Storia : La battaglia del gelo .
Prologo : Storie di un anziano Orco.
Winderhnonth .
Era una fredda giornata d'autunno nei boschi a nord-est di Norvodhijn , ai piedi dei Colli Ventosi.
Aveva appena nevicato, e il paesaggio era tutto innevato, bianco come lo sono le nuvole e il vento era freddo e pungente ma, a riscaldare in parte il maestoso paesaggio, c'era un bel sole .
E li, tra gli alberi, un vecchio orco, calvo e dalla barba bianca, stava trascinando dei grossi tronchi con un piccolo slittino .
Egli canticchiava un motivetto, una vecchia canzone di Winderhnonth, mentre in lontananza poteva già scrutare casa sua, una bella casa in legno e pietra .
Una volta arrivato, sistemò i grossi tronchi nello spiazzo davanti casa e posò la slitta in un piccolo capanno li vicino.
Così, poco dopo, potè entrare nella sua calda e confortevole dimora.
“Nonno è tornato !” esultò felice una piccola orchetta drukt , dopo che il vecchio orco passò l'uscio.
“Oh, mia piccola Helija ,”disse felice il vecchio orco, dopo averla presa in braccio e avergli dato un caldo abbraccio “nonno Ozton torna sempre a casa.”
Subito dopo, ad abbracciarlo, arrivò anche un piccolo orchetto, suo nipote Bor'liotor.
Finiti gli abbracci, i tre si avviarono verso la sala col camino, dove c'era una vecchia orca , grassoccia e con i capelli bianchi, con in mano un mestolo di ferro.
“Hah, ti sembra questa l'ora di tornare, Ozton Ascialesta ?” chiese innervosita l'orca, mentre incrociava le braccia e inceneriva Ozton con lo sguardo, “dovrebbero chiamarti Piè di caglio.”
“E dai, Dorbra, lo sai anche tu che gli alberi migliori si tro-” Ozton non riuscì a finire la frase che Dorbra gli dette una sonora mestolata in testa.
Dopo avergli dato del testone e averlo rimproverato un po', ella disse di lasciar perdere, che lo stufato si stava raffreddando e che sua figlia Garthania lo stava aspettando.
Una volta oltrepassato un piccolo arco ed essere arrivato nella sala da pranzo, andò subito a salutare sua figlia, un orca molto bella ( per la sua specie ), atletica e con in grembo il suo prossimo nipote.
Salutò anche il compagno di sua figlia, Berthold Orofino, un mercante della vicina città di Nihfertad, la capitale di Winderhnonth .
“ Allora, figlia,” chiese curioso il vecchio Ozton, “come và la vecchia guardia, giù alla capitale ? Il vecchio Viden ancora si lamenta della sua gamba ?”
“Come sempre,” disse ironicamente e sorridendo, riferendosi al Khonsbjorn della città, “ma si. Non ci sono grossi problemi .”
“ E tu, Berthold ?”
“ Solo qualche problema con il contratto di Phamine, ma tutto apposto”
Tra una chiacchera e l'altra, la bella famigliola si gustò lo scuisito stufato di Dorbra, mentre il sole veniva nuovamente oscurato dalle nuvole e cominciava a rinevicare.
Poco dopo, tutti si ritrovarono intorno al camino, mentre la legna scoppiettava e il tepore si diffondeva nella stanza.
Tutti, ancora, parlavano del più e del meno, mentre aspettavano la mezzanotte, per assistere ad un raro evento celeste che sarebbe accaduto da li a breve.
“ Nonno,” disse il giovane Bor'liotor, in braccio ad Ozton, “ci racconti una storia ?”
“Hmmm, fammi pensare … quella di quando affrontai i tre Yeti giganti del Tuhndammah ? O quando dovetti -”
“ No, nonno,” disse Helija, fermando il nonno, “quella di quando affrontasti l'esercito di Azal... Azo... Azalòht !”
“ Ma dai, bambini, ve l'ho già raccontata . E poi, il libro di quella storia la racconta meglio.”
“ ti preeego !” dissero i due orchetti, insistendo per sentirla raccontare dal nonno.
“ e va bene.” disse , sorridendo, Ozton, “ma dovrò partire dall'inizio, se volete ascoltarla tutta.”
I due orchetti sbuffarono, dal momento che volevano sentire solo la parte dove loro nonno combatteva nella calca della battaglia ,squartando e tranciando i suoi nemici con la sua vecchia ascia .
“ allora, bambini, tutto iniziò sulle fredde cime del Kiju'gadrad, in una fredda e gelida notte del Tuhndammah ...”
