CITAZIONE (Caesar Octavianus Augustus @ 24/6/2016, 20:34)
Hai ragione, Scan, hai ragione.
Allora, io inizierei col dire che, guardando il servizio del tg, mi ha subito colpito una frase usata da una delle persone inglesi delle quali i giornalisti hanno riportato le opinioni:
BLOCCO Europeo.
Non "Unione", non "Comunità", ma "Blocco".
Perché chiamare l'UE "Blocco Europeo"? È così che gli anti-europeisti la vedono? Come il sostituto dei due blocchi della Guerra Fredda? Oppure è solo un altro termine per definire l'insieme degli Stati?
Premetto di essere al momento “un po' contro la UE”, ma non mi reputo schierato con o contro. Sono uno di quelli che sì, sogna i paesi uniti come si deve e non nel modo in cui è stato fatto tutto sto ambaradan, con una sola guida unica (non questo schema ad albero di istituzioni sottoposte l'una all'altra) che lascia però il dovuto spazio storico-culturale ad ogni paese membro.
Siccome questa unione non rispecchia granché ciò che a me piacerebbe, non riesco a vederla con occhi buoni... e nemmeno con occhi cattivi, ma ciòò che mi sembra pervadere dai piani alti non mi piace e da qui deriva il mio leggero disappunto con la UE in generale.
Non sono inoltre uno studioso di politica, nè una persona con lauree in campi utili a discutere di questo argomento o altro, non occupo nemmeno posizioni statali rilevanti.
Secondo la mia opinione (che venga presa come tale), è facile vedere la comunità europea ormai più come un blocco che come una vera unione. Il problema nasce dal semplice fatto che ci sono paesi chiaramente più influenti, diciamo così, che di fatto gestiscono la situazione per TUTTI gli stati membri con poche possibilità di dire di no (la Grecia è l'esempio mastro, l'Italia segue a ruota). Questa cosa non è nemmeno tanto nascosta dai due paesi che guidano in pole position il gioco (Francia e Germania), e siccome ogni paese membro è legato alle decisioni europee finisce che il tutto ricorda i tempi in cui la Russia diceva A e tutti i paesi del blocco sovietico dovevano fare A o rischiavano ripercussioni.
Non c'è aria di libertà all'interno dei paesi dell'unione, c'è aria di “questi paesi sembrano sotto il giogo di un paio di strozzini e hanno ceduto la loro libertà come nazione in cambio di sicurezze economiche su grandi scale”.
Comprendo benissimo quindi chi definisce l'unione europea in questo modo, nemmeno ai miei occhi è poi così sbagliato definire così l'Europa allo stato attuale.
Poi sì, potrebbe essere anche un modo ignorante, vediamolo così, di definire il cumulo di stati vicini tra loro che formano st'unione, però appunto così è una cosa, l'altra è proprio il blocco stile URSS con a capo una nazione e le altre zitte e mute a seguire “la maggioranza” che è in realtà una minoranza con più mezzi a disposizione, una minoranza in grado di gestire la maggioranza.
CITAZIONE
Dopo aver posto questo quesito a chi voglia coglierlo e rispondere, passerei ad analizzare le ripercussioni sul piano economico, pur ammettendo di essere alquanto ignorante in materia:
1) Gli Inglesi sono sempre andati fieri della loro moneta, fieri del fatto che fosse sempre più forte della "moneta unica" che molti altri paesi UE avevano accettato, eppure hanno corso il rischio e hanno permesso la sua svalutazione. O per lo meno, il rischio lo ha voluto correre la popolazione comune, non gli investitori e gli economisti della City di Londra, filo-UE (in tutta la città erano ben pochi i pro-Brexit), ben consapevoli dell'enorme svantaggio che ne sarebbe derivato. L'orgoglio nazionalista del popolo umile ha prevalso sul buonsenso di coloro che il denaro lo muovono e manipolano per lavoro.
