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Storia di Aevar, (BloodMoon Expansion)

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view post Posted on 20/8/2006, 14:56
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"Siedi tranquillo, figliolo, e ascolta, poiché la storia che ti racconterò è una storia che dura tante ere."

"Ma cos'è, nonno? E' una storia di eroi e bestie?"

Il nonno guardò il bambino: stava crescendo bene. Presto avrebbe riconosciuto il valore di queste storie, delle lezioni che venivano insegnate tramite esse a ogni generazione.
"Ascolta soltanto, figliolo; lascia che la storia metta radici nel tuo cuore."

----------


In un tempo antico, molti anni fa, quando gli Skaal erano sorti da poco, c'era pace nelle Terre. Il sole era caldo, il raccolto cresceva rigoglioso e la gente era felice nella pace che offriva l'Onnipotente. Ma gli Skaal divennero pieni di sé e indolenti e consideravano qualcosa di dovuto sia le Terre sia tutti i doni che aveva dato loro l'Onnipotente. Dimenticarono, o scelsero di non ricordare, che il Nemico è sempre all'erta e che prova piacere nel tormentare l'Onnipotente e i suoi prescelti. E fu così che il Nemico venne fra gli Skaal.

Il Nemico ha molti aspetti: appare nelle bestie sacrileghe e nella piaga incurabile; alla Fine delle Stagioni, lo conosceremo come Thartaag, il Divoratore del Mondo. Ma in quell'era, divenne noto come l'Avido.

L'Avido (che è come lo chiamiamo, poiché dire il suo nome porterebbe sicuramente la rovina sulle genti) visse fra gli Skaal per molti mesi. Forse una volta era semplicemente un uomo, ma quando il Nemico si impossessò di lui, divenne l'Avido e così viene ricordato.
Un giorno, gli Skaal vennero abbandonati dai loro poteri: la forza lasciò le braccia dei guerrieri, e gli sciamani non riuscivano più a evocare le bestie al loro fianco. Gli anziani pensarono che l'Onnipotente fosse insoddisfatto, e alcuni suggerirono perfino che li aveva abbandonati per sempre. Fu quello il momento in cui l'Avido apparve fra di loro e parlò.

"Voi Skaal siete diventati grassi e pigri. Ho rubato i doni del vostro Onnipotente. Ho rubato gli Oceani in modo che abbiate sete per sempre. Ho rubato le Terre e gli Alberi e il Sole, in modo che le vostre messi inaridiscano e muoiano. Ho rubato le Bestie, in modo che abbiate fame. E ho rubato i Venti, in modo che viviate senza lo Spirito dell'Onnipotente.

"Vivrete nella miseria e nella disperazione fino al giorno in cui qualcuno non avrà il potere per riprendere questi doni. Poiché io sono l'Avido, e questo ho deciso."

E l'Avido scomparve.

Gli Skaal discussero per molti giorni e molte notti: sapevano che uno di loro doveva recuperare i doni dell'Onnipotente, ma non riuscivano a decidere chi dovesse essere.

"Io non posso andare," disse l'Anziano, "poiché devo rimanere a guidare gli Skaal e ricordare loro qual è la legge."

"Io non posso andare," disse il Guerriero, "poiché devo proteggere gli Skaal. Ci sarà bisogno della mia spada, se l'Avido tornerà."

"Io non posso andare," disse lo Sciamano, "poiché la gente ha bisogno della mia saggezza. Devo leggere i presagi ed offrire la mia conoscenza."

Fu allora che un giovane uomo chiamato Aevar levò la sua voce: era forte di braccio e veloce di piede, anche se non era ancora un guerriero degli Skaal.
"Andrò io," disse Aevar, ma gli Skaal risero forte.

"Ascoltatemi," continuò il ragazzo. "Non sono ancora un guerriero, quindi la mia spada non è necessaria, qui. Non posso leggere i presagi, quindi la gente non verrebbe certo a chiedere il mio consiglio. E sono giovane e non ancora saggio nelle vie della legge. Riprenderò i Doni dell'Onnipotente dall'Avido. Se non dovessi riuscirci... credo che nessuno sentirà la mia mancanza."

Gli Skaal ci pensarono brevemente e decisero di lasciare andare Aevar: egli lasciò il villaggio la mattina successiva.

Aevar decise di recuperare per primo il Dono dell'Acqua, così si diresse verso la Pietra dell'Acqua: fu lì che l'Onnipotente gli parlò per la prima volta.

"Dirigiti a ovest e segui il Nuotatore fino alle Acque della Vita."

