| Sole, Tanto sole.
Quella mattina il cielo di Cyrodiil è di un azzurro così intenso e limpido come mai Reenar lo ha visto tra la fitta ed asfissiante vegetazione della Palude, un magnifico tempo per viaggiare.
Come da annuncio, per questo lavoro bisogna raggiungere il porto di Anvil, una città marittima posta sulla costa d'oro. Con estrema fortuna l'argoniano quella stessa mattina è riuscito a scroccare un passaggio ad un contadino di rientro dalla città imperiale diretto proprio ad Anvil, in cambio ovviamente di qualche moneta.
Disteso sul carretto, Reenar guarda distratto la non troppo lontana città di Skingrad che si è da poco lasciato alle spalle. Le città di Cyrodiil sono tutte così pittoresche, con i loro cumuli di pietra su pietra e le mura altissime, ma ciò che più colpisce è il meraviglioso castello: chiunque viva lì deve essere proprio un uomo fortunato.
Il fattore, un vecchio coloviano dai lunghi capelli argentei, non è particolarmente avvezzo al dialogo, e tiene fisso lo sguardo sul ronzino (che pare essere ancora più vecchio) come se ne andasse della sua vita... Il che a Reenar questo va più che bene.
Infatti la lucertola si crogiola pacatamente al sole, scaldandosi con i raggi di quella magnifica giornata, sarebbe davvero un peccato rovinare tutta quella pace con inutili chiacchiere. Già, pace... una parola che Reenar aveva quasi scordato. Prima l'Hist, poi la sua famiglia, poi l'Oblivion... negli ultimi anni non ha avuto un secondo da dedicare a se stesso come in quel momento, per la prima volta dopo tempo può dire finalmente di avere un momento di PACE, e la sta gustando come se fosse il più prelibato dei cibi.
Il viaggio, lasciato Skingrad, non è particolarmente lungo o tormentato, procedendo pure fin troppo spedito per i gusti dell' Argoniano.
-Ooooh! Sveglia vecchia lucertola, siamo arrivati!-
Vocia il contadino, accinto ad arrestare il ronzino che non sembra accettare l'ordine di buon grado.
"Vecchio io? ma ti sei visto, vecchia scimmia?"
-Grazie infinite, buon uomo! Mi ha davvero risolto la giornata, le auguro un buon proseguimento di giornata!-
-Ah! Come ti pare, faccia squamosa, ma tieniti lontano dai guai, non voglio rischiare di essere accusato di deportare malviventi! E ora sparisci, vai ad arrampicarti sui muri o a mangiare le mosche o a fare quello fa diamine fate voi lucertoloni di solito! Addio!-
"Che persona bizzarra..."
Pensa Reenar senza dare troppo peso alle parole del vecchio.
Vista da fuori anvil è identica a tutte le altre città di Cyrodiil, ovvero circondata da mura altissime in pietra e con una stalla appena al di fuori, ma l'aria è totalmente differente, con quella lieve brezza salmastra che stuzzica le narici dell' argoniano.
Senza pensarci troppo, dato che di tempo ne ha perso e pure parecchio, il Saxhleel varca le porte della città, rimanendo stupito dalla diversità di strutture presenti nel resto del paese. A quanto pare la vicinanza con le rotte commerciali di Hammerfell ne ha influenzato anche lo stile architettonico. L'atmosfera che si respira aggirandosi per la città anche è differente, così calma e pacifica, e nelle orecchie risuona l'eco delle campane del porto.
E' proprio grazie a quelle che Reenar riesce a trovare la via per lo scalo navale senza troppe difficoltà.
Giunto finalmente a destinazione, l'argoniano non deve attendere molto tra i pittoreschi lavoratori del posto, in quanto riconosce quasi subito il suo mandante: una donna dallo sfarzoso vestito bianco e dalla postura quasi regale, quasi alieno a quel posto.
La donna, una graziosa bretone parrebbe, indossa un largo cappello bianco tenuto da un fazzoletto, da quel poco che si può vedere della sua pelle, possiede una meravigliosa abbronzatura e gli occhi sono di un bel colore verde smeraldo.
"Wow..."
Pensa l'argoniano, come se avesse appena avuto un' apparizione divina.
-Allora... Vuole restare li a fissarmi? E' qui per il mio annuncio, nevvero?-
"Cavolo, mi ha beccato!"
Beccato. Se Reenar avesse avuto la pelle e non le scaglie, sarebbe arrossito dalla vergogna. Ma ormai il danno è fatto, e non gli resta che presentarsi
-Certamente, mia signora, perdonate la mia indiscrezione, ma vedere cotanta meraviglia in un luogo come questo fa un certo effetto...-
La donna sembra quasi indispettita dal comportamento grezzo ed ingenuo di Reenar, ribattendo con un tono abbastanza stizzito.
-Dato il mio annuncio, non posso che non essere sorpresa dal basso quoziente di chi mi si sarebbe presentato, io sono la sposa di Lord Edward Bartelsby, Visconte di Camlon. Mi sarei aspettata decisamente più presenza, ma è tutta la mattina che attendo sotto questo dannato sole e questi... questi... Esseri, la cui bassa cultura è seconda solo alla loro scarsità di igiene. Tu sei l'unico ad esserti presentato, e sarò ben lieta di accontentarmi... La tua... Possanza fisica mi fa ben sperare che sarai adatto al compito.-
-Certamente, vostra signoria- La asseconda Reenar Ne sono ben lieto, ma il vostro annuncio risulta alquanto poco dettagliato... in cosa consiste esattamente? e di quanto sarebbe la "Modica somma"?-
La donna lo squadra dalla testa ai piedi, come se cercasse qualcosa in lui ma non riesce a trovarlo, poi tira un sospiro.
