiosità.
"Devo tenerla sotto controllo: chissà che intenzioni ha ..."
A fatica riuscì a distogliere i suoi pensieri e la sua attenzione dalla giovane vampira, giusto in tempo per sentire la presentazione di quel curioso Lord bretone.
"Che curioso personaggio." pensò Torbjörn "Comunque Jenkins è senza dubbio un'originale storpiatura per Jerr' Khinz. Quasi quasi lo addotto anche io." e un piccolo sorriso si manifestò sull'elfico volto mentre tali pensieri sfioravano la sua mente.
Fece per incamminarsi sul ponte e quando salì, notò che Nylia e il sovrintendente si erano staccati dal gruppo, non troppo da impedire di ascoltare la loro conversazione: la ragazza pose la stessa domanda che era balenata all'elfo da quando, alla bacheca degli annunci, aveva letto della battuta di caccia.
 
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view post Posted on 15/2/2017, 21:47
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Avevano beccato l'improbabile gruppo giusto: il Lord si presentò con tutti i suoi nomi e titoli, così come l'Argoniano che gli faceva da assistente personale. Spiegò poi loro che si sarebbero diretti a Valenwood, e la cosa non poté che far sorridere il pirata.

"Conosco la rotta! Chissà in quale insenatura faremo approdo? Spero non alla Gola di Smeraldo... Quell'elfetta ha promesso di farmi lo scalpo e io nemmeno mi ricordo il suo nome, sarebbe scortese..."

Non si perse troppo nei suoi pensieri. Continuò ad ascoltare, ma contemporaneamente osservò con discrezione i suoi compagni d'avventura.
Dava per scontato che Jerr' Khinz avrebbe partecipato, ed era stato abbastanza a lungo fra gli Argoniani da sapere che quelle scaglie e quei dentacci affilati potevano rivelarsi alleati non da poco.
La Bretone sembrava una maga, o una studiosa... Comunque non dava l'idea di impugnare spadoni a due mani tutto il giorno. Ma era graziosa, più grande di Annette di qualche anno forse, ed Eurus la studiò come un critico d'arte osserverebbe un quadro o un affresco.

"Ecco, lei già meglio, sìsì... Giovinetta ma bellina, mhmh..."

Quando però posò gli occhi sul Bosmer lo vide silenzioso e intento a guardare Annette. Non riusciva a capire di preciso cosa quegli occhi affilati intendessero, ma in ogni caso non gli piaceva come la stava guatando. Aggrottò le sopracciglia, e si spostò lievemente davanti alla ragazzina. Ignorava fosse una vampira, ma anche se fosse stato il contrario, intendeva mettersi fra lei e Torbjorn per farle da scudo umano. Non sapeva le sue intenzioni, ma Annette si era presentata come sua "mozza", e il suo istinto da capitano parlava chiaro: la propria ciurma va difesa e protetta... Specie se la ciurma è composta da una ragazzina che anche solo a stare al sole fa fatica.

"Dev'essere il caldo... Se è di Skyrim magari non ci è abituata..."

Ad ogni modo, la spiegazione sommaria del Lord venne completata dal suo assistente. Eurus chinò la testa verso l'Argoniano, sorridendo garbatamente.
«Nessun problema. Sarà un'avventura interessante... Non torno nel Valenwood da anni, sarà un piacere rivedere quelle terre.»

Era quindi il momento di imbarcarsi. Eurus non aveva bagaglio, solo i vestiti e le armi che portava addosso. Salì la passerella e come prima cosa tentò di esaminare l'imbarcazione che li avrebbe portati fin là. Il capitano lo aveva già inquadrato... Difficile non notarlo, essendo più largo che alto. Decisamente non un baldo marinaio di quelli che fanno sospirare i cuori delle dame di terra.
Doveva fidarsi di Jerr'Khinz e sperare che la nave fosse solida... Ma per portare un Capitano di quelle dimensioni doveva esserlo per forza, quindi preferì rivolgersi ai suoi compagni d'avventura.
Ovviamente, partì con Nylia.

«Madamigella, perdonatemi, ma temo di essermi perso il vostro nome arrivando tardi. Io sono Eurus, lieto di fare la vostra conoscenza.»

