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Il Brivido della Caccia

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view post Posted on 6/4/2017, 00:34
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Wanderer

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Mentre il gruppo continua a interloquire, Reenar continua a riflettere sul da farsi.

Le loro opzioni sono davvero scarse o, per meglio dire, inesistenti... Ma l'idea di infilarsi in un villaggio pieno di tribali ostili proprio non gli va a genio. Per non parlare poi che molti elementi già non sembrano combaciare... Lupi sulle isole? Magie senza maghi? Neanche ha mosso qualche passo in questa avventura che già gli sembra di dover risolvere chissà quale mistero oscuro.

"Stiamo forse trascurando il fatto che, sebbene siano elfi, sono comunque una tribù indigena nata e sviluppata su un isola. Per quanto possano sembrare bosmeri, probabilmente la loro cultura si è sviluppata in maniera differente. Se fossero stati realmente bosmer, non ci avrebbero attaccati così di getto, ma si sarebbero semplicemente tenuti a distanza e bersagliati con le loro letali frecce in osso...."

il Saxhleel stà per condividere i suoi pensieri con il gruppo quando all' improvviso il Lord mette alla fuga un loro alquanto schivo osservatore.

-Lo sapevo che ci stavano osservando!-

Esclama, per poi seguire a ruota i suoi compagni nell' inseguimento dell' oscuro figuro, sicuramente sarebbero riusciti a spillargli fuori qualche informazione... Sempre che sarebbero riusciti ad acciuffarlo, ovvio!
 
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view post Posted on 6/4/2017, 20:40
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Era incredibile quanto velocemente potesse muoversi un Bretone che, sebbene non classificabile come anziano, aveva comunque i suoi 50 annetti sul groppone. Guardandolo e basta si sarebbe dato per scontato che fosse più abituato a battute di caccia alla quaglia in giardino che altro, ma Bartlesby era un uomo che andava ben oltre le aspettative, in bene e in male. La balestra che si portava dietro era stata classificata come troppo pesante per l'uso civile, ma lui la usava comunque, e con una mira estremamente precisa, persino. Jerr, di contro, aveva passato la sua vita a fare il servitore per la signoria di Daggerfall e Camlon, e non era esattamente richiesto per le sue abilità atletiche. Gli ci vollero solo pochi secondi di corsa perchè iniziasse a respirare pesantemente, ed era chiaro come il sole che non avrebbe raggiunto il suo signore.
Il momento peggiore fu quando, svoltato dietro un albero, si rese conto di aver perso il Bretone. Si guardò intorno disperatamente ed aguzzò le orecchie, ma non serviva: ne aveva perso completamente le tracce. E se il misterioso fuggitivo l'avesse ucciso? Lord Bartlesby forse giaceva riverso in una pozza del suo stesso sangue, sperando contro ogni aspettativa che il fido Jerr lo rintracciasse! Disperato, l'Argoniano si trovò ad un passo dal panico.
Oh, che l'Hist mi assista! Lord Bartlesby! LORD BARTLESBY!
Per gli Dei, Jenkins, abbassa la voce! Non sono ancora sordo.

Sconvolto e sorpreso, alzò gli occhi verso i rami più alti dell'albero vicino. Il Bretone era lì, e stava scrutando con tutta la calma del mondo i dintorni.
Temo di aver perso il nostro amico di vista. Tuttavia, ho visto...
Lord Bartlesby! Scenda subito di lì! È forse impazzito? Si è reso conto di quanto ha rischiato?

Il nobiluomo guardò il suo servitore, paonazzo per quanto potesse esserlo un Argoniano. In una situazione normale, il nobile avrebbe castigato pesantemente il sottoposto per aver osato dargli un ordine. Fortunatamente, quella tra Bartlesby e Jerr era una relazione molto più simile all'amicizia che alla servitù, ragion per cui l'uomo, mortificato per il suo comportamento, scese dall'albero. L'Argoniano, intanto, decise che dato che aveva fatto trenta, tanto valeva fare trentuno.
Devo chiederle di scusarsi, quantomeno con i nostri valenti protettori! Ha reso il loro lavoro molto più difficile, sa? E poi, perchè non ha avvisato prima dell'ombra tra le foglie? Avrebbe potuto attaccarli durante il combattimento!
Il Bretone, imbarazzato, non potè che piegare la testa. Quando Jenkins aveva ragione, aveva ragione.
Assolutamente vero... Prego tutti voi di perdonarmi, se potete. Mi sono lasciato prendere dall'entusiamo, e farò in modo che non succeda più. Quanto all'ombra, però, non ho avvisato prima perchè l'ho notata solo a combattimento avvenuto! Prima era distratto dal... Bè, dal combattimento. Mi pareva un problema ben più pressante.
Jerr sbuffò. Gli risultava difficile rimanere arrabbiato con Bartlesby, più che altro perchè era come arrabbiarsi con un bambino eccitato: era chiaro come il sole che non lo faceva con malizia, ma causava tanti di quei danni...
Va bene, per quanto riguarda me le sue scuse sono accettate. Che cosa ha visto, quindi?
Il Bretone indicò un punto perso tra il fogliame, dietro di se.
Ho perso il nostro misterioso amico, ma c'è un'area poco più avanti in quella direzione chiusa da palizzate. Potrebbe essere il villaggio che volevamo cercare, ma non so dirvi se ci attaccheranno a vista o meno... Voglio dire, quello che ho inseguito non sembrava cercare il combattimento, ma era rimasto da solo.
Si rivoltò verso il gruppo. Sarei dell'idea di provare ad avvicinarci con attenzione e prepararci ad eventuali attacchi, anche perchè non saprei quali altre opzioni abbiamo, dato che siamo sul loro campo. Voi che ne pensate, signori e signorina?
 
