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Un'avventura da prendere con le pinze

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Cratos998
view post Posted on 5/3/2015, 15:32 by: Cratos998




-La tua domanda è lecita-
disse Arthus spronando il lento Incitatus.

-Ventidue anni or sono, i miei occhi si fecero largo tra le righe dell'Antica Pergamena. Ciò che vidi, non è esprimibile con le lingue dei mortali. Ciò che ottenni, è la conoscenza di esse e di molti misteri del cosmo. Quel frammento della creazione però esigette un prezzo: il mio occhio la seguì nelle onde nel tempo.

Da allora, guardavo il mondo da un punto di vista diverso. Molte cose che mi erano oscure, apparvero chiare e cristalline tra i flussi della mia mente.

Ma tutto ciò era fonte di turbamento. Sapevo che chiunque aveva osato guardare dentro queste antiche scritture, non aveva che due possibilità:
la perdita totale della ragione, o la perdita della visione.
Capii subito che il prezzo dell'occhio che l'oblio aveva risparmiato doveva essere ripagato con metà della mia mente.

Ed allora, il folle figlio del sangue di Padomay non tardò a farsi sentire.
La sua volontà mi attrasse al suo santuario con forza.
Arrivato il quel folle luogo, egli mi parlò per la prima volta.

Le sue parole erano incomprensibili all'inizio, ma poi, con il passare degli anni, riuscii a capire le sue parole.
Egli preferisce parlarmi in rime in maniera non immediatamente comprensibile, perché è conscio che la mia mente non gli appartiene in toto.

Grazie alle sue folli parole, la mia conoscenza arcana aumentò ancora di più, ed il mio corpo ringiovaniva giorno dopo giorno.
Tuttavia, il prezzo da pagare, era il disprezzo da parte degli uomini, incapaci di comprendere a pieno un servo di Sheogorath.

L'ultima volta in cui mi parlò, mi diede quella pergamena che ti ho fatto vedere, e mi disse:

in ciò che è cagion d'ogni anima inquieta
degli elfi di terra la sciagura e il potere
portare all'altare è tuo dovere
queste pure pietre di materia inconsueta.

Due menti e due intelletti che dal piano immortale
otterran del potere lo strumento
e ciò che è materia si potrà tramutare:
da carne a verde è il cambiamento.

La spiegazione di questi versi non mi fu molto oscura, era chiaro che servivano quelle pietre ed un altro evocatore.
Per quanto riguarda questo strumento.. Il suo potere è facilmente intuibile, ma non mi sbilancerei subito a trarre conclusioni affrettate..

Sempre che non si tratti di un semplice scherzo, Lui è molto incline a prendersi gioco dei mortali.. ma questo lo scopriremo presto non credi? Ed anche se fosse così, la nostra curiosità di maghi dovrebbe condurci a perseguire ogni via per la conoscenza.-


Mentre pronunciava queste parole, il povero Incitatus continuava a camminare per la strada litica immersa nel verde, in direzione del Santuario.
La sua andatura era costante, sebbene ogni tanto perdesse un po' l'orientamento, sbandando a destra e a manca.
Allora il vecchio Arthus provvedeva subito a indicargli il retto cammino.

Le fronde degli alberi attorno la stada oscillavano al mutare del lieve vento pomeridiano, ora pendendo verso la strada, ora verso il bosco.
L'aria intorno era fresca, e respirare a pieni polmoni era un toccasana per il corpo e per la mente.
-E ora tu dimmi.. Quali sono le tue conoscenze e le tue competenze?
Quali sono i dubbi cosmici che attanagliano la tua mente da giovane maga?
Sarei ben lieto di fugarli ove posso, d'altronde il sapere è inutile se non tramandato e relegato ad una sola mortale esistenza..-
 
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