Ampio sorriso, voce calda, occhi amichevoli che cercavano quelli della ragazza nel parlarle. Solo in seguito a una risposta si sarebbe rivolto a Torbjorn, in maniera ben più informale e tranquilla rispetto a quella usata con la Bretone.

«E non conosco nemmeno il tuo nome, mio giovane amico. Sei per caso originario delle terre che andremo a visitare?»

Non conosceva le abilità dei due, ma i Bosmer erano originari di quel posto... Quasi tutti, ovviamente. Un esperto del territorio sarebbe stato molto utile.
 
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view post Posted on 16/2/2017, 09:09
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Mh. Dunque, per ricapitolare mentalmente, dobbiamo salpare verso un'isola praticamente sconosciuta per cercare una bestia ancor più sconosciuta? Non male, come prima gita fuori porta... Ma a chi voglio darla a bere? Sono sinceramente emozionata. Se non fosse per il sole che picchia dannatamente forte sulla mia fronte stanca, guizzerei entusiasmo da tutti i pori, al posto di sudore. Come potrei non essere contenta? Primo viaggio in nave, già l'occasione di vedere nuovi posti, decisamente più esotici di questa terraccia spenta!

L'entusiasmo è facile da spezzare, però, e in questo caso a infrangerlo è lo sguardo assottigliato di uno dei presenti. Di sfuggita, lo noto all'angolo del mio occhio, intento a fissarmi come se mi stesse studiando. Per i Nove, sono una Nord, figuriamoci se mi faccio scrupoli! « Qualche problema, Bosmer? » gli faccio stizzita, pronta ad affrontare le conseguenze della mia lingua lunga. Non mi piace che mi si guardi in quel modo, ma per carità, mi rendo ben conto che l'appellarlo a quello che è possa suonare facinoroso. L'essere una Nord non aiuta a non suonare razzisti.

Eurus si frappone a noi, chiudendo la cosa ed evitando che le cose degenerino prima che il signorotto a capo della spedizione finisca di parlare. Bene, è il momento dell'attracco. Si dice così, no? Bah, poco importa. L'argoniano che continua a catturare la mia attenzione s'imbarca anche lui. Peccato, ho perso l'occasione di parlarci. Sì, è vero che alla locanda ho già visto uno della sua specie, ma è stato così fugace e rapido nell'entrare e uscire di scena che non ho neanche fatto in tempo a riflettere sul fatto che fosse un rettile. Probabilmente anche a causa del fatto che stavo cercando di spillare qualche moneta al mio "capitano". Capitano che, da buon bardo, cerca subito di far comunella anche con gli altri. La Bretone è una bella donna, in particolar modo, ha delle gran belle gambe. Non so perché mi attirino proprio le gambe, fatto sta che sono proprio belle. E' più grande di me, non ci sono dubbi... Almeno per il momento, posso ancora permettermi di dirlo. L'altro invece... Beh, è un Bosmer. Non saprei come meglio identificarlo, non sono così pratica da capire la differenza tra una faccia spigolosa e l'altra. Sto vicino Eurus, mentre gli chiede ciò che c'è da chiedere. Meglio saperle certe cose, come i nomi di quelli con cui devi andare a cacciare.

