Una volta là sotto, al riparo dal sole e dal calore, Annette sembrò immediatamente stare meglio. Questo confortò Eurus... Ma allo stesso tempo lo rese ancora più stranito. Che strana malattia, così rapida nel mostrare i suoi sintomi... Eurus sapeva davvero poco di quell'argomento, limitandosi ad avere qualche nozione su come cauterizzare ferite, mozzare arti infetti o bendare i tagli meno profondi. Già per la sua, di malattia, aveva fatto fatica a trovare informazioni... E qualcuno aveva finito per capire che non era uno studioso animato da curiosità intellettuale. Però qualcosina l'aveva imparata. E quando Annette gli disse che aveva quattordici anni, ma da molto tempo, i suoi occhi azzurri si illuminarono e un sorriso gli sbocciò naturalmente sulle labbra sottili.
"Per la tetta della polena... Una vampira!"
Tutto si spiegava. Sia la mancanza di particolari remore ad approcciarsi agli adulti, sia il pallore e il malessere dovuto al sole. Eurus l'avrebbe abbracciata, ma doveva contenere la propria gioia: non voleva rischiare di essere frainteso... E già stava sorridendo come un beota, quindi si affrettò a tossicchiare e a recuperare il contegno.
«Scusa... È che non me lo aspettavo» si giustificò, resosi conto che era rimasto in silenzio per parecchi secondi. «Adesso non fraintendermi, Annette, ma...» Era passato a darle del tu, dopo aver usato il "voi" per tutto quel tempo. Credeva che certe confessioni necessitassero di un linguaggio meno formale. «...Mi fa davvero piacere che tu, beh... Sia diversa.» Aveva abbassato il tono di voce, e le si era fatto più vicino per poterle parlare senza che altri origliassero. «Mi fa sentire meno... Speciale, ecco.» Le rivolse un sorriso carico di malinconica dolcezza. Era venuto a patti con la sua natura mannara, ma dopo aver sofferto a lungo per accettarla. E quella ragazzina... Lei aveva sperimentato il morbo in tenera età. Quante esperienze si era persa! Quanti rimpianti che doveva avere! Eurus non era una persona particolarmente emotiva, ma conosceva bene i sentimenti perché erano l'anima delle corde che andava a pizzicare per guadagnarsi da vivere come Bardo. «Un giorno se vorrai ti racconterò l'affascinante storia dietro questa cicatrice» sogghignò indicandosi il tricipite sinistro. La luce era fioca, ma oltre la manica corta della maglia di Eurus si intuivano segni di denti, un morso di qualche animale che aveva affondato con decisione le zanne nella sua carne. «Se ci andrà male, potresti avere un anticipo già in questa nostra avventura... Ma spero di no.» Distese le gambe e si sdraiò meglio con un sospiro soddisfatto, mettendo le braccia dietro la testa e guardando Annette con la coda dell'occhio. «Come temo avrai notato, non tutti reagiscono bene quando scoprono che hai un morbo che ti rende più potente di loro. Ma... Con un po' di fortuna, ce la caveremo. Tu tieni il cappuccio in testa, e speriamo ci siano abbastanza alberi fitti da schermare il sole, nella foresta.»
Non le disse che era un coccodrillo mannaro, ma le lasciò intuire che anche lui aveva contratto un morbo. Che non fosse un vampiro era palese, quindi la biondina ci sarebbe arrivata da sola... Magari senza indovinare la creatura giusta. Ma un bravo Bardo racconta le storie a puntate, così da tenere il pubblico sulle spine, desideroso di conoscere altro. E quindi, per quel momento aveva concluso la sua esibizione: ora voleva solo chiudere gli occhi in attesa dell'attracco.
Li riaprì troppo presto per i suoi gusti, ma il lavoro era lavoro: dovevano scendere. Si alzò, stiracchiandosi come un gatto, rinfrancato dal riposino e pronto a muoversi. Si unì quindi ai suoi compagni di esplorazione, scoprendo che Lord Bartsleby era già sceso... E con suo rammarico, anche Nylia.
"Dannazione, avrei potuto offrirle di portarla senza farle bagnare i piedi... Mannaggia Eurus, sempre le buone occasioni ti perdi!"
Gli rimaneva Annette, però. Si voltò a guardarla, e per qualche istante ponderò sul da farsi. C'erano diversi punti a favore e altri contro... E per il nostro Imperiale la galanteria non doveva mai essere a caso.
"No, se mi faccio vedere troppo attaccato ad Annette mi brucio qualsiasi straccio di possibilità che ho con Nylia. E poi la vampirella vuole avventura, non un maggiordomo, quindi... Che si bagni i piedi."
Arrivato a tali conclusioni, saltò in acqua senza rimorsi per i suoi stivali, che avevano subito ben di peggio, né per i pantaloni, che si sarebbero asciugati presto.
Mani sui fianchi, osservò con un sorriso compiaciuto l'isola che sarebbero andati ad esplorare. «Tempo magnifico per una caccia Milord, non trovate? Forza, non perdiamo tempo, la nostra preda non sarà certo pronta a darci il benvenuto!» Con voce entusiasta e nuove energie, marciò verso la spiaggia a grandi passi, e si preparò ad entrare nella foresta. Intendeva mettersi per primo, perché, come aveva amaramente constatato, era quello con più chances di farcela se una belva feroce avesse attaccato all'improvviso. Jerr'Khinz non combatteva, il Lord era un tiratore dalla distanza, e mai avrebbe mandato le fanciulle in avanscoperta. «Se permettete, aprirei io la strada. Abbiamo una rotta..Cioè, una mappa?» chiese al Bretone, guardando subito dopo l'Argoniano.
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