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Hephæst
view post Posted on 7/4/2017, 23:02




Nilya asseconderà la scelta del gruppo sul da farsi.

Vorrei richiedere il salto del turno se possibile.
Non ho tempo per rispondere al momento e non vorrei rallentare il gioco ^^
 
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view post Posted on 8/4/2017, 16:18
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Wanderer

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Correre in una foresta non è mai così semplice come la raccontano i cacciatori più esaltati. Sì, certo, il contatto con la natura ti fa sentire vivo, l'odore delle piante e del sottobosco ti impregna le narici riportandoti alla preistoria dell'uomo... Ma quella roba da cittadini borghesi a Eurus non aveva mai detto niente.
Avrebbe abbattuto venti foreste per un letto di piume e dato fuoco ad altrettante per lenzuola di seta in cui dormirci. Ma era un uomo pratico: amava sognare, eppure in quel momento correva a perdifiato per tallonare quel disgraziato del suo datore di lavoro che sicuramente aveva visto molte lenzuola di seta e poche foreste, se si comportava così.

Raggiunse Jerr'Khinz, ma anche superandolo non andò molto lontano, perché gli bastò voltarsi verso il maggiordomo per capire che avevano perso il Lord.

"Maledizione... Una trappola? O avrà cambiato strada? Corpo di una triglia marcia, qui se non lo riportiamo indietro non vediamo un quattrino!"

Rallentò fino a fermarsi, per riprendere fiato mentre l'Argoniano si impegnava a sgolarsi per cercare di identificare il suo signore. Fortunatamente non ci mise molto, perché quel Bretone, non si sa bene come, era riuscito ad arrampicarsi fino in cima a un albero.

«Che mi prenda un Horker... Milord, siete un uomo pieno di sorprese, ve lo devo proprio dire!» esclamò ridendo mentre Jerr obbligava il suo padrone a scendere a suon di sgridate e rimproveri. C'era da dire che quei due, per quanto strambi, gli mettevano il buonumore.
Sorrise e agitò una mano di fronte alle scuse del balestriere.

«Nessun problema anche per me. Ma meglio che non capiti più, potremmo non essere di nuovo così fortunati.»

Prima o poi i Divini si sarebbero stufati di stare a guardare il loro gruppo, e la protezione che finora aveva impedito loro di cadere in trappole o finire divisi e dispersi sarebbe scomparsa. Meglio approfittarne finché si poteva.

«Ormai siamo arrivati qui, tanto vale proseguire col nostro piano, no?» propose, rivolgendosi a tutti i presenti. Guardò a turno negli occhi tutti quanti, come era solito fare quando declamava, recitava o arringava un gruppo. «Teniamo le armi a posto, ma restiamo pronti ad estrarle in caso di accoglienza troppo calorosa. Poi cerchiamo di avvicinarci con un atteggiamento amichevole... E vediamo come va. L'unico modo che abbiamo per verificare le nostre ipotesi è... Verificarle, appunto.»

Si rivolse quindi a Nylia, che se ne era rimasta in silenzio ma non aveva esposto obiezioni a quel piano.
«Voi, madamigella, restate al riparo dietro di me. Se lanciano frecce, mettetevi al riparo il prima possibile... Lo stesso vale per voi, Lord Bartsleby.»

Guardò quindi l'ultima aggiunta al loro gruppo, e gli sorrise facendogli un cenno come per invitarlo a passeggiare con lui.

«Mio buon Reenar, vogliamo aprire le danze?»

In situazioni come quelle, l'unica arma che poteva usare era la sua preferita: un sorriso e il senso del'umorismo.
E, dentro di sé, una silenziosa preghiera a chiunque là sopra fosse intenzionato a proteggerli.
 
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view post Posted on 9/4/2017, 02:05
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L'argoniano sa bene cosa si prova a correre in una foresta, pronto ad inseguire una preda piú scattante di lui. Gli ricorda gli anni passati con i cacciatori del Murkwood... Peccato che questa volta non stia inseguendo una preda, bensí il suo datore di lavoro che a sua volta sta inseguendo un indigeno potenzialmente letale per lui.

"Kaoc! Spero non faccia cosí anche quando dovrà tirare fuori il denaro!"

In effetti, la situazione sembra piú che assurda al Saxhleel... Se il mezzelfo dovesse essere ferito a morte o morire, per lui significherebbe niente paga... Che la sua missione si sia già conclusa ancora prima di incominciare?

D'un tratto il gruppo si ferma di fronte ad un Jerr'Khinz visibilmemte scosso nell'assistere alle "prodezze" del suo signore.

Poi, davanti ad un Reenar stupito, si apre un separietto del tutto inaspettato: un servo che rimprovera il suo padrone come un monello vizziato, costringendolo a scusarsi con i suoi salariati.

Reenar rimane tacito davanti a quella scena. Nel suo passato ha combattuto contro dunmer, altmer, khajiti e imperiali pronti a schiavizzare lui e il suo popolo per venderlo al miglior offerente... Ed ora... Questo? In quella scena il lucertolone trova qualcosa di profondamente... Sbagliato.