Va considerato che l'UE deriva come base dalla CECA, la comunità europea del carbone e dell'acciaio, e per l'appunto erano regolati rapporti economici. Quindi già proprio questo deve sollevare qualche domanda: non è un'unione europea che nasce da scopi politici, nasce da scopi economici.
In tutto questo la Gran Bretagna è rimasta fuori (i paesi membri alla fondazione erano sei, Francia, Italia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo), ed è una cosa da tenere in conto perché di fatto sono entrati nel giro dopo, è una cosa forse meno sentita rispetto anche solo a noi (come Italia) che prima ci siamo abituati ad avere questo genere di rapporti con i paesi europei.
Gli inglesi di base sono un popolo fiero di esserlo, e il solo fatto che vivano su una grande isola ha da sempre rafforzato il senso di appartenenza e di indipendenza: nessuno li ha mai scalzati da quell'isola, qualsiasi invasore è sempre stato prontamente rimandato indietro (pure i romani non ce l'hanno mai fatta) e, anzi, ci hanno dato loro dentro con le colonie facendo vedere a tutti di essere forti e capaci senza bisogni di aiuti esterni (se gli serviva qualcosa, se lo prendevano con la forza... se oggi mezzo pianeta parla inglese, sia come prima che come seconda lingua, è per colpa loro che hanno di fatto ficcato il naso praticamente in ogni continente in maniera alquanto invasiva).
La sterlina è sempre stata forte finchè la gran bretagna ha mantenuto il suo vero impero coloniale, e, alla fine, ha perso colpi proprio perché nel secolo passato ha via via perso tutte le sue colonie, che si sono date come indipendenti. Complessivamente avevano già accumulato ricchezza, impatto e fama per durare ancora altri anni, ma è ovvio che senza quella presenza sul mondo non si sarebbe andato poi così lontano. La svalutazione della moneta è stata preferita proprio perché, ancora una volta, era un modo per non perdere la sovranità della nazione nei suoi stessi riguardi.
Qualcuno abituato a comandare sempre non si lascia comandare e basta senza dire niente, farà duemila storie prima di “farsi piegare”, e ancora siamo ben lontani da quel giorno lì
Quando si pensa a tutte le beghe che ci siamo dovuti beccare noi con l'euro, sia dal punto di vista legale che puramente economico, sono pronto a scommettere che in molti avrebbero preferito tempi un tocco più duri con la lira (roba da senno di poi, ma...).
La città di Londra è filo-UE per forza di cose, visto che un polo economico così importante non può permettersi di perdere contatti e facilità di scambio con gli altri paesi (e l'Europa in questo caso porta con sé i paesi più vicini, sicché), senza contare che in una città i posti di lavoro sono principalmente roba da settore terziario (servizi), non agricoli e nemmeno industriali, quindi con una vicinanza maggiore al circolo di moneta in tutte le sue forme (banche, borsa, servizi finanziari).
L'abitante medio delle periferie e dei piccoli centri abitati invece vive di lavori meno mentali e più manuali, e spesso ha un livello di studi inferiore. Sto dicendo che questi individui vanno posti su un gradino più basso della scala della società? Assolutamente no, perché anzi, il nocciolo di sopravvivenza di un paese è affidato a queste persone e come tali meritano il massimo rispetto (una cosa di cui spesso molti intellettuali si scordano è che senza pane e senza gente in grado di “maneggiare la roba” farebbero la fame, con buona pace di libri, computer e tutto il resto), ma c'è anche da considerare che vivono in un mondo dov'è facilissimo essere sostituiti o mandati a casa. Si diventa “razzisti” e spaventati del prossimo perché potrebbe rubarci qualcosa, e questi sentimenti sono schizzati alle stelle con le ultime ondate di profughi arrivate in europa.
Quella gente non può permettersi minimamente di rimanere a casa a far niente, quindi meglio svalutarsi, meglio “rendersi la vita più difficile” ma cercare di tenersi stretti quelle poche stabilità che già si hanno e che, volendo, potrebbero anche migliorare a livello interno.
