Mash annuì. Il tipo ti sta sulle palle, chiaro. Non penso di essere la persona più adatta per parlare della maturità di qualcuno, ma di mio posso dire che non ho compreso molto il suo continuo esporsi agli attacchi diretti di qualcuno che poteva sventrarlo come un cinghiale in un attimo. E poi c'è stato tutto quel bottino... Non farmici pensare o mi riattacco alla bottiglia. Si ritrasse, abbassando la maglia e rimettendosi bene o male in sesto. Strano che non avesse memorie, aveva detto la donna. Strano davvero, ma forse non per i motivi a cui pensava lei. Mash non aveva esattamente una memoria prodigiosa; tendeva a tenere a mente solo le cose che catturavano la sua attenzione, che non erano necessariamente le cose importanti. Si ricordava comunque parecchi episodi della sua infanzia, flash di un piccolo bastardello verde che giocava con i suoi fratelli, o che chiedeva alla madre di papà solo per vederla voltarsi dall'altro lato. Ma quella scena, la scena più importante della sua infanzia, mancava... No, non era esatto. C'era, ma era come oscurata. Qualcosa nella sua mente sorgeva tutte le volte che pensava a quel momento fatidico, ma era come coperto da un banco di nebbia. Se avesse saputo qualcosa di medicina oltre a "picchia forte per far smettere di respirare", l'orco avrebbe probabilmente concluso che le sue memorie erano bloccate dallo shock che aveva subito. Se quella ferita appariva enorme ora, dopotutto, su un bambino di quattro anni doveva essere di dimensioni ciclopiche, e ricordava come se fosse ieri il dolore lancinante e il tempo richiesto per riprendersi. Tempo che, ad onor del vero, era stato ben meno di quanto sarebbe servito a chiunque altro (meno di un mese), ma che, per un bambino, era comunque lunghissimo. Poteva dirle tutte questo, certo. Poteva essere onesto, diretto. Ma non l'avrebbe fatto. Quello che era stato morso, quello che aveva sanguinato, pianto, che quasi era finito dritto dritto tra le braccia di Malacath era solo un bambino, ma quel bambino non era diventato qualcuno a caso. Era diventato Mash Gro-Rub, il fiero capitano della Falcone Blu, la nave pirata più temuta della Iliac Bay! Se c'era una cosa che aveva imparato nei suoi anni di comando, era che il dovere primo del capitano era ispirare i suoi prossimi, far vedere loro che avrebbero vinto perchè non lavoravano con uno stronzo qualsiasi, ma con LO stronzo, quello che poteva affondare una nave a pugni se le vele non gli piacevano. Namie non era un suo sottoposto e lui non la considerava tale, ma la scorsa missione aveva provato che, se si fossero trovati di nuovo a lavorare insieme, lui avrebbe preso punta e fatto da scudo alla donna, il che significava che doveva dimostrarle di essere adatto alla situazione, di non essere un semplice muro di carne, ma una muraglia di mattoni. Fu quindi per questo che si mise a raccontare la "sua versione" degli avvenimenti, gesticolando come un venditore di navi usate. Si sorprese a notare che sarebbe stato un ottimo bardo... Sapeva anche suonare il liuto, dopotutto. Ti racconterò quello che ho ricostruito dai racconti dei miei fratelli, ragazzina! La mia vecchia era uscita per andare al lavoro, e io ero in casa con i miei fratelli. Non ero certo il più grande, ma già allora ero quello a cui venivano lasciate le redini della situazione quando l'adulta non c'era, e facevo un gran cazzo di lavoro, fattelo dire! Ebbene, quella notte tuonava, una delle tempeste più grosse di Orsinium. I miei fratelli erano quasi tutti a letto, mentre io controllavo le porte e le finestre. Avevo già più muscoli e più fegato di tutti i ladruncoli del quartiere, li spaventavo soltanto a vedermi! A un certo punto sento questo schianto dalla cucina, come se qualcuno avesse spaccato un muro. I miei fratelli erano terrorizzati, ma io ero pur sempre io, e non mi sono certo fatto spaventare! Ho fatto il mio dovere di guardiano della casa e sono corso a vedere! Le passò il braccio sinistro sulle spalle, mentre col destro disegnava una linea immaginaria a mano aperta, osservando un angolo vuoto della taverna e continuando a raccontare. Non menzionò il fatto che, essendo la loro casa poco più di una baracca di legno marcio, abbattere