Nella sua vita Reenar ha sempre dovuto confrontarsi con situazioni difficili, e tutta quella leggerezza che stà aleggiando nel gruppo gli è totalmemte aliena.

Inoltre gli atteggiamenti del Coloviano nei confeonti della bretone lo sorprendono. A quello che a visto, la donna potrebbe facilmente dare alle fiamme il coloviano in un combattimemto, eppure lui la tratta come una fanciulla indifesa... Che ci sia una relazione tra i due?

Reenar si sente spaesato, non si sente a suo agio in quella situazione.

Alle parole dell' imperiale, l'argoniano risponde un po incerto, come al solito si è immerso troppo nei suoi pensieri.

-Certo... Speriamo solo che oggi siano di buon umore...-

Risponde rifoderando la sua ascia, per poi rivolgersi direttamente a Lord Bartlesby

-Pakseech, lei ha dimostrato grandi doti atletiche, ma la sua posizione e la sua arma la rendono piú funzionale nella retrovia, le chiedo di stare dietro di noi per la sua incolumità. Quando se la sente siamo pronti a partire.-

Edited by Medlar - 9/4/2017, 04:26
 
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view post Posted on 9/4/2017, 22:45
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Lord Bartlesby, come ormai dovrebbe essere chiaro, era un'uomo d'azione. Magari non il più sveglio disponibile, ma non si sarebbe mai tirato indietro davanti al pericolo, ragion per cui l'idea di fare da chiudifila non lo esaltava affatto. Fece per obbiettare, ma si bloccò. Jerr aveva avuto ragione, prima: non poteva permettersi di rendere il lavoro dei suoi compagni di avventura ancora più difficile di quanto già non fosse. Dovette quindi capitolare, e, con un cenno della testa leggermente sconfitto, si spostò dietro i tre viaggiatori, seguito da un raggiante Jerr al quale non pareva vero che il suo signore desse retta al buon senso, per una volta.
Non appena il gruppo fu nell'ordine consigliato da Eurus, il Bretone, impaziente di osservare di persona e da vicino la misteriosa area davanti a loro puntò l'indice destro in avanti con determinazione.
Molto bene, allora! In marcia, signori, e che i Nove ci portino alla gloria!
Seguendo l'ordine del capo gruppo, il quintetto avanzò nel fogliame. La giungla era parecchio fitta, ma, per loro fortuna, le informazioni di Bartlesby non erano errate, e non ci volle più di qualche minuto per uscire dal fitto verde e trovarsi a pochi metri dalla palizzata.
La parte di palizzata che avevano davanti, in effetti, era più precisamente una porta. Pareva che fosse l'entrata ad un'intera area circolare delimitata e chiusa. La cosa curiosa, tuttavia, era che la palizzata sembrava nuova; non solo perchè i tronchi sembravano essere stati tagliati da poche settimane, ma anche perchè, per efficace che fosse, non era certo la barriera più salda mai costruita, come se i suoi creatori fossero alle prime armi.
ORTAK!
Non era chiaro cosa quella parola significasse, ma, unita alla visione di svariati arceri che spuntavano lungo il muro di tronchi, l'intento era ovvio, e il gruppo venne fermato. Mentre i Bosmer armati di arco e frecce li tenevano sotto mira, uno, più piccolo e presumibilmente più veloce, si allontanò di corsa. Passarono secondi, al massimo un minuto, prima che succedesse qualcosa. Un Bosmer più anziano degli altri, vestito con quella che sembrava una lunga tunica bianca rattoppata in vari punti, apparve in cima alla porta.
CHI SIETE?, tuonò. Pareva che almeno uno dei nativi parlasse tamrielico. Amici! fu la singola risposta di Bartlesby, dalle retrovie del gruppo. L'anziano Bosmer lo osservò, quindi confabulò per qualche istante con il corrazziale che lo aveva chiamato, per poi sparire. Non passarono che pochi secondi prima che il portone venisse aperto, mostrando l'anziano in piedi dentro quello che si rivelava ora un villaggio fortificato.
Avanzate con le mani in aria e non toccate le vostre armi disse, con un forte accento. So che gli sgherri di Silnis vi hanno attaccato. Sono disposto a parlare, ma siete sotto tiro dei miei arceri. Non fate mosse false.
NOI, AMICI!
L'anziano osservò il Bretone, con un vago velo di incomprensione. ... Ho capito. Potete entrare.
Bartlesby, dal canto suo, si voltò soddisfatto verso Jerr. Ritengo ci sia la possibilità di farci comprendere, Jenkins! Forse siamo fortunati! L'Argoniano osservò il suo signore con la migliore faccia da poker che avesse mai esposto, quindi tornò a voltarsi verso l'ingresso. Invitati ad entrare e parlare, gli avventurieri avevano la possibilità di trovare risposta ad eventuali dubbi.


IMPORTANTE:
CITAZIONE
Hephaest salta il turno, quindi si passa direttamente a Gaeshi.
 