 
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view post Posted on 16/2/2017, 14:35
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Jer non era mai stato un combattente. Per carità, era un Argoniano, e come tale poteva difendersi letteralmente con le unghie e con i denti, ma fin da piccolo si era dimostrato troppo timido e tranquillo per coprire il ruolo di guerriero. Per quello una parte di lui era lieta che i quattro avventurieri fossero effettivamente arrivati: Lord Bartlesby era entusiasta e pronto a mettersi alla prova, ma lui voleva sicurezza. Pareva, tuttavia, che non tutti i viaggiatori si conoscessero da prima, e, peggio ancora, forse un paio di loro non stavano partendo con il piede giusto. Si chiese se non fosse il caso di intervenire, ma che avrebbe potuto dire? A malapena conosceva i loro nomi, e quella giovane Nord lo lasciava un po'... Perplesso. Aveva vissuto ad High Rock per tutta la sua vita, quindi la visione di umani non particolarmenti scuri di pelle non lo stupiva granchè, ma quella era PARECCHIO pallida. Sembrava in salute, però, se con ghiandole sudoripare iperattive, quindi poteva solo sperare in bene.
La domanda della giovane Bretone lo colpì per un istante. Non che non si aspettasse che gli venisse posta, tutt'altro; aveva temuto quel momento. Sospirò, quindi cercò con lo sguardo Lord Bartlesby, che, al momento, osservava con estatica attenzione il capitano intento a lanciare improperi quantomai originali contro un po' tutta la ciurma. Appurato che il Bretone non potesse sentirlo, decise di rispondere come meglio poteva.
Ecco... Ad essere completamente onesti, signorina, non saprei risponderle con precisione. Deve sapere che storie di questa creatura si sono sparse per un po' tutte le taverne di Glenumbra, fino ad arrivare alle corti. Svariati marinai raccontano di una misteriosa creatura che abiti sull'isola, ma nessuno sa dire COSA sia con esattezza. Dicono di essere certi della sua esistenza per aver parlato con indigeni del luogo, ma non sono stati in grado di trovarla di persona. Lord Bartlesby ha voluto parlare personalmente con queste persone, e io l'ho seguito, come sempre. Penso di potermi dire in grado di riconoscere qualcuno che menta con una discreta precisione, e posso affermare che gli uomini che ci hanno parlato non mentivano: erano assolutamente convinti di quello che ci raccontarono.
Sospirò profondamente. Quello è bastato al mio signore, ma sono certo capirete anche voi che convinzione nell'esistenza di qualcosa di mai visto non significa che quel qualcosa esista davvero. Quei marinai dicevano che la creatura fosse enorme, con un gran numero di zampe, denti enormi e una coda in grado di abbattere alberi, ma non sono nemmeno stati in grado di spiegarci come facessero a sapere quel poco - alcuni parlavano di racconti, altri di idoli, altri di dipinti.
Guardò a lato, con espressione pensierosa. Ammetterò che la presenza di così tante fonti riportante lo stesso aspetto è quantomeno curiosa, ma ci sono svariate leggende simili. Viaggiatori come voi avranno sicuramente sentito parlare di creature mitologiche simili, ma mai esistite; quei racconti, idoli e dipinti potrebbero benissimo essere basati sulla stessa, antica invenzione di un burlone. Certo è che mi sono preso la libertà di controllare alcuni bestiari nella biblioteca del maniero - Lord Bartlesby è un cacciatore accanito, come forse avrete intuito dalla sua attrezzatura - e non ho trovato tracce di niente corrispondente. Creature simili, certo, ma non corrispondenti al 100%.
Non era facile ammettere apertamente che, con tutta probabilità, tutta quella battuta di caccia non stava inseguendo altro che un fantasma inventato da un genitore che voleva spaventare un figlio iperattivo o qualcosa di simile, ma andava pur fatto.
Le mie scuse. Lord Bartlesby non ha voluto sentire ragioni, ha affermato che non si può sapere che una creatura del genere esista finchè non si trovano prove certe ma che lo stesso vale per il contrario, e non posso dargli torto. Ciò detto, tuttavia, posso assicurarvi che la vostra presenza qui è certamente necessaria!