un muro richiedeva poco più di uno starnuto. Era enorme, doveva rimanere piegato per potersi infilare nella stanza. Era il Daedroth più grosso che abbia mai visto, o di cui abbia mai sentito. Un qualche maghetto da strapazzo doveva averlo evocato come guardiano, ma un bastardo come quello non è facile da contenere, ed era scappato! La sua bocca di coccodrillo grondava di sangue, e dietro di lui potevo sentire urla disperate e di terrore. E ora puntava a me! Mi fissava con occhi affamati, e se fossi scappato non solo mi avrebbe inseguito, ma avrebbe attaccato i miei fratelli, nascosti nella stanza dietro di me, terrorizzati! Ma mi sono forse spaventato? Ho forse tentato di scappare? HA! Si battè la mano libera sul petto, gonfiandolo fieramente. Col cazzo, sorella! Sono Mash Gro-Rub, e ho palle d'acciaio dalla nascita! Ho alzato i pugni e mi sono preparato a combatterlo! Si avvicinò di più con la testa a quella della khajiit, sempre osservando il muro vuoto, mentre la mano destra schizzava tutt'intorno disegnando nell'aria l'improbabile battaglia che raccontava. Era evidente che vi si stesse calando anche troppo. Il bestione mi carica con gli artigli in avanti, pronto ad aprirmi come un lucchetto, ma io lo devio con un pugno e lo faccio sbilanciare, per poi saltargli sulla testa e iniziare a prenderlo a pugni. Questo urla come un horker ferito, mi afferra e mi lancia contro un muro, ma io riesco a girarmi, fermo l'impatto con le mie nude mani e, non appena lui mi carica di corsa, io mi do la spinta all'indietro per colpirlo con una testata che lo fa piegare in due dal dolore, il che mi permette di tirargli un cazzotto al mento che lo manda lungo disteso! All'ultima possente azione di baby Mash, l'orco sollevò la mano destra chiusa a pugno davanti al suo volto, decisamente troppo preso dalla sua stessa storia. Che senso avrebbe raccontare una storia senza metterci dell'entusiasmo, però? Tornò alla narrazione normale, allontanando la sua testa da quella di Namie. I miei fratelli erano estasiati, e urlavano il mio nome! Ma il bastardo li ha sentiti, e deve aver deciso che erano prede ben più facili di me, perchè si è lanciato contro di loro. Ma pensi forse che l'abbia lasciato fare? Questa verde fava, ragazza! Gli ho afferrato la coda e l'ho tirato indietro, per poi arrampicarmi sulla sua schiena per colpirlo di nuovo! Questa volta il bastardo se l'aspettava, però. Ha buttato in avanti la testa, facendomi cadere davanti a lui, e mi ha afferrato al volo tra le zanne, per poi iniziare a scuotermi a destra e sinistra per finirmi! C'era appena una goccia, un ammontare a malapena percepibile, di paura in quell'ultima frase. Mash non lo voleva esprimere, e certo non l'avrebbe mai ammesso, ma c'era. Era certo che almeno quell'ultima parte fosse successa. Aveva immaginato tante volte l'avvenimento, e trovarsi bloccato da quei denti, e smembrato a quel modo era così reale... A suo onore, però, si riprese pressochè istantaneamente. L'idiota ha commesso l'errore di farlo vicino ad un tavolo, però! Mentre mi scuoteva ho allungato la mano, sono riuscito ad afferrare il coltello e gliel'ho piantato in un occhio! Quello ha urlato, liberandomi dalle sue mascelle, ma io non avevo finito! L'ho atterrato con una spallata, gli sono saltato addosso e ho preso a picchiarlo in faccia, ancora e ancora, finchè il bastardo non è morto ed è tornato all'Oblivion. Quando finalmente mia madre è tornata, io ero là, con la mia nuova ferita di guerra e il coltello ancora colante sangue di Daedra ai miei piedi! Lasciò finalmente le spalle della donna, con un'espressione estremamente fiera. Quasi niente di ciò che aveva detto era vero, ovviamente. Si guardò bene dal menzionare che il suo primo ricordo certo era venire sollevato da terra, coperto di sangue e a malapena vivo, da una donna piangente che malediceva un tal Ugrok. Quella parte non avrebbe aiutato la storia. Questo è ciò che ho compreso io. Così piccolo e già così incontenibile, eh? Fece finta di togliersi una lacrima inesistente da sotto l'occhio destro con un dito. Sono fiero di quel nanerottolo.
Edited by The Timestreamer - 12/7/2016, 16:59
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