Così Aevar camminò fino al limite dell'oceano e trovò il Nuotatore, un Horker Nero, mandato dall'Onnipotente. Il Nuotatore s'immerse nelle acque e nuotò molto lontano e ancora più lontano; aevar però era forte e nuotò con vigore. Seguì il Nuotatore fino ad una cava, nuotando sempre più in profondità mentre i polmoni gli bruciavano e le membra si stancavano.
Alla fine trovò una sacca d'aria e lì, nell'oscurità, trovò le Acque della Vita. Raccogliendo la sua forza, prese le Acque e nuotò indietro fino alla spiaggia.

Quando tornò alla Pietra dell'Acqua, l'Onnipotente parlò. "Hai riportato il Dono dell'Acqua agli Skaal: gli Oceani daranno nuovamente frutti, e la loro sete verrà placata."

Aevar viaggiò allora verso la Pietra della Terra, e lì l'Onnipotente gli parlò di nuovo.

"Entra nella Caverna della Musica Nascosta e ascolta la Canzone della Terra."

Così Aevar si diresse a nord e a est verso la Caverna della Musica Nascosta. Si trovò in una grande caverna dove le rocce pendevano dal soffitto e crescevano dallo stesso terreno. Si fermò lì ad ascoltare, e udì la Canzone della Terra, ma il suono era troppo debole. Afferrò la sua mazza, colpì le rocce sul terreno a tempo con la Canzone... e questa aumentò di volume fino a riempire la caverna, e il cuore del giovane ragazzo. Allora ritornò alla Pietra della Terra.

"Il Dono della Terra è nuovamente con gli Skaal," disse l'Onnipotente. "Le Terre sono di nuovo ricche, di nuovo feconde."

Aevar era stanco e il sole lo bruciava, gli alberi non offrivano ombra e non c'era vento a rinfrescarlo. Nonostante questo viaggiò verso la Roccia della Bestia e l'Onnipotente parlò.

"Trova la Buona Bestia ed alleggerisci la sua pena."

Aevar viaggiò attraverso i boschi dell'Isinfier per molte ore, finché udì le grida di un orso da oltre una collina. Non appena ne raggiunse la cima, vide l'orso, e vide che aveva una freccia Falmer piantata nel collo. Controllò gli alberi cercando il Falmer ma, non trovandone nessuno, si avvicinò alla bestia. Gli parlò dolcemente e gli andò vicino lentamente dicendo, "Buona bestia, non intendo farti alcun male. L'Onnipotente mi ha mandato per alleviare le tue sofferenze."

Sentendo queste parole l'orso cessò la sua lotta e appoggiò la testa ai piedi di Aevar; egli afferrò la freccia e la strappò dal collo dell'orso. Usando la poca magia che conosceva, Aevar curò la ferita anche se questo consumò la poca energia che gli rimaneva. Quando la ferita dell'orso si chiuse, Aevar decise di riposare.

Quando si svegliò, l'orso si ergeva sopra di lui e i resti di un certo numero di Falmer giacevano lì intorno: la Buona Bestia l'aveva protetto durante la notte. Tornò alla Pietra della Bestia con l'orso al suo fianco e l'Onnipotente gli parlò nuovamente.

"Hai riportato il Dono delle Bestie. Ancora una volta la Buona Bestia ciberà gli Skaal quando sono affamati, li vestirà quando hanno freddo e li proteggerà nel tempo del bisogno."

La forza di Aevar era tornata così egli viaggiò verso la Pietra dell'Albero, anche se la Buona Bestia non lo seguì. Quando arrivò, l'Onnipotente gli parlò.

"I Primi Alberi se ne sono andati e devono essere piantati di nuovo. Trova il seme e pianta il Primo Albero."

Aevar continuò a viaggiare attraverso la Foresta Hirstaang, cercando i semi per il Primo Albero ma non riuscì a trovarne nessuno. Allora parlò agli Spiriti Albero, gli alberi viventi: gli dissero che i semi erano stati rubati da uno dei Falmer (poiché essi sono i servitori del Nemico) e che questo Falmer si era nascosto nel profondo della foresta in modo che nessuno lo trovasse mai.

Aevar raggiunse la parte più profonda della foresta e lì trovò il malvagio Falmer, circondato dagli Spiriti Minori degli Alberi; Aevar vide che gli Spiriti erano suoi schiavi poiché egli aveva usato la magia dei Semi e aveva pronunciato il loro nome segreto. Aevar sapeva di non poter resistere contro una forza simile: doveva recuperare i semi in segreto.

Infilò la mano nella sacca e tirò fuori la sua pietra focaia; dopo aver raccolto un po' di foglie, accese un piccolo fuoco vicino al luogo in cui erano ammassati il Falmer e i suoi spiriti incantati. Tutti gli Skaal sono a conoscenza dell'odio degli Spiriti per il fuoco, perché il fuoco devasta gli alberi che loro servono. Immediatamente l'istinto degli Spiriti prese il sopravvento, ed essi corsero a estinguere le fiamme; durante la confusione, Aevar scivolò dietro al Falmer ed afferrò la sacca dei Semi, rubandoli prima che il malvagio essere se ne accorgesse.