Lo svantaggio visto dagli economisti deriva semplicemente dal fatto che la Gran Bretagna “prende molto” e “rimanda indietro poco”, quindi il restare nell'UE è stato e sarebbe stato più che vantaggioso per loro, aldilà di orgoglio e sentimenti nazionalisti.
Come cittadino europeo italiano (<<< ITALIANO) sono felice che si siano tolti dall'unione europea proprio perchè a conti fatti erano un peso per tutti gli altri paesi membri, Italia compresa, visto che mentre noi dobbiamo sobbarcarci una marea di problemi solo perché ci troviamo in una zona geografica delicata (il Mediterraneo) loro avevano si e no 1/10 di sti problemi, e dovuti principalmente a ripartizioni economiche fatte in parti approssimative e non in parti esatte (nazioni che fronteggiano problemi superiori, in un concetto di “Europa unita” dove tutti per uno e uno per tutti e blablabla di uguaglianza vari, dovrebbero ricevere maggiori aiuti da chi si trova invece in posizioni tranquille per il proprio status interno).
Fossi stato cittadino inglese invece avrei votato per restare, per i motivi di sopra: mi avrebbe fatto comodo.
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2) che fine ha fatto la politica globalizzata dell'accordo Thatcher-Reagan degli anni 80?
Stiamo tornando a quando c'era quell'isolazionista di Churchill, coi suoi discorsi su una GB "verso l'Oceano e non verso l'Europa"?
L'ex-Impero coloniale più grande e cosmopolita al mondo vuole tornare a quando alla gente oltre la manica guardava con disprezzo, e non con lungimiranza e ricerca di vantaggiosi scambi e profitto? Mah, contenti loro... A mio modesto parere, se continuano così tra qualche decennio non esisterà più neanche una Gran Bretagna.
Sfruttata fin'ora per resistere agli eventi, sulle spalle di altri che invece varie crisi economiche le han sentite ecome. Churchill sarà anche stato mosso dall'orgoglio e chissà quanti altri eventuali “difetti” personali, ma ci tengo a ricordare che gli inglesi si sono fatti in quattro pure per salvare le nostre di chiappe da “Hitler e amici”, e le sue affermazioni vanno tenute in un contesto storico dove l'Europa in toto è stata in grado solo di causare distruzione dentro se stessa.
Io per primo avrei guardato con disprezzo l'Europa: una Germania che ha causato due milioni di casini, Italia paese pagliaccio, Francia che ha tenuto finchè è durata poi arresa e devastata, Spagna devastata, paesi dell'est Europa in condizioni pietose, Russia “macchina senz'anima” con un comunismo assurdo... me ne sarei stato sulla mia bella isola a dire “ah che bello questo posto e quanto sono belle le mie colonie”, e vaffanbagno l'Europa che non ha fatto altro che farmi arrivare bombe su Londra, gli unici amici degni sono gli americani e tutto il resto è solo shiz.
Poi si, il boom economico negli anni 50 ha generato un sacco di belle occasioni e allora perché no, data la vicinanza ci si è fatti un po' amici tutti a suon di scambi e trattati commerciali, ma come UK non si sono mai messi a stringere mani agli altri paesi se non con i guanti (e lavandosi le mani a rapporto terminato), mica come noi che nell'UE ci siamo dentro per davvero. Davvero, per loro la UE era solo un vantaggio se sfruttata restando ai margini, facendo sì sentire la propria voce ma senza mai rimanerci realmente invischiati del tutto.
Ora l'Europa ha fatto un po' di pressioni aggiuntive e si è sentito il maggiore bisogno di arrivare al bivio definitivo, o si resta (e si rimane invischiati stile Italia) o ci si saluta definitivamente.
