Speravate dunque che avessi lasciato perdere questa storia, eh?
- E invece, purtroppo per voi, torno con un nuovo capitolo!
(anche se con brevissimo ritardo.
CAPITOLO 5: NEREVAR E COMPAGNIA
Era una mattina d'estate che preannunciava già una giornata calda, un breve momento di tregua prima che Chimer e Dwemer tornassero alle armi. I guerrieri si erano appena svegliati nei loro accampamenti e ciascuno passava le proprie ore in modo diverso. In uno degli accampamenti dei Chimer, il giovane Nerevar stava giocando a carte con alcuni suoi commilitoni e amici, tutti seduti in cerchio insieme. Accanto a lui sedeva Voryn, il suo migliore amico, poi c'erano Vivec, Almalexia e Sotha Sil.
"Ma dai, chim, si può giocare a scopa in cinque?"aveva protestato Vivec quando avevano deciso di giocare, ma dopo che l'avevano convinto, visto che stava facendo un sacco di punti aveva del tutto cambiato idea.
Nerevar Indoril, figlio di nobili della Casata Indoril (ovviamente), era quindi di alta discendenza famigliare ma allora non aveva alcun altro incarico se non lottare nell'esercito degli Elfi Luminosi. In quegli anni era scoppiata tra i Luminosi la moda punk, così Nerevar aveva lunghi capelli dorati tutti alzati in una cresta che non so dire come riuscisse a mantenere e con quale quantità di gel. Avete presente l'elmo degli Ordinatori? Ecco, così erano i capelli di Nerevar, e la sua cresta punk ispirò la moda degli abitanti di Morrowind per secoli a venire.
Oltre a questo, Nerevar era un abilissimo guerriero e il futuro gli prometteva un'ottima carriera. Peccato che perdeva ore e ore a mantenere quella cresta in testa, e spesso capitava che succedessero cose di questo tipo:
"Nerevar, dove sei?"
"Eh, sono allo specchio, un momento che mi aggiusto la cresta, c'è qualche ciuffo fuori posto"
"Nerevar, sbrigati! Il re ha convocato il nostro esercito, si prepara una battaglia con i Dwemer!"
"Sì, sì, un momento solo, che mi aggiusto la cresta"
E poi, da quando aveva detto la sua ultima frase sarebbero passate ore e ore prima che uscisse da quella dannata tenda e si unisse all'esercito, con la sua cresta finalmente dritta, pronta e lucente.
Voryn Dagoth, figlio di nobili della Casata Dagoth (ovviamente), era il migliore amico di Nerevar e anch'egli, nonostante fosse di alti natali, lottava soltanto nell'esercito dei Chimer. Voryn era più portato in magia rispetto al suo amico guerriero, ma nei momenti di tregua tralasciava la magia per coltivare svariati hobby. Come ogni Dagoth che si rispettasse, anzitutto, era un grande appassionato di musica. Infatti quand'era piccolo aveva in camera sua un'intera fila di campane di metallo. Quando le suonava perdeva ogni cognizione del tempo, con il risultato che spesso si faceva notte e lui continuava a suonare le campane.
"Ma basta, c'è gente che dorme!"gli urlavano così i suoi esasperati vicini di casa. Questo lo spinse con il tempo ad abbandonare la musica e a dedicarsi alla lap-dance.
Diversamente da Nerevar, Voryn non abbracciò la moda punk, forse perché si sentiva troppo bello per farlo: infatti poteva vantare dei fantastici capelli, lisci, lunghi e corvini, che conquistavano tutti, belli e brutti, maschi e femmine. Con questo, INEVITABILMENTE, anche Voryn era fissato a tenere bene i suoi capelli e perciò...beh, ve l'ho detto con Nerevar, è la stessa cosa.
Almalexia era una punk sfegatata, come Nerevar. Portava un'acconciatura rosso fiamma che giovava molto alla sua personalità e tatuaggi su tutto il corpo. Per questo si era innamorata inevitabilmente della cresta punk di Nerevar, e poi di Nerevar stesso, e questo sentimento fu anche ricambiato dal guerriero Indoril. Anche lei, da ricordare, era una potente guerriera dell'esercito dei Chimer.
