Quello strano silenzio che incombeva su Riften d'un tratto venne spezzato da delle voci.
Risuonavano come un eco, provenivano dal sottosuolo.
Era il crepuscolo. I mercanti stavano ritirando le loro merci quando le sentirono.
Sapevano che erano sinonimo di guai... Per qualcuno forse, certamente non per loro. Anzi, probabilmente quelle voci in futuro avrebbero giovato alle loro attività.
Nel momento in cui le voci divennero più intense un tonfo ruppe ancor di più quel silenzio infranto qualche secondo prima.
Un altra voce, più lieve e tranquilla, prese il sopravvento sulle altre. Zittendole.
Dei passi accompagnarono l'uscita di una persona dal Ratway mentre una mano accompagnò la porta, fino ad spalancarla.
Non potete farmi questo, non me lo merito! Disse una figura immersa nell'ombra.
Lo so ma non dipende da me. Hai combinato un bel casino lo sai? Rispose la persona dietro la porta con fare amichevole.
Non avete compreso, era una trappola! Devi dirlo al maestro! Replicò.
L'ho fatto ma non vuole sentir ragione. Dirigiti a Windhelm dalle carovane, non puoi restare qui a Riften. Non in questo momento. Sappi che io ti credo, è solo questione di tempo prima che anche gli altri aprano gli occhi. Ora va, coraggio! Esclamò, chiudendo nel mentre la porta.
La figura, furiosa, sguainò la lama ed con gesto fulmineo la lanciò contro la porta.
Osservando il gesto appena compiuto si lasciò cadere, accovacciandosi con le mani tra i capelli. Era impaurita forse disorientata, aveva perso la sua casa dopotutto.
Dopo essersi dimenata nell'ombra per qualche secondo acquistò lucidità, fermando quei movimenti che parevano incontrollabili e rassegnata, la figura, abbandonò le ombre alzando la testa verso le due lune.
La luce batté sul suo viso, rivelandone i tratti. Un khajiit, da un folto pelo nero ad chiazze bianche.
Le vesti che indossava si confondevano con il resto del corpo, l'unica cosa che pareva non appartenere ad quella oscurità era un arco. Nero anche lui ma solcato da degli intarsi che brillavano di luce propria. Un tipo di magia che sembrava appartenere ad un'altra epoca.
Scosse un'altra volta la testa per poi riposare gli occhi sulle due lune, acquistando il controllo e la determinazione che aveva perso qualche attimo prima.
Non posso restare a Riften perchè la Gilda non ha fiducia in me.
Non posso restare nei paraggi perchè gli uomini di Maven mi daranno la caccia.
Non posso restare con la mia amata perchè la metterei in pericolo.Una fiamma si accese nei suoi occhi e determinato si avviò con passi fulminei e decisi verso uno dei tanti cancelli disseminati per la città.
Lo spalancò e si incamminò alla volta di Windhelm.
Salto temporale perchè sono figo.
Passarono molti giorni ma dopo aver superato l'ultima collina innevata il felino riuscì ad intravvedere la tanto agognata meta: Windhelm.
Arrestò il passo per osservare il tanto sospirato obiettivo: quel paesaggio era la ricompensa per i suoi sforzi.
Scrutò il panorama e con tono sarcastico accennò qualche parola:
Che spreco di tempo, una fortificazione tanto ben congegnata per una città così irriverente. Non riesco ancora a capire come hanno fatto quei rozzi animali a vincere contro l'Impero. Accennò un sorriso.
Ad appena qualche cinquantina di metri dalle stalle notò qualcosa di strano.
Era notte ma anche senza ricorrere ad i suoi poteri razziali riuscì a distinguere una folla, armata di fiaccole e con le spada sguainate.
Come per istinto abbassò la testa e cercò un riparo tra la neve, continuando ad osservare quelle figure, fino a quando, in lontananza, risuonò il grido disperato di un suo simile.
In preda alla rabbia abbandonò la zona sicura, impugnando l’arco ed un attimo dopo scoccando una freccia.
Appena dopo aver visto il nemico cadere a terra esanime, si accorse delle decine e decine di soldati che stavano circondando la città con in mano spade ed asce.
Corse verso le stalle per cercare riparo da quella spaventosa visione e, mentre stava per sellare un cavallo, si accorse della presenza di altre due persone.
Un khajiit bruno ed una nord dalla pelle insolita.
Con una capovolta smontò dal cavallo brandendo l'arco. Puntandolo contro la strana ragazza.
Calò in silenzio, mentre il khajiit dal folto pelo nero osservava la rabbia crescere nella donna.
Intento ad flettere l'arco, come per segno di superiorità, notò il comportamento per nulla agitato del suo simile. Seguirono parecchio occhiate tra i due alle quali esso annuì.
L'arco venne rinfoderato, aspettando che uno dei tre proferisse parola.
Il salto temporale l'ho fatto per non descrivere il viaggio dato che sarebbe stato parecchio noioso.
Se ho fatto qualche errore perdonatemi ma l'ho scritto tutto d'un fiato e non ho voglia di controllare.
Ah, poi volevo chiedervi se va bene un testo del genere perchè, ad esser sincero, non ho capito bene