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view post Posted on 10/4/2017, 18:42
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Per fortuna nessuno ebbe qualcosa da ridire, né Reenar, suo compagno di malattia, né il Lord finanziatore ebbero da ridire e tutto il gruppo poté avanzare nel fogliame. Eurus apriva la fila, togliendo di mezzo le frasche più insidiose e beccandosi i moscerini che si occupava di scacciare con ampie manate.
Quando mutava per il Morbo quei cosi poteva anche mangiarseli o farseli rimbalzare sulle scaglie, ma la sua forma umana era obbligata a sentire il fastidio e il prurito di alette e zampine che, in una foresta come quella, sicuramente trovavano il loro ambiente naturale.

Per fortuna non dovettero camminare molto: Bartsleby aveva visto bene, e in breve tempo apparve di fronte a loro una radura e, al centro di questa, una palizzata di discreta fattura. L'Imperiale notò i tronchi, materiale che aveva imparato a conoscere bene quando si trattava di riparare le navi, e non poté fare a meno di esprimere il suo pensiero.

«Mmh... Quella è nuova... Devono aver avuto dei problemi di recente...»

Le sue elucubrazioni finirono lì: una voce urlò qualcosa di incomprensibile, e per non irritare nessuno il Bardo decise di fermarsi, sperando che anche gli altri facessero lo stesso. Vide qualcuno allontanarsi di corsa, e venir sostituito dopo un po' da un suo simile, ma di parecchi anni di differenza. Per fortuna il vegliardo sembrava saper parlare la loro lingua, perché si rivolse a loro in un buon tamrielico comprensibile, e malgrado l'insistenza di Lord Bartsleby sembrava ben disposto nei loro confronti.

"Uff... Meno male. Ora speriamo solo che Milord non dica altre stronzate... O che alla peggio passi per un povero fesso."

Con le mani bene in alto, tese verso il cielo, Eurus avanzò con un largo sorriso sulle labbra, tenendo d'occhio tutte quelle frecce puntate su di loro cercando di non darci troppo peso. Non gli piaceva essere un bersaglio... Ma in quel momento non aveva molte alternative.

Se gli fosse stata data l'opportunità di parlare, non l'avrebbe persa. Voleva rivolgersi all'anziano Bosmer, ovviamente in tono garbato e rispettoso e con una voce calda e amichevole. Mai, in alcun modo, voleva porsi come minaccia o aggressione: mannaro sì, pazzo no.

«Vi ringraziamo dal profondo del cuore per l'accoglienza. Non ci aspettavamo di venire attaccati appena messo piede sull'isola, quindi non sapevamo cosa avremmo trovato avvicinandoci a queste mura...»

"Mura" era decisamente una parola grossa, ma i Bardi erano famosi per gonfiare e abbellire tutto.

«Vi presento Lord Edward Bartelsby Montgomery Lipton Le Fanu Shillelagh di Camlorn, finanziatore della nostra spedizione» iniziò, indicando il Bretone e ringraziando ancora una volta la sua memoria eccellente «E il suo fido assistente, Jerr'Khinz... Poi la damigella qui presente è Nylia.» Ignorava il cognome della fanciulla, non c'era stata occasione di chiederglielo e lui per primo non ne aveva uno, dunque non dava per scontato che tutti potessero farne sfoggio.
«Il prode Reenar-Zeeus... E infine l'umile sottoscritto, Eurus. Siamo cacciatori, con nessun intento malevoo verso la gente di questa terra.»

Lui aveva fatto le introduzioni, e aveva parlato fin troppo: era tempo di concedere la parola anche ad altri, come i bravi direttori d'orchestra fanno con gli strumentisti.
 
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view post Posted on 11/4/2017, 09:47
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Mentre avanzano nella fitta foresta l'argoniano resta in muto, cercando di celare la sua preoccupazione. Fortunatamente per lui, nella sua terra natia la sua pelle ha dovuto resistere a qualcosa di peggio che insetti e piante urticanti, quella foresta invero è molto simile alla palude, solo che l'aria è decisamente piú sana.

Non ci volle molto per arrivare a destinazione... Una grossa palizzata costruita alla bell'e meglio, come se chi la avesse costruita avesse fretta di costruirla nel minor tempo possibile.

Neanche il tempo di ammirare l'opera che gli avventurieri vengono circondati da guerrieri e arcieri.

Fortunatamente per loro, la tribú non sembra essere troppo ostile e, nonostante l'ingenuità quasi disarmante di Lord Bartlesby, il loro capo sembra conoscere un Comune piuttosto bene... Forse quasi meglio di lui.

Xhuth! Ci è mancato poco... Per fortuna sono solo sulla difensiva, ma non sembrano ostili. Due clan? Non credevo che su un isola cosí limitata ci fosse spazio per due tribú, questo complica le cose...

Improvvisamente il Coloviano parte in una pomposa presentazione del gruppo, ci sa fare con le parole, che sia un bardo? Avvolte Reenar invidia i bardi per come sanno incantare con le parole.

-Non siamo venuti qui con intenzioni ostili, a meno che non ce ne venga dato motivo. Faremo esattamente come ci direte, siamo solo ospiti di passaggio, per quanto indesiderati.-

L'argoniano si limita a queste parole mentre mette le mani dietro la piumata nuca e segue i compagni.
 