Guardò tutto il gruppetto davanti a lui.
L'isola su cui ci stiamo recando viene evitata da quasi tutte le rotte, commerciali, turistiche o che. Nessuno osa avvicinarcisi, e ben pochi hanno persino il coraggio di dire esattamente perchè! Quei pochi hanno rivelato qualcosa riguardo alla presenza di una vera e propria giungla, anche più scura e rigogliosa di quelle che forse ha visto lei, mister... Torbjörn, corretto? Pare che gli alberi siano cresciuti tanto da rendere il livello del terreno costantemente scuro, e che vi si nascondano parecchie creature estremamente pericolose. Le navi non si fidano ad attraccare perchè la spiaggia è estramamente piccola, per cui il rischio di venire attaccati da animali selvatici è elevato in ogni caso.
Ottimamente detto, mio caro Jenkins!
All'udire la voce del Bretone, il fido maggiordomo si voltò con una certa apprensione, che, tuttavia, sparì non appena vide il solito gioviale sorriso sovrastato da baffi estremamenti folti che faceva quasi da biglietto da visita per Lord Bartlesby. Si era avvicinato al gruppo giusto in tempo per sentire l'ultima parte della spiegazione dell'Argoniano, e, mentre due marinai si impegnavano a togliere la passerella e levare le ancora, aveva deciso di aggiungere i suoi due Septim.
Un'idea entusiasmante, non vi pare? Quell'isola non viene considerata da anni. Sembra che una spedizione mandata lì durante i primi mesi dell'impero di Uriel Septim non abbia trovato niente di utile, e che da allora sia basilarmente dimenticata. Pensate, non solo non è presente sulla maggior parte delle mappe commerciali o vicina ad alcuna delle rotte, ma non ha nemmeno un nome! Certamente gli indigeni del luogo gliene hanno dato uno, ma non ci è dato a sapere.
Con espressione estremamente soddisfatta si mise in bocca un sigaro, evidentemente di ottima fattura, e prima che potesse dire niente Jer, che conosceva un poco di magia, ne staccò la punta con una veloce artigliata, per poi accenderlo con una piccola scintilla.
Ah, rapido come sempre, Jenkins! I miei ringraziamenti.
L'Argoniano rispose con una piccola riverenza, mentre il Bretone, dopo un paio di boccate, tornava a rivolgersi ai compagni di viaggio.
Pensate, una giungla inesplorata, piena di animali feroci, indigeni senza contatti con il mondo civilizzato da anni e, da qualche parte, una creatura mai vista prima! Entusiasmante, non vi pare? Oserei dire che sono eccitato!
Voltandosi leggermente, il suo sorriso a trentadue denti venne accentuato dal riflesso del sole sui suoi occhialini tondi. Erano da lettura, e, essendo per lui solo un disturbo per vedere da lontano, li lasciava pian piano scivolare sulla punta del naso e finiva per guardarvi sopra, piuttosto che attraverso. Non li toglieva, però. Trovava che aggiungessero al suo stile.
Finalmente, con uno scricchiolio che fece voltare Jerr' Khinz e gli causò un momentano e leggero terrore, la nave si mise in marcia. Lord Bartlesby sbattè i tacchi, eccitato, e mosse le braccia verso la propria sinistra, come se stesse improvvisando un passo di danza.
Si parte! Ahhhh, non vedevo l'ora! Signori e signorine, vi auguro un buon viaggio! Non sarà particolarmente lungo, poche ore, se il vento ci assiste, ma vi consiglio di godervi l'aria di mare! Fa molto bene ai polmoni, mi dicono. Jenkins! Io sarò al timone, a tenere compagnia al capitano. Quell'uomo è una vera miniera di racconti incredibili, e non immagineresti mai quanti improperi conosca! Molti di questi mi erano completamente sconosciuti. Cosa pensi sia un "ratto da latrina"? Sono davvero curioso.
Fece un leggero cenno di saluto inclinando il suo cappello da esploratore, quindi si spostò a passi lunghi e ben distesi verso il timone, lasciando dietro di se spesse nuvole di fumo grigie. L'Argoniano lo osservò per qualche istante, quindi emise un leggero sospiro. Era chiaro che ci volesse parecchia pazienza, con quell'uomo.
Bè, Lord Bartlesby non ha torto. Mettetevi comodi, fate conoscenza. Arriveremo a breve, ma se nel frattempo avete altre domande, io sarò qui. Preferisco questo punto per osservare il mare... Molto più tranquillo.