Sotha Sil, Sotha per gli amici, era un abilissimo stregone e per questo motivo era andato al collegio insieme a Voryn Dagoth, che pure di magia se ne intendeva, come vi ho detto sopra. Cosa dire di quest'Elfo? Beh, fino a un certo punto è stato il più tranquillo del gruppo, stava per i fatti suoi, non dava noie a nessuno. E così continuerà ad essere per ora.
Vivec, Vehk per gli amici, era già a quei tempi calvo, ma non lo era stato da sempre. Sì, mi avete sentita bene: un tempo Vivec aveva i capelli. Non tanti a dire il vero, ma li aveva avuti. Ed era anche una persona normalissima, molto diversa da come la conosciamo ora. Allora anche Vivec aveva avuto gli stessi gusti di Nerevar, e si era acconciate tante creste punk, perdendo tantissimo tempo. Ma un giorno avvenne un incidente...
Quel giorno Vivec aveva deciso d'invitare a casa sua gli amici per un bel barbecue insieme. Aveva a questo scopo comprato diverse bistecche di nix-hound da arrostire e ora era tutto pronto: in un piccolo forno nel cortile di casa, stava arrostendo e controllando le bistecche, nell'attesa che venissero i suoi amici. A un certo punto si piegò un po' per controllare il livello di cottura delle bistecche, ma senza che se ne accorgesse la punta della sua cresta punk sfiorò il fuoco...e fu catastrofe.
In quel momento venivano a braccetto Almalexia e Sotha Sil.
"Hmmmm, che profumino di arrosto!"esclamò Almalexia.
Sotha Sil invece annusò un attimo, poi disse:"Hmmm...che strano odore di bruciato..."
Arrivati nel cortile, i nostri eroi assistettero a uno scenario apocalittico. Vivec stava correndo da una parte all'altra del cortile, i suoi capelli avvolti nel fuoco.
"AIUTOOOO!"gridava Vivec. Almalexia corse in soccorso di Vivec, soffiando con quanto più fiato poteva sulla testa dell'amico.
"Ferma Almalexia, ho io la soluzione!"gridò Sotha Sil, e con un pesante ombrellone nella mano, percosse più volte la testa di Vivec, e proprio in quel momento, arrivarono Nerevar e Voryn a braccetto. Quando videro Sotha Sil che stava picchiando Vivec con l'ombrellone, Nerevar urlò: "Cosa diavolo fai, Sotha?"
"Niente, la testa di Vivec ha preso fuoco"rispose affaticato Sotha Sil, deponendo finalmente l'ombrellone. Nerevar poté verificare: Vivec giaceva a terra sostenuto da Almalexia, stordito, e la sua capoccia tonda fumava come una pipa Dwemer, ed era più arrostita quella delle bistecche nel barbecue.
"Vivec, perché l'hai fatto?"disse Nerevar, lacrimevole, "Avevi così bei capelli!"
Vivec aprì appena gli occhi, e gemette: "L...l'ho fatto...perché il mio volto...è d'acqua"
Al che, i giovani si guardarono perplessi. Poi Voryn trovò una spiegazione razionale a tutto: "Vabbè, con tutto il gel che si è messo, ci è voluto poco a che il fuoco del barbecue gli bruciasse i capelli"
Poi si girarono tutti a guardare il barbecue, che stava emanando più fumo della Montagna Rossa. Ben presto si accorsero che le bistecche erano sparite.
Nerevar sospirò con tristezza. "Dai, Vivec, anche se le bistecche e i tuoi capelli si sono carbonizzati, voglio consolarti! To' questo pacco di Ringo"
Quando si riprese dalle ustioni Vivec mangiò i Ringo, e da quel giorno se ne portò sempre un pacco appresso, e causa le ustioni e i colpi di ombrellone subiti, disse cose strane e deliranti. I capelli non gli crebbero più - del resto se li era maltrattati con il gel per tanti anni - e prese a dichiararsi "il Guerriero-Poeta". Oltre a militare nell'esercito dei Luminosi, infatti, Vivec cominciò a comporre poesie e riflessioni senza alcun senso logico, che allora non ebbero né successo né considerazione.
Ma riallacciamoci con il racconto...dov'eravamo? Ah sì, ora ricordo. Nerevar, Voryn, Almalexia, Sotha Sil e Vivec stavano giocando a carte e...beh, quello che accadrà, lo lasciamo alla prossima puntata.