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view post Posted on 11/4/2017, 21:09
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L'anziano Bosmer annuì ascoltando le parole dell'Imperiale. Se non altro, il gruppo sembrava disposto a discutere. Il pericolo maggiore, al momento, era che Lord Bartlesby sparasse qualche stupidaggine offensiva: fortunatamente per tutti, le piccole abitazioni del villaggio, costruite in alberi ancora vivi, avevano attratto fortemente la sua attenzione, e pareva troppo interessato alla loro architettura per mettere il gruppo nei guai.
Sotto l'occhio attento degli arceri, il Bosmer osservò i viaggiatori. Lord... Ho esplorato le vostre terre, da giovane. Mi stupisce che un membro della vostra nobiltà abbia deciso di venire fin qui invece di delegare... Immagino che il mondo sia cambiato, o quantomeno vario. Noi ci definiamo Ceyatatar, Ombre del Padre Bosco. Ci pregiamo di essere un popolo pacifico e voglio che sia chiaro che mi spiace dovervi dare questo benvenuto, ma gli eventi correnti forzano la nostra mano, temo.
Finalmente ripresosi dallo shock culturale, Bartlesby si voltò verso l'elfo. Quella palizzata... Abbattere quegli alberi deve avervi davvero ferito. Ne posso dedurre che gli sgherri di questo Silnis siano un problema grave?
Il Bosmer, vagamente sorpreso che il Bretone fosse riuscito ad esprimersi così chiaramente, annuì. Sono selvaggi, attaccano chiunque incontrino senza fare distinzioni, e dopo la loro ultima incursione qui siamo stati costretti a prendere misure difensive... Drastiche. Guardò i tronchi della palizzata. Era chiaro che avrebbe preferito lasciarli crescere.
Voi siete qui a caccia? Avete scelto il momento peggiore, temo. Cosa cercate?
Guardò verso il Lord, ma questi si era nuovamente perso ad esaminare le vesti di un giovane Bosmer estremamente imbarazzato, quindi si voltò verso i tre avventurieri.
 
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Hephæst
view post Posted on 13/4/2017, 12:09




Nilya seguì il gruppo in silenzio, mentre la rabbia accumulata, prima e durante l'inseguimento del selvaggio nascosto tra la vegetazione, si disperdeva lentamente ad ogni passo. Accettò volentieri il consiglio del bardo e proseguì il cammino a pochi passi dietro di lui. Ignorò il resto dei discorsi e rimase concentrata sull'ambiente circostante, setacciando ogni angolo della foresta con lo sguardo.
Giunsero poco dopo dinanzi ad una struttura in legno molto amplia, che si estendeva fino a dove l'occhio non le arrivava. Era una sorta di fortezza, delle mura, ma non trasmetteva nessuna sicurezza: non sembravano in grado di reggere un ariete o un attacco da parte di una creatura proveniente da un diverso piano dell'esistenza. Innervosita fu invece dall'accoglienza ricevuta da quel popolo di selvaggi, che stranamente, il membro più anziano, conosceva la lingua comune. Gli elfi avevano in pugno i loro archi e miravano verso loro … Nilya pregava i divini che fosse Eurus a comunicare e non il nobile Bartlesby.
Fortunatamente per il gruppo, il Lord era occupato ad osservare i costumi e l'edilizia del luogo, mentre il bardo presentava i loro nomi all'anziano che li permise di entrare.
Scoprire di essere stata attaccata da una sorta di fazione nemica, non alleviò le sue preoccupazioni, ma la possibilità di ritrovarsi in una battaglia tra due popoli erano infinitamente alte e non voleva dover affrontare al tempo stesso una creatura daedrica o demoniaca proveniente da un altro piano dell'esistenza …
“Uhm … È possibile che uno dei due popoli abbia evocato una creatura per affrontare l'altro. Questo popolo sembra pacifico, ma non posso ancora fidarmi di loro … Devo capire se la creatura è stata evocata o meno … Ma come?” pensava la giovane Nilya, titubante nel rispondere alle domande del vecchio. Non era molto abile nelle discussioni diplomatiche con nobili e politici, ma riusciva spesso ad ottenere ciò che desiderava, sfruttando la sua nobile formazione e il suo viso dai lineamenti dolci da fanciulla. Sapeva usare la sua lingua in modo tagliente per trattare con i ricchi mercanti ed esporre le sue idee e teorie a studiosi ed intellettuali … Avrebbe trattato il vecchio Bosmer con rispetto, ponendolo al pari di un nobile, nel tentativo di spostare la discussione lontano dalle loro armi e al sicuro dalle loro orecchie. Nilya posò la mano sulla spalla di Eurus, per intendere che voleva prendere lei la parola, e si fece avanti, spezzando il lungo silenzio che l'aveva accompagnato sino al villaggio degli elfi.
“Se permettete …” disse Nilya, rivolgendosi al vecchio Bosmer, scoprendosi il volto. “Vorremmo spostare la discussione in un luogo più adeguato … Date le circostanze, non credo sia il caso di distrarre ulteriormente i vostri uomini con la nostra presenza … Non credete anche voi?”
Nilya voleva evitare di spargere la voce dei motivi del loro sbarco sull'isola, poiché lo riteneva inopportuno, cercando di far ospitare lei e il suo gruppo nella capanna del vecchio Bosmer e scambiare informazioni.
“Se il vecchio Bosmer è un uomo saggio accetterà … Non credo rischierebbe di ricevere un attacco da parte del popolo di Silnis e avere i suoi uomini impreparati e distratti dalla nostra presenza. Sicuramente ci saranno alcune guardie a proteggerlo e ci faranno consegnare le armi, ma credo di poter convincerlo a farcele tenere … In fondo non ha nulla da perdere, potrebbe guadagnare la nostra fiducia e ottenere degli alleati momentanei.”
 