Edited by The Timestreamer - 16/2/2017, 19:44
 
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Hephæst
view post Posted on 16/2/2017, 23:57




Nilya cercava la verità e la sincerità nei tratti dell'argoniano, benché le espressioni del volto di un originario di Black Mars fossero difficile da interpretare. Osservava i suoi occhi, studiava ogni singolo movimento dei suoi lineamenti e della sua pelle squamosa. Ascoltava con attenzione il timbro ruvido della sua voce e prestava attenzione ad ogni suo gesto. Agli occhi di Nilya, il sovrintendente della servitù, appariva preoccupato e mostrava uno sguardo turbato, ma allo stesso tempo scettico a riguardo della esistenza della leggendaria creatura.
Scelse di ignorare l'irrispettosa reazione del Bosmer nei confronti della ragazzina; Percepire troppi sguardi addosso poteva inquietarla e allontanarla, rendendola diffidente e vi era il rischio divenisse ostile. Nilya non era intenzionata ad intervenire in alcun modo; la sua ragione la portava a credere che la ragazzina fosse molto più forte di quanto dava a vedere, inoltre disponeva della protezione del suo compagno e potevano facilmente gestire un confronto verbale tra di loro.
“Uh? … Il mio nome è Nilya” rispose la ragazza e porse un breve ed educato inchino al bardo e alla fanciulla al suo fianco. “La prego di perdonare la mia disattenzione nei vostri confronti … Gradireste partecipare alla conversazione con il Signor Jerr' Khinz?”
Ella invitò i presenti a prestare ascolto alle preziose informazioni comunicate dal sovrintendente della servitù del nobile Lord Edward Bartlesby. Le notizie sugli avvistamenti della creatura, nonostante la buona parola dell'argoniano e senza giudicare la sua abilità di captare le menzogne, erano del tutto infondate ed estremamente surreali per essere considerate veritiere. Non vi era creatura alcuna, date le sue conoscenze tratte dai libri e dai bestiari della sua nobile famiglia di Skyrim, capace di abbattere un albero con un banale colpo di coda. Non dubitava delle ricerche svolte da Jerr' Khinz, bensì voleva approfondirle e riuscire a ricreare nella sua mente l'immagine esatta della creatura da eliminare.
“Molteplici zampe …” mormorò Nilya e intenta a riflettere sulla creatura percepì un brivido gelido scalare la sua schiena sino al collo. Scosse leggermente la testa e assunse un'espressione seria e pensierosa. “No … Non può essere un ragno, ma nemmeno un mammifero o un rettile … Un insetto presumo …”
Ascoltò in silenzio le notizie di Jerr' Khinz riguardante la vita nell'isola sino all'arrivo del nobile. Vide il Lord Edward Bartlesby posare sulle labbra uno strano cilindro composto da ciò che sembravano foglie essiccate di colore marroncino e, con un abile movimento della mano, il sovrintendente vi tagliò l'estremità ed innescò una leggera fiamma su di esso. Lo strano cilindro bruciava ed emanava un forte odore. Nilya storse il naso e prese una lieve distanza, mascherando il disgusto per quell'odore da un'espressione pensierosa e riflessiva. Nonostante si fosse allontanata provò un piacevole stupore nello scoprire la dote arcana posseduta dall'argoniano, tant'è che sul suo volto comparve un sottile sorriso.
I pensieri di Nilya si focalizzarono nuovamente sulla creatura. Non fece alcuna domande riguardo l'isola, poiché fu ben descritta nel minimo particolare, il che rafforzava la sua teoria riguardante la natura dell'animale. Alberi che raggiungevano altezze incredibili e un fitto e denso fogliame ad oscurava completamente il terreno, rendevano l'isola un posto prevalentemente umido, l'ideale per la proliferazione della vita degli insetti.
Il Lord si ritirò dalla conversazione molto presto, raggiungendo il rozzo capitano al timone. Nilya approfitto di quella occasione per ritornare da Jerr' Khinz e porgli altre domande riguardante la creatura.
“Mi voglia scusare Signor Jerr' Khinz … Avrei bisogno di accertare i miei pensieri. La creatura in questione … Lei ha detto di aver riscontrato somiglianze con altre nei libri, dunque, se non è per lei molestia, potrebbe descrivere nel dettaglio quali esse sono? Potrebbe associare la creatura ad una particolare? Un insetto o un rettile …” domandò Nilya, sperando di essere informata meglio sulla creatura da cacciare. Ella temeva si trattasse di una creatura demoniaca o di qualche entità daedrica, benché mai in libri vi aveva trovato simili racconti.
 