Quando Aevar ritornò dalla Pietra dell'Albero, piantò l'albero nel terreno e l'Onnipotente gli parlò.

"Il Dono dell'Albero è stato recuperato. Ancora una volta gli Alberi e le Piante fioriranno e cresceranno, fornendo nutrimento e ombra."

Aevar era stanco, il Sole non faceva che bruciare e ancora i Venti non lo rinfrescavano, ma riposò per poco tempo all'ombra degli Alberi. Le gambe erano stanche e gli occhi pesanti ma egli continuò, viaggiando verso la Pietra del Sole. Di nuovo, l'Onnipotente parlò.

"Il gentile calore del Sole è stato rubato, ed esso brucia solamente ora. Libera il Sole dalle Sale della Penombra."

E così Aevar si diresse a ovest, oltre le terre ghiacciate, fino a raggiungere le Sale della Penombra. L'aria all'interno era densa e pesante e lui non riusciva a vedere più lontano della fine del suo braccio; nonostante questo, sentì che doveva proseguire lungo i muri, anche se sentiva il fruscio dei piedi e sapeva che in quel luogo c'erano delle Bestie Sacrileghe che avrebbero potuto strappare la sua carne e rosicchiare le sue ossa.
Avanzò furtivamente per ore, fino a quando vide un debole luccichio alla fine della sala.

Lì, da dietro una cortina di ghiaccio perfetto, veniva un bagliore così chiaro che dovette chiudere gli occhi per non rimanere accecato per sempre. Strappò l'occhio fiammeggiante da una delle Bestie Sacrileghe e lo gettò verso il ghiaccio con tutta la sua potenza: una piccola crepa apparve nel ghiaccio, e divenne sempre più grande. Lentamente la luce penetrò attraverso le fenditure, allargandole e riducendo il ghiaccio in pezzettini. Con un crack assordante le mura si sbriciolarono e la luce si riversò sopra Aevar e dentro le Sale; Aevar udì l'urlo delle Bestie Sacrileghe mentre venivano accecate e bruciate. Corse fuori dalle Sale, seguendo la luce, e cadde sul terreno fuori di esse.

Quando riuscì a rialzarsi il Sole lo riscaldava di nuovo ed egli fu felice di questo. Tornò alla Pietra del Sole dove l'Onnipotente gli parlò.

"Il Dono del Sole è nuovamente degli Skaal. Li riscalderà e darà loro la luce."
Aevar aveva un ultimo Dono da recuperare, il Dono dei Venti, così si diresse verso la Pietra del Vento, lontano, lungo la costa occidentale dell'isola. Quando arrivò, l'Onnipotente gli parlò, dandogli il compito finale.

"Trova l'Avido e libera il Vento dalla sua prigionia."

Così Aevar vagò per le terre in cerca dell'Avido. Guardò negli alberi, ma l'Avido non si nascondeva là. Non si nascondeva nemmeno vicino agli oceani o nelle caverne profonde e le bestie sembravano non averlo visto nelle nere foreste. Infine Aevar giunse ad una losca casa e seppe che vi avrebbe trovato l'Avido.

"Chi sei," gridò l'Avido "tu che vieni nella mia casa?"

"Sono Aevar degli Skaal," disse Aevar. "Non sono un guerriero, uno sciamano o un anziano. Se non ritorno, nessuno sentirà la mia mancanza. Ma ho ripreso gli Oceani e la Terra, gli Alberi, le Bestie e il Sole e riporterò anche il Vento alla mia gente, così che possa sentire nuovamente lo spirito dell'Onnipotente nelle sue anime."

Detto questo, afferrò la borsa dell'Avido e la strappò, aprendola: i Venti si riversarono fuori con forza violenta, sollevando l'Avido e portandolo via, lontano dall'isola. Aevar respirò nel vento e fu felice. Tornò alla Pietra del Vento dove l'Onnipotente gli parlò un'ultima volta.
"Hai agito bene, Aevar. Tu, l'ultimo degli Skaal, hai riportato loro i miei doni. L'Avido se n'è andato per ora, e non dovrebbe più tormentare la tua gente, durante la tua vita. L'Onnipotente è compiaciuto. Ora va, e vivi in accordo con la tua Natura."

E Aevar si incamminò per tornare al villaggio degli Skaal.

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"E poi che successe nonno?"

"Cosa vuoi dire, figliolo? Tornò a casa."

"No. Quando tornò al villaggio," continuò il bambino. "Diventò un guerriero? O insegnò come lo sciamano? Comandò gli Skaal in battaglia?"

"Non lo so. Questo è dove la storia finisce," disse il nonno

"Ma questa non è una fine! Non è così che finiscono le storie!"

Il vecchio rise e si rialzò dalla sedia.

"Non lo è?"




 
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