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view post Posted on 13/4/2017, 16:37
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Si sentì battere la spalla da una manina sottile, e voltandosi vide Nylia così vicina che non poté fare a meno di sorriderle. Certo, il microsecondo dopo capì che era per avvisarlo che voleva rispondere lei alle parole dell'anziano, ma il debole di Eurus per le belle donne era qualcosa che non poteva essere combattuto.
Annuì quindi, per non fare la figura del beota, e ascoltò quello che la Bretone aveva da dire.

"Parlare in privata sede? Ecco, questa potrebbe essere una buona idea!"

Sperava il Bosmer accettasse, dato che la richiesta sembrava piuttosto ragionevole e sensata (quale capo di una comunità sotto possibile attacco avrebbe voluto che i suoi guerrieri fossero distratti?), e annuì confermando che Nylia parlava per tutti loro.

Avrebbe quindi aspettato di essere in un posto più appartato, pronto comunque a consegnare le armi se lo avessero chiesto.

«Per sapere... Questo Silnis è un Bosmer come voi e come i due individui che ci hanno attaccato?»

Probabilmente si trattava di una disputa per il territorio; in un'isola così piccola era difficile che due comunità potessero convivere a lungo pacificamente. In quel caso, però, non avrebbe assolutamente voluto mettersi in mezzo: la cosa non lo riguardava, lui era lì perché Lord Bartsleby lo pagava per cercare la strana creatura... Che, a proposito, avrebbero dovuto descrivere al leader dei Ceyatatar.

«Cosa cerchiamo... Una domanda difficile, messere. Cerchiamo una leggenda, o forse qualcosa che dovrebbe appartenervi. Lord Bartsleby ha sentito parlare di un essere, dai racconti dei marinai e dai pochi testi a riguardo, che pare abitare queste zone... Ed essere unico nel suo genere.»

Non sapeva bene come metterla giù; avevano escluso che fosse una specie di ragno gigante, ma se avesse nominato un Daedroth cosa ne avrebbe ricavato?
Meglio buttare lì la cosa, vedere se il Bosmer sapeva di qualche leggenda più specifica... E affidarsi alla memoria migliore della sua, nella fattispecie quella di Jerr'Khinz e di Lord Bartsleby.
 
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view post Posted on 13/4/2017, 22:07
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Oltrepassando quelle "mura", Reenar riesce a scorgere un villaggio non troppo dissimile da quello in cui è nato.

Buffa la vita, l'argoniano sta cercando di voltare pagina, di allontanarsi il più possibile dal suo passato... Eppure li tutto gli ricorda casa. Mentre il resto del gruppo parla all'anziano bosmer, lui è distratto, o per meglio dire particolarmente assorto nei suoi pensieri.

Quella vita cosí legata alla natura, la vicinanza quasi simbiotica agli alberi, tutto li gli rimembra il tempo passato sotto l'Hist di Hellstorm e la sua gioventú immersa nella caccia.

Già, caccia...

Con la domanda dell'anziano, improvvisamente Reenar torna al presente.

Cosa stanno cercando? Effettivamente neppure lui sa esattamente lo scopo dinquella battuta di caccia, a differenza dei suoi compari il lucertolone è stato inviato li dalla moglie di Bartlesby per riportarlo sano e salvo a casa, la una battuta di caccia lo stuzzica oltremodo.

Purtroppo per lui Lord Bartlesby non sembra minimamente interessato a rispondere alle domande del loro anfitrione, e le risposte fornite dal coloviano gli suonano fin troppo vaghe.

Una creatura mitica?La faccenda si sta facendo finalmente interessante!

D'altro canto, l'ideea di discutere in privato non lo entusiasma affatto. Restare chiusi e potenzialmente disarmati in un ambiente ristretto con guardie armate al seguito? Potrebbe rivelarsi un potenziale suicidio, ma ormai il resto del gruppo ha deciso in favore, e a Reenar non resta che tacere.

Nel frattempo studia l'ambiente che lo circonda e gli arcieri che li tengono costantemente sotto tiro, pronto a difendersi in caso di ostilità...
 