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view post Posted on 19/2/2017, 00:06
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Lollo '97 è ufficialmente IN RITARDO, e salta il suo turno. Tocca quindi a GAESHI.
 
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Non ci fu nessun alterco tra i presenti. L'elfo rimase quieto, ed Eurus non dovette intervenire a difendere l'onore della sua protetta... Mozza... Compagna randomica di generiche avventure... Insomma, di Annette, la pallidina che soffriva il caldo e aveva un nome dalla pronuncia tanto strana.

"Oh beh, tanto meglio."

Sorrise con calore a Nilya quando si presentò, e il capo dell'Imperiale si chinò in un cenno d'affermazione e ossequio.
«Non vi è nulla da perdonare, madamigella, non datevi cruccio. La distrazione è segno di una mente sveglia.»

"Diceva così il detto? Ah boh... Suonava bene comunque, spero. Chissene. Vediamo di ascoltare questo Jerr'Khinz che più so di quel che andiamo a cacciare meglio è."

E quindi ascoltò, in silenzio e con le orecchie tese. L'Argoniano disse loro quel che sapeva... Non molto, purtroppo. O meglio, molte cose, ma niente di certo e accurato. Miti e leggende, folklore e racconti... E loro dovevano andare a inseguirli al soldo di un eccentrico Bretone troppo ricco per il suo bene.
Eurus ringraziò silenziosamente i Divini, trattenendosi come meglio poteva dal ridacchiare compiaciuto ed euforico.
Lui era un Bardo.
Lui ci viveva, di quelle cose.

«Sapete una cosa, amico mio? Il vostro Lord ha perfettamente ragione. Non si può sapere che una creatura del genere esista finchè non si trovano prove certe... E noi le troveremo! E renderemo epico questo viaggio!»

Si stava entusiasmando. Lo faceva spesso, gli veniva facile esaltarsi per cose anche da poco, ma in questo caso non vedeva perché non farlo. Era un'avventura, pericolosa certo, ma se ne fosse uscito sano e salvo si sarebbe ritrovato con materiale per una ballata indimenticabile. Era tanto che non componeva qualcosa che non fossero serenate dimenticate nel giro di qualche amplesso o canzonacce da taverna dalla qualità artistica talvolta dubbia.
Insomma, era ispirato, e bene anche. L'entusiasmo quasi fanciullesco di Lord Bartlesby, che in altre circostanze avrebbe potuto trovare fuori luogo, era dal pirata perfettamente compreso.

"Quest'uomo è un sognatore... Non capisce quasi un cazzo di quello che lo circonda, eppure affronta tutto con il cuore e lo stupore di un bambino... Okay, sì, comunque vada lo inserirò nella ballata. Magari riesco pure a farmi pagare. Sì, sì, gliela venderò come tributo al suo nome, se la farà nei pantaloni dalla contentezza."

La nave intanto era salpata, e la loro destinazione si avvicinava di minuto in minuto. Eurus intuì che per avere risposte sensate doveva rivolgersi al maggiordomo, non al Lord, quindi attese che Nilya finisse di parlare (mai avrebbe osato interrompere la signorina, figuriamoci!) per porre a sua volta una domanda all'Argoniano.

«Avevo una domanda sull'equipaggiamento, in effetti. Il nostro buon Lord ha approntato materiale, armi o affini che possiamo adoperare? Perché non sapendo la meta o l'obiettivo della nostra caccia, non ho saputo come prepararmi al meglio.»

Non avrebbe potuto fare diversamente in ogni caso, non avendo il becco d'un quattrino in tasca, ma era sempre meglio far leva sulla disorganizzazione altrui che ammettere la propria mancanza di fondi.

"E poi diamine, mi sento il maestro di scuola qui... Il Bosmer per avere quell'aspetto dev'essere piccolo, e per gli standard elfici significa un marmocchio... Annette è una bambina, Nilya ecco, forse lei è un po' più grandina... Ma comunque mi sento il maestro di scuola, punto. Grande Eurus, la prima avventura dopo tanto tempo e rischi di dover cambiare pannolini! Eheheh, questa me la devo ricordare, la gente ama l'ironia..."
 
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