-Capisco che usare termini troppo complicati potrebbe confondere il tuo cervello, quindi userò termini più volgari per rendere bene l'idea: Devi riportare integro il nobile culo di quel cretino del mio consorte. Lord Bartelsby è un tiratore eccellente ed una brava persona, ma la sua testa è sempre chissà dove. E' estremamente distratto ed attratto dalle cose più frivole, inoltre la sua capacità decisionale lascia alquanto a desiderare, se non fosse per quel santo del nostro servitore Jerr’ Khinz, non saprebbe scegliersi i calzini da mettere al mattino, figuriamoci scegliere dei mercenari per proteggerlo in una delle sue assurde "Avventure". E' sempre stato impulsivo, ma questa volta ha decisamente passato il limite... -
La contessa sembra farsi rossa dal furore al solo pensiero di suo marito, per poi calmarsi con una piccola smorfia e continuare pacatamente
-Al tuo ritorno avrai 300 septim ad aspettarti, Lord Bartlesby e Jerr’ Khinz sono partiti non troppo tempo fa con quattro mercenari su una barca diretta su una piccola isola sperduta, dove daranno la caccia a qualche bestia mitologica che, probabilmente, sarà solo il frutto di uno dei suoi incubi dovuti agli sformati serali troppo pesanti di Jerr’ Khinz. Ho pagato profumatamente un' imbarcazione che seguirà la stessa rotta. Vai, e fa in modo che quel microcefalo di mio marito non ci rimanga secco. e dato che ci sei... fai in modo di far tornare anche la tua stupida montagna di muscoli...-
Mrs Bartlesby accompagna l'ultima frase con un vistoso occhiolino, il che lascia Reenar alquanto confuso a quell'insolito gesto.
-Ehm... Certamente... Sinora...?-
-Per te sono Mrs Bartlesby, contessa di Camlon. Ed ora seguimi.
Con calma e portamento dediti solo a chi fa parte dell' alta nobiltà, la donna conduce l'argoniano ad una piccola imbarcazione, appena definibile "Nave" per le modeste dimensioni, ma dall' aspetto molto robusto.
-Il capitano ti condurrà all' isola, dove non dovrebbe essere difficile trovare mio marito e le sue guardie. Quindi... accetti il lavoro?-
"Una caccia ad una bestia misteriosa su un isola sconosciuta... per 300 septim? Bha, sicuramente non troverò di meglio, tanto vale...
-Certo, Mrs Bartlesby, riporterò indietro suo marito.-
-L'importante è che non ci rimanga secco... anche se credo che se si procurasse qualche cicatrice gli sarebbe certamente da lezione... Ma le uniche cicatrici che si procurerà sarà dei suoi preziosi piatti quando glieli spaccherò in testa uno dopo l'altro una volta a casa-.
Con aria soddisfatta, la bretone annuisce e si volta verso l'imbarcazione, urlando a quello che sembra essere il capitano, un grosso e grasso imperiale con una folta barba brizzolata.
-Tiberius! Quando vuoi siamo pronti!-
-ERA ORA! CREDEVO DI DOVER TOGLIERE I CORALLI CHE STANNO CRESCENDO SOTTO LA BARCA! MUOVIAMOCI, SI SALPA!
Reenar saluta la contessa con i suoi modi più garbati, ma lei lo congeda con un gesto freddo e stizzito, per poi allontanarsi, poco importa, infatti l'argoniano si volta e sale sull' imbarcazione, che terminati gli ultimi preparativi, non tarda a salpare!
Il viaggio procede tranquillo, sotto il sole che quel giorno sembra farla da padrone. Reenar osserva Anvil allontanarsi sempre più, per poi ritrovarsi in mare aperto. Prima dell' arrivo a destinazione, l'argoniano si concede qualche ora di sonno sotto coperta.
-SIAMO ARRIVATI, TESTA DI SCAGLIE! ORA PORTA LA CODA ATTACCATA AL TUO FETIDO CULO DI LUCERTOLA IN ACQUA, NON VOGLIO NEANCHE AVVICINARMI A QUELL' ISOLA MALEDETTA!-
Gli urla il capitano dal ponte, in effetti l'isola non era troppo distante, ed era facilmente raggiungibile con qualche minuto nuoto.
Raggiunto il sopra coperta Reenar poteva vedere come ci fosse un' altra nave attraccata sulla spiaggia... e quello che doveva essere del movimento sull' isola.
"Qualcosa non va, tutto quel movimento non va bene."
I tuoi amichetti sembrano in pericolo, scendi dalla mia nave, coso, e fai il tuo lavoro! lo rincalza Tiberius.
Reenar annuisce e, con un balzo, si tuffa nelle acque cristalline.
Il sale sin da subito gli brucia le branchie, è diversa dall' acqua dolce e stagnante della palude, ma a possenti bracciate in qualche minuto l'argoniano riesce a raggiungere la spiaggia tutta di un fiato.
Una volta emerso dall' acqua, il saxhleel nota una Bretone intenta a scagliare sfere di fuoco, un imperiale in spada e pugnale e in lontananza un bretone vestito in un bizzarro completo da... Avventuriero?
Lord Bartlesby, presumo.
il trio è intento a combattere contro quella che sembra una Bosmer aborigena, che non se la passa poi tanto bene. A terra, riverso nel sangue un secondo aborigeno.
Senza pensarci troppo, l'argoniano estrae la sua ascia scintillante ai raggi del sole e si prepara al combattimento.
Edited by Medlar - 20/3/2017, 01:17
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