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3) come ha detto il simpatico tizio canuto del TGR Piazzaffari, "boom boomtuttedi vendite di azioni, tutte le Borse Europee chiudono in pesante perdita, tra le peggiori Milano con quasi -11, lo spread, differenza tra i BTP e i BUND Tedeschi, sale a 190 punti base (eh la Madonna, 190!) per poi stabilizzarsi a circa 160..." insomma, nessuno sperava nella riuscita della Brexit, nessuno credeva che sarebbe avvenuta. E allora la mia domanda è... Perché? Perchè il popolo Inglese vuole una GB separata dall'Europa? Qual'è il forte ideale che li spinge ad allontanarsi dall'UE?
Perché non si vogliono obblighi e perché si vuole rimanere padroni in casa propria al 100%, senza che la propria legislazione debba ritrovarsi dei casi in cui si vede arrivare la pipì sopra da una legge o una direttiva europea, perché ciò di fatto supererebbe le decisioni del corpo politico degli UK, votato realmente dai cittadini a differenza dei capoccia presenti nell'UE che sembrano quasi una cerchia a sé stante e con troppi, troppi legami economici e quasi per niente politici.
La UE nella situazione attuale deve sparire perché fa schifo IMHO, e non poco. I veri buoni obbiettivi raggiunti sono pochi (es. io che posso girare l'europa senza problemi, passaporti e altre rogne è una gran cosa per dire) ma i difetti, lo schifo che serpeggia dentro e tutte le beghe economiche che ci siamo sobbarcati come stati membri sono davvero noiose e controproducenti, tanto che il progetto di un'Europa unita contro i nemici (economicamente parlando) americani e asiatici è comunque fallito perché produciamo poco e dipendiamo da loro.
L'isolamento porta a dover riavere in casa propria tutte quelle piccole attività che con gli anni abbiamo preferito dare a paesi come Cina o India, e guardacaso ora loro si stanno arricchendo mentre noi abbiamo una disoccupazione sempre più dilagante, che non risparmia nemmeno i più colti e istruiti. Negli UK la situazione non era certo così grave da doversi separare ora dall'Europa (come ho detto prima, avrei votato per rimanere, c'era ancora un po' da “rosicchiare” a scrocco
), ma il sentimento c'era.
Anche se ora la gente è lì a cercare che voleva dire sto Brexit, il 52% è un numero enorme. Mettiamo caso avesse anche perso l'uscire dall'EU con un valore di 30% (ma considerando solo persone che hanno votato per uscire con consapevolezza), si tratta comunque di un valore indice di qualcosa di rilevante nella testa delle persone, qualcosa che non piace e che fa sentire molti individui come danneggiati da ciò che viene fatto ai piani alti.
In ogni caso, si vedrà tra due anni, quello a cui noi (sempre IMHO) dovremmo guardare ora è il vedere se:
1) escono altri paesi dall'UE
2) decidiamo di uscire noi dall'UE
La Gran Bretagna ha dimostrato che si può uscire, ma lo ha fatto partendo da una situazione dove già metà corpo era fuori dalla pozzanghera. Una mossa del genere da parte di un paese come il nostro la vedo molto, molto più difficile (anche solo far partire il referendum
)
Il resto è solo fuffa come il referendum sulle chiatte petrolifere
P.S. Se avete materiale per smentirmi o segnalare errori fatelo, preferisco imparare nuove cose e discutere costruttivamente che rimanere in fallo su eventuali opinioni errate
CITAZIONE (Caesar Octavianus Augustus @ 24/6/2016, 21:03)
Aaah, l'ignoranza... La più potente arma per manipolare le masse.
Alt, una cosa che tollero sempre meno su questi argomenti è la parola "ignoranza". Siamo nel 2016, i mezzi per informarsi ci sono e tutti sanno almeno leggere e scrivere.
Se a qualcuno non interessa la cosa o va a votare a caso, chiamiamola "poca voglia di informarsi" o "volontà di sbattersene allegramente", non ignoranza
Una volta si teneva il popolo ignorante per manovrarlo meglio, ma ai tempi il popolo non era istruito a dovere. Ora invece lo siamo tutti, nessuno escluso, quindi la colpa è dei singoli che non si prendono 5 minuti per comprendere meglio due cose e decidere cosa fare.