L'argoniano cammina a passo svelto, seguito dall'amico bretone e dai suoi nuovi collaboratori. È evidente che di tutto il gruppo, lui sia il più impaziente.
Conosce la strada, se la è fatta dire da una guardia notturna. Avrebbero dovuto attraversare Weye per poi prendere la strada a sud, superare le vecchie rovine della cittadella elfica di Fanacasecul e, da li, il forte è a un tiro di sasso.
Lukiulveesk rimame in silenzio mentre attraversa il gigantesco Ponte di pietra che collega l'isola al resto della provincia. È ancora mattino presto, e la luce riflette sulla pietra finemente lavorata facendola apparire quasi bianca, il che va a contrastare con le massicce ombre proiettate dalle enormi colonne reggenti del ponte, creando un magnifico gioco di luci e ombre.
Ma L'argoniano ha altro per la testa per riuscire a cogliere quell'attimo di bellezza. Il suo sguardo è fisso, quasi vuoto, mentre nel petto cresce, passo dopo passo, una sensazione che mai ha provato prima.
La sua mente è occupata da molti pensieri, finalmente avrebbe trovato l'uomo che ha tentato di ucciderlo, lo stesso che ha inseguito per mesi.
Lukiulveesk avrebbe tante domande da fare all'uomo in borgogna, ma sensazioni contrastanti gli lacerano l'anima. Vendetta, rabbia, paura e... compassione?
Neanche lui sa come reagire a ciò che sta provando, per questo si limita a starsene in silenzio.
Una cosa la sa: trovare l'imperiale significa porre fine a tutto ciò che la sua vita è stata fin ora.
Conclusa questa avventura, lui non potrebbe essere più lo stesso argoniano, Lukiulveesk-Mota'Tum di Veyond potrebbe non esistere più al calare del sole, ed al suo posto potrebbe tornare qualcos'altro... Qualcun'altro, di totalmente differente.
Lukiulveesk, senza rendersene conto, stà attraversando Weye, con il ponte già distante alle sue spalle. Ma non si ferma, continuando a camminare, fermarsi ora all'inizio del viaggio non ha senso.
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pronto per procedere