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Il vecchio Bosmer osservò la giovane Bretone con sguardo incerto.
Questi uomini sono i miei occhi e le mie orecchie: ciò che vedo io vedono loro, ciò che direte a me riferirò a loro. Non posso negare, però, che al momento siano in pochi di guardia... Molto bene, allora. Seguitemi pure. Denegor!
Un Bosmer particolarmente alto, intorno al metro e 75 come minimo, e con una muscolatura alquanto sviluppata annuì, quindi fece un cenno agli arceri, che tornarono di guardia. Seguì poi il suo anziano e i viaggiatori a quello che somigliava ad un gazebo all'aperto, come le altre abitazioni parte integrante di un albero ancora vivo. L'anziano Bosmer fece segno al gruppo di sedersi su radici alte che funzionavano ottimamente come panche, quindi prese posto davanti a loro, con l'enorme (per la sua razza) guerriero in piedi al suo fianco.
Come atto di fiducia, non vi chiederò di consegnare le vostre armi: voglio credervi e ritenere che da me non vogliate che informazioni. Sappiate, tuttavia, che il mio guardiano è Denegor, il combattente più prestante di tutto il nostro popolo. Ha respinto gli ultimi due attacchi di quei folli quasi da solo, e non ha alcun timore ad attaccarvi per uccidere, in caso tentiate alcuna mossa falsa. Se ci limiteremo a discorrere, tuttavia, non avrete nulla di cui temere. Ora, tornando alla nostra discussione...
Ascoltò le parole dell'Imperiale, ma ebbe una reazione inaspettata: il suo volto dimostrò comprensione, per poi rivelare un sottile velo di dispiacere. Scosse la testa, lievemente imbronciato.
Lasciate che indovini, messere: un'enorme creatura con molte zampe, tanti denti affilati e una coda abbastanza potente da abbattere un albero, corretto?
Bartlesby annuì estatico. Precisamente, amico mio, precisamente! I marinai ci hanno parlato esattamente di qualcosa del genere! Se solo avessimo qualche altra informazione...
Bè, vi posso dire che i folli sotto il controllo di Silnis lo chiamano Grande, o Possente, Gashunk. Inoltre, non esiste.
Il vecchio Bretone non cambiò assolutamente espressione. Non era chiaro che non credesse alle parole del Bosmer, o se non le volesse comprendere. ... prego?
L'anziano sospirò. Temo che siate stati tratti in inganno, proprio come quei marinai, da alcuni membri della setta di quel maledetto... Ma è meglio che vi spieghi la storia dal principio. Circa due anni fa, un Bosmer più vecchio di me, chiamato Silnis, giunse sulle nostre coste. Proveniva dalla Città Imperiale, e diceva di essere un mago. Gli offrimmo ospitalità, ma lui non la accettò; era interessato alle caverne.
Indicò un luogo distante a est, sotto lo sguardo attento di Denegor, il quale, non comprendendo il tamrielico, si limitava a tenere d'occhio la situazione con estrema attenzione per eventuali segnali di pericolo.
Il nostro popolo vive su quest'isola da generazioni, e abbiamo esplorato quelle cave miriadi di volte. Non vi era nulla di più pericoloso di qualche pipistrello, e l'unica cosa interessante era un piccolo lago d'acqua salata, probabilmente collegato al mare, contenente qualche pesce. Da piccolo ci andavo a pesca con i miei coetanei, e non ho mai avuto problemi diversi dall'occasionale caduta. Silnis, però, pensava di trovarci chissà cosa. Noi Ceyatatar non abbiamo particolari interessi per quella zona, quindi non ci opponemmo alla sua ricerca in alcun modo. Dopo qualche mese, tuttavia, cominciarono strani movimenti: svariate navi scaricavano uomini e donne i cui volti raccontavano storie di crimini e follia, e tutti questi individui si dirigevano alle caverne. Non so dirvi quanti ne arrivarono, ma circa sei mesi fa iniziammo a trovarne gruppetti in giro per la giungla. Sembravano impazziti, ferali; ci attaccavano a vista. Pensavamo che volessero solo tenerci lontani dalle cave, ma poi, tre mesi fa, ci attaccarono direttamente, e se non fosse stato per i nostri coraggiosi guerrieri guidati da Denegor, saremmo morti. A seguito di quell'attacco, uno dei nostri cacciatori, esperto di furtività, mi chiese il permesso di spiarli per scoprire le loro motivazioni, e io non potei che accettare. Riuscì a spiarli, fortunatamente senza che lo notassero, e mi raccontò che quei folli erano diventati un culto agli ordini di Silnis. Li manteneva - li mantiene, dovrei dire - sotto controllo con droghe e con racconti di questo Grande Gashunk, una misteriosa creatura che avrebbe trovato nelle caverne, un essere con la potenza di una divinità che lo aveva scelto come suo profeta. Era per ordine di questo "dio" che aveva mandato i suoi uomini ad attaccarci; ci accusava di essere qui contro la volontà di Gashunk.
Scosse la testa. Che follia. Io stesso conosco quelle caverne a memoria, e non c'è nessuna creatura mitica là dentro, tantomeno una simile a quanto descritto da lui e i suoi pazzi. Ma loro ci credono, e dopo il secondo attacco, meno di un mese fa, siamo stati costratti a costruire quella barricata.
Si voltò nuovamente verso il gruppo, ed in particolare verso il Bretone, che si massaggiava il mento con fare pensieroso. Questo è tutto quello che so sulla vostra creatura. Mi spiace dovervi mettere i bastoni tra le ruote in questo modo, ma è meglio che lo sappiate subito.
Bartlesby annuì lentamente, con lo sguardo perso nel vuoto, per poi concentrarsi nuovamente sul suo interlocutore. Certo, certo, apprezzo la sua franchezza. Mi permetta di chiederle una precisazione, però: siete stati in grado di esplorare le cave dopo l'avvento di quel culto di folli?
Bè, no. Sarebbe stato un rischio inutile.
Quindi non avete la certezza che quelle caverne non celino davvero una creatura come quella descritta da Silnis, giusto?
La prego di comprendere meglio: quell'uomo sta certamente usando le grotte come base di un culto per circondarsi di galoppini e forse per coprire qualche altro atto criminale. Quella storia serve solo a coprirlo.
Ma non avete prove certe, no?
Le dico che...

Si bloccò, osservando il volto del Bretone, quindi sospirò nuovamente. No, non abbiamo prove certe.
Bartlesby schioccò le dita, con un enorme sorriso sul volto. A-ha! Allora c'è ancora una possibilità!
Ma signore, se hanno esplorato quel luogo da cima a fondo...
Silnis è un mago, nostro gentile ospite?

Il Bosmer, che ormai aveva capito l'andazzo con il Lord quantomai particolare, si limitò ad una risposta diretta. Sì, lo è. Ha imposto una visione alquanto curiosa della magia ai suoi, ma è un mago. Al suo arrivo disse di essere stato un membro di spicco dell'Università Arcana.
Bingo! Deve aver usato la magia per rintracciare quella creatura!
Anche che così sia, signore, ora in quelle caverne c'è un culto di folli, e non possiamo certo permetterci di ignorare questo fattore!

Il Lord agitò l'indice destro nell'aria, a sottolineare che Jerr non aveva affatto torto. Corretto, mio buon Jenkins! Questo è un imprevisto non da poco, devo ragionarci su.
Si rivolse quindi verso i suoi accompagnatori. Avete qualche domanda per la nostra stimata fonte di informazioni, signori e signorina? Se avete qualunque dubbio, ritengo che questo sia il momento migliore di toglierveli!
 
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Hephæst
view post Posted on 16/4/2017, 19:54




Il vecchio elfo accolse la richiesta della giovane Nilya e li invitò a seguirlo nella sua dimora; si unì, al fianco del capo della tribù dei Ceyatatar, un altro elfo più giovane, presentato come Denegor, il più forte guerriero del loro popolo. La scelta di mostrare a loro il loro guerriero più forte e valoroso era un evidente atto di intimidazione, chiaro segno di volerli dissuadere a tentare scelte azzardate, sebbene loro non sembrassero avere cattive intenzioni nei loro confronti. Il vecchio elfo raccontò le sanguinose imprese affrontate da Denegor, definendolo come un guerriero spietato e privo di compassione, ma lo sguardo di quest'ultimo suggeriva diversamente. Nilya non dubitava della forza del guerriero elfico e non metteva in discussione i racconti del vecchio elfo, ma non provava timore nei confronti di Denegor, sebbene fosse dipinto come un individuo senza pietà.
Nel frattempo, mentre Eurus poneva domande a riguardo della misteriosa creatura, Nilya osservava con aria curiosa l'abitazione del vecchio. Non aveva mai visto degli alberi così grandi da ospitare nei loro tronchi delle persone e trovava curioso l'arredamento naturale: semplici radici utilizzati come panche, tavoli e soprammobili. Era divertita ad osservare la dimora del vecchio elfo, ma la sua attenzione ritornò sull'obiettivo della missione, quando il capo dei Ceyatatar pronunciò il nome della creatura: Gashunk.
“Gashunk?” disse Nilya sorpresa e il suo sguardo allegro divenne improvvisamente serio. “La donna che abbiamo ucciso … Aveva pronunciato chiaramente il nome della creatura prima di morire.”
Il capo della tribù dei Ceyatatar cercò di dissuadere il gruppo a cercare la creatura: Gashunk era frutto dell'immaginario. Il vecchio elfo, con un tono nostalgico e rammarico, raccontò di Silnis e del suo arrivo nell'isola. Egli era un mago, un praticante delle arti arcane dell'Università Arcana, proveniente dalla Città Imperiale. Nilya rizzò le orecchie e sul suo volto comparve un delizioso sorriso; gli occhi della giovane brillarono della stessa gioia di quando da bambina ricevette in dono da sua madre il suo primo tomo arcano. L'evocatrice ascoltò la storia dello sbarco sull'isola di Silnis e del suo interesse per le caverne dell'isola. Come Nilya, Silnis era uno studioso alla costante ricerca di sapere, ma, al contrario di lei, egli non sembrava avere alcuno scrupolo.
La giovane evocatrice non comprendeva il motivo dello sbarco di delinquenti e criminali sull'isola, tanto meno comprendeva le loro ragioni di attaccare il popolo dei Ceyatatar. Erano divenuti peggio dei selvaggi, senza ragione, bestie rabbiose che si aggiravano in piccoli gruppi; Nilya presumeva che si trattava di una sorta di incantesimo di controllo mentale molto potente e che la creatura fosse una sorta di illusione o probabilmente evocata da un diverso piano dell'esistenza.
“Silnis è un mago?!” domandò Nilya incuriosita e balzo in piedi dall'entusiasmo. “Sapreste dirmi, o spiegarmi, quali sono le sue abilità magiche? È in possesso di alcuni artefatti magici? Dispone di manufatti daedrici? Ha mai evocato una creatura dinanzi ai vostri occhi?”
La giovane Nilya si avvicinò al vecchio elfo, guardandolo fisso negli occhi, mostrandogli uno sguardo lucido e brillante. La giovane evocatrice voleva apprendere ogni segreto riguardante la magia, anche il più oscuro e folle. Quando vi era di mezzo la magia, lo spirito curioso e intraprendente di Nilya prendeva il sopravvento, trasformandola in una ragazzina dai modi meno raffinati e più spontanei.

Scusate se ho risposto all'ultimo ... Ho avuto poco tempo a disposizione in questi giorni di vacanza ^^"
 
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view post Posted on 17/4/2017, 19:48
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Chiedo di saltare il turno, mi inserisco al prossimo giro